mercoledì 29 agosto 2012

Cardiomiopatia ipertrofica primaria del cane - prima parte

La cardiomiopatia ipertrofica primaria ( HCM  in inglese ) è nel cane
una malattia poco frequente, mentre nel gatto è la patologia cardiaca
più comune.

Sono interessate diverse razze  ma è diagnosticata con più frequenza in
quelle di taglia grande, nei soggetti giovani e adulti e nei maschi.

Si sospetta una causa genetica e nel Pointer è stata identificata una
cardiomiopatia ipertrofica di tipo ostruttivo ereditaria.

La malattia è contraddistinta dallo sviluppo di un ispessimento ( ipertrofia )
delle pareti del ventricolo sinistro e del setto interventricolare.

L'ipertrofia nella maggior parte dei casi interessa in modo uniforme sia
il setto che le pareti del ventricolo sinistro ( ipertrofia simmetrica ), mentre
qualche volta possiamo riscontrare un'ipertrofia limitata solo a determinati
segmenti ( ipertrofia asimmetrica ).

Per  emettere diagnosi di HCM devono prima di tutto essere escluse altre
cause più frequenti di ipertrofia come la stenosi subaortica e l'ipertensione
sistemica.
In particolare la stenosi subaortica è presente nelle stesse razze nelle quali si
sviluppa la cardiomiopatia ipertrofica.

Le conseguenze della cardiomiopatia ipertrofica sono simili a quelle riscontrate
nell'uomo e nel gatto.
Per una loro conoscenza rimando al post sulla HCM del gatto.






sabato 25 agosto 2012

La cardiomiopatia restrittiva idiopatica del gatto - terza parte

La terapia della cardiomiopatia restrittiva idiopatica (RCM) del gatto nella
fase acuta è simile a quella delle altre miocardiopatie del gatto.
Viene somministrata furosemide (un diuretico) per l'edema polmonare
ed effettuata la pleurocentesi (aspirazione del liquido presente nello
spazio pleurico) con versamento moderato o  grave.

Nella terapia cronica vengono utilizzati furosemide e un ace-inibitore.
A questi farmaci può essere aggiunto il diltiazem (un calcio antagonista)
per migliorare il rilassamento cardiaco (effetto lusitropo positivo),
un beta- bloccante come atenololo in presenza di aritmie o con sospetto
di infarto miocardico, l'aspirina o il clopidogrel per le complicazioni
tromboemboliche.

Si possono inoltre somministrare pimobendan o digossina per migliorare
la contrattilità del cuore e lo spironolattone per le sue azioni diuretiche e
ormonali.

Nel caso di scompenso cardiaco refrattario (resistente) alla terapia
viene consigliato di aumentare i dosaggi di furosemide e di ace-inibitore,
più pimobendan o digossina.

La prognosi della cardiomiopatia restrittiva è riservata o infausta.
All'inizio ci può essere una risposta alla terapia, tanto che alcuni gatti
possono vivere più di un anno dalla diagnosi, ma a lungo termine la
prognosi è infausta per l'alta incidenza di aritmie, di fenomeni trombo-
embolici e di insufficienza cardiaca congestizia refrattaria.




                                                                     

domenica 19 agosto 2012

Cardiomiopatia dilatativa primaria del cane - terza parte

La cardiomiopatia dilatativa del cane (DCM sigla in inglese) è una malattia
generalmente a decorso lento e pertanto dal punto di vista clinico distinguiamo
una fase occulta (senza sintomi) e una fase sintomatica.

Nella fase occulta, che può durare anche degli anni, l'animale appare
spesso normale oppure si possono rilevare delle alterazioni all'ascoltazione
del cuore (soffi e/o aritmie).
Ci possono essere anche casi di morte improvvisa.

Nel Dobermann le aritmie possono essere presenti molti mesi prima della
rilevazione delle prime alterazioni all'ecocardiografia.

La fase  sintomatica è caratterizzata da intolleranza all'esercizio, debolezza,
letargia, sincope, anoressia, dimagramento, tachicardia, tachipnea (aumento
della frequenza del respiro), dispnea (respiro difficoltoso), tosse e anche
distensione addominale per la presenza di liquido (ascite).

All' ascoltazione del cuore si può evidenziare un soffio a livello della valvola
mitrale e/o tricuspide, tachiaritmie (aritmie con frequenza cardiaca elevata),
ritmo di galoppo (per la presenza di un terzo tono oltre ai due normali),
anche toni cardiaci attutiti per la presenza di versamento pleurico.

Con la diminuzione della portata cardiaca (quantità di sangue espulso dal
cuore in un minuto), si possono rilevare mucose pallide ed estremità fredde.
Alle volte si può anche evidenziare distensione  e/o pulsazione delle vene
giugulari.
La comparsa di fibrillazione atriale diminuisce il riempimento del ventricolo
e la gittata cardiaca (quantità di sangue espulsa dal  cuore ad ogni battito)
e provoca un peggioramento dei sintomi.




                                                         

           
                                                                                   

venerdì 10 agosto 2012

La cardiomiopatia dilatativa del gatto - prima parte

La cardiomiopatia dilatativa del gatto (sigla in inglese DCM) è stata la
seconda miocardiopatia più diffusa fino al 1987 quando si è scoperto che,
nella maggior parte dei casi, la sua causa era data dalla carenza nella dieta
della taurina (un aminoacido).

Da allora, con l'integrazione della taurina nel cibo, la cardiomiopatia dilatativa
è diventata piuttosto rara e si è visto che si può anche avere la regressione
della malattia in atto, cosa che invece non avviene con la patologia della
retina, anch'essa causata da deficienza di taurina.

Oggi la carenza di taurina è rara in quanto le diete commerciali sono
integrate in modo soddisfacente.
Potrebbe però presentarsi in gatti alimentati con diete casalinghe, con
diete vegetariane, con cibi per cani.
Inoltre si è notato che non tutti i gatti con carenza di taurina sviluppano
la DCM.

Rimane comunque una piccola parte di soggetti che non presenta deficienza
di taurina ma che può avere la DCM e nei quali non si riscontra una causa
apparente di malattia (cardiomiopatia dilatativa idiopatica).
Per quest'ultima forma sono state proposte cause tossiche, infettive,
metaboliche.
E' probabile, come dimostrato nel cane e nell'uomo, che ci siano anche
difetti genetici trasmessi per via ereditaria alla base dello sviluppo della malattia.




                                                             

domenica 5 agosto 2012

Immagini del movimento sistolico della valvola mitrale nella cardiomiopatia ipertrofica del gatto

In questa immagine al Color Doppler, tratta da un video caricato su
You Tube da ucorvet, vediamo le conseguenze sul flusso sanguigno
del movimento sistolico anteriore della valvola mitrale ( sigla in inglese SAM )




Possiamo notare due flussi sanguigni con colori mescolati arancione, giallo,
azzurro ( a mosaico ).

Il flusso posto superiormente è dato dalla turbolenza del sangue nel tratto di
efflusso ( di uscita ) del ventricolo sinistro che è ostruito dalla presenza del
lembo anteriore della valvola mitrale.
Il flusso inferiore è generato dal rigurgito mitralico in quanto lo spostamento
del lembo anteriore impedisce la chiusura completa della valvola mitrale,
permettendo al sangue di  " tornare indietro " nell'atrio sinistro.

Nell' ultima immagine ( in basso ) ho messo in evidenza lo spostamento del
lembo anteriore rispetto alle strutture cardiache ( per gentile concessione del
dott. Billi Giulio, modificato ).

Cliccare sulle immagini per ingrandirle.