La digossina viene utilizzata nel cane e nel gatto soprattutto per
il controllo della frequenza cardiaca nella fibrillazione atriale nei
soggetti con insufficienza cardiaca, da sola od in associazione con
altri antiaritmici.
L'impiego per la sua attività inotropa positiva (aumento della contattilità
cardiaca) è andato diminuendo nel tempo perché l'azione è piuttosto
debole e non paragonabile a quella di altri farmaci come la dobutamina
o il pimobendan.
Un altra indicazione all'utilizzo della digossina è la sua attività
normalizzatrice sui barocettori, la cui funzionalità è alterata
nell'insufficienza cardiaca.
I barocettori sono delle terminazioni nervose che, in quanto sensibili
alla distensione dei vasi e del cuore, si attivano con la variazione della
pressione nel sistema cardiovascolare.
Nell'endocardiosi mitralica del cane la digossina è impiegata per ridurre
la frequenza cardiaca nella fibrillazione atriale ma alcuni medici veterinari la
utilizzano anche nella terapia di altre tachiaritmie sopraventricolari.
Per sua attività sui barocettori è stata anche impiegata per la prevenzione
di episodi sincopali.
La digossina viene anche utilizzata nella cardiomiopatia dilatativa del cane
e del gatto principalmente nella fibrillazione atriale perché, al contrario di altri
farmaci che riducono la frequenza cardiaca, non ha effetti negativi sulla
contrattilità del cuore.
Nella cardiomiopatia ipertrofica il suo utilizzo non è consigliato in quanto
sembra peggiorare la disfunzione diastolica (rilassamento e riempimento dei
ventricoli) che caratterizza questa malattia.
Nelle forme ostruttive peggiora il SAM (movimento sistolico del lembo anteriore
della valvola mitrale verso il setto interventricolare) o favorisce la sua comparsa.