L'ecocardiografia è il mezzo d'elezione per la diagnosi di stenosi aortica ( ma
per la maggioranza dei casi dovremmo parlare di stenosi subaortica ).
Molte alterazioni possono essere viste a cominciare dall'ipertrofia concentrica
del ventricolo sinistro nei casi di stenosi moderata e grave che consiste
nell' ispessimento della sua parete e del setto interventricolare.
Nei casi più gravi viene messa anche in evidenza la dilatazione post-stenotica
dell'aorta ( dilatazione dell'aorta che avviene dopo la stenosi ).
Si possono anche identificare nei casi più gravi aree iperecogene ( più
brillanti ) del muscolo cardiaco, segno di fibrosi.
Si può inoltre verificare la funzione sia diastolica che sistolica del cuore e
vedere se è alterata o meno.
Per quanto riguarda l'identificazione della stenosi, questa è più diffficile in
quelle lievi, mentre le lesioni vengono normalmente rilevate nelle stenosi
moderate e gravi.
La classificazione ecocardiografica in tre tipi a gravità crescente corrisponde
alla classificazione anatomica di Pyle-Patterson.
Il tipo uno viene definito stenosi discreta, il tipo due stenosi con anello fibroso,
il tipo tre stenosi tipo tunnell.
Con l' ecocardiografia Doppler viene calcolata la velocità del flusso di sangue
attraverso la stenosi e con la formula di Bernoulli il gradiente di pressione
( differenza di pressione ) tra il ventricolo sinistro e l'aorta che permette di
valutare la gravità della stenosi.
Con un gradiente inferiore a 50 mmHg la stenosi viene considerata lieve,
con un gradiente tra 50 e 80 mmHg moderata e con un gradiente maggiore
di 80mmHg grave.
Con il Color Doppler viene visualizzato il flusso turbolento attraverso la stenosi
ed eventualmente l'insufficienza delle valvole aortica e mitralica.