purpurea per la digitossina, Digitalis lanata per la digossina, Strophantus
gratus per l'ouabaina).
Oggi solo la digossina ha un impiego terapeutico di una certa importanza.Nel cane qualche volta è utilizzata anche la digitossina, mentre nel gatto
solo la digossina.
Gli effetti della digossina sono dati dall'aumento del tono del nervo vago
sia a livello centrale che periferico per la sua azione a dosi basse sui
recettori muscarinici M2 del cuore.
I recettori muscarinici sono costituiti da proteine presenti nella membrana
cellulare (membrana che delimita la cellula) e una sostanza come la
digossina si deve legare a loro per potere svolgere la sua azione all'interno
della cellula.
A dosaggi più alti la digossina blocca la pompa sodio-potassio ( che serve
per il trasporto del sodio all'esterno e del potassio all'interno della cellula),
con aumento della concentrazione del calcio e incremento della contrattilità.
L'attività sul cuore della digossina può così essere riassunta :
1) ha un'azione variabile sul nodo del seno (struttura dalla quale si
genera l'impulso elettrico del cuore) ma in corso di insufficienza
cardiaca la frequenza di scarica diminuisce (effetto cronotropo
negativo).
2) la digossina diminuisce la velocità dell'impulso elettrico atrio-ventricolare.
Questa proprietà viene sfruttata per la terapia della fibrillazione atriale
(effetto dromotropo negativo).
3) a dosaggi elevati la digossina aumenta l'eccitabilità dell'atrio.
L'eccitabilità è la capacità di generare il potenziale d'azione
cioè l'attività elettrica del cuore (effetto batmotropo positivo)
4) la digossina favorisce il passaggio dell'impulso elettrico nelle
vie accessorie (comunicazioni tra atri e ventricoli non presenti
nel cuore normale come il fascio di Kent) per diminuzione del
periodo refrattario (periodo nel quale la cellula cardiaca non è
stimolabile).