Il secondo tono cardiaco (S2) si presenta di durata e intensità inferiore e con
frequenza più alta rispetto al primo tono ed è formato da due componenti, aortica
(A2) e polmonare (P2), che corrispondono alla chiusura delle valvole semilunari
alla fine della sistole.
Normalmente la valvola aortica si chiude prima della polmonare, ma
temporalmente così vicino, per cui il nostro orecchio percepisce un
unico suono.
Il secondo tono è aumentato di intensità nell'ipertensione polmonare (filariosi,
sindrome di Eisenmenger, cuore polmonare).
Può essere assente per incompleto riempimento dei ventricoli o con pressione
insufficiente ad aprire le valvole.
Lo sdoppiamento del secondo tono può essere fisiologico nei cani di grossa
taglia per un ritardo della chiusura della valvola polmonare in inspirazione in
quanto è prolungata la fase di eiezione (espulsione del sangue) del ventricolo
destro.
Lo sdoppiamento è presente in condizioni patologiche sempre per un
ritardo nella chiusura della valvola polmonare nell'ipertensione polmonare,
nel blocco di branca destro (ritardo nella conduzione dell'impulso elettrico del
cuore), nei difetti del setto atriale e ventricolare, in presenza di complessi
ventricolari prematuri, di stenosi polmonare, con cardiostimolazione elettrica
(pacemaker).
Può essere sdoppiato per prematura chiusura della valvola aortica nella
stenosi e nell'insufficienza mitralica.
Lo sdoppiamento fisso, non dipendente dalle fasi respiratorie, è presente
nel difetto del setto atriale.
Lo sdoppiamento paradosso si manifesta quando la valvola aortica si
chiude dopo la polmonare in presenza di grave ipertensione sistemica,
stenosi subaortica, blocco di branca sinistro, insufficienza del ventricolo
sinistro.
giovedì 31 gennaio 2013
domenica 27 gennaio 2013
Il versamento pericardico idiopatico del cane - prima parte
Il versamento pericardico idiopatico (cioè da causa sconosciuta) del cane
è una raccolta di liquido nel sacco pericardico che riguarda per lo più cani
di grossa taglia.
Le razze più interessate sono il San Bernardo, il Pastore dei Pirenei, l'Alano,
il Pastore Tedesco, il Golden Retriever e la maggior parte dei soggetti sono
maschi.
Il versamento pericardico idiopatico è la malattia che, dopo le patologie tumorali,
più frequentemente provoca il tamponamento cardiaco, una situazione nella
quale il cuore è compresso dal versamento e tende a riempirsi di meno causando
una diminuzione della gittata sistolica (quantità di sangue espulso ad ogni battito)
e della portata cardiaca (quantità di sangue espulso dal cuore in un minuto).
La causa del versamento non è stata ancora chiarita sebbene si pensi che possa
essere legata ad un processo infiammatorio.
Sono state anche proposte cause immunomediate (sistema immunitario) o da
virus ma non ci sono fondate prove a sostegno di queste ipotesi.
I sintomi dipendono dalla velocità con cui si forma il liquido intrapericardico
e quindi dall'aumento delle pressioni nello spazio pericardico.
In genere in questa malattia l'accumulo del liquido è lento per cui prevalgono i
sintomi del versamento pericardico cronico come anoressia, letargia, debolezza,
intolleranza all'esercizio.
Al momento della visita clinica l'animale può mostrare i sintomi dell'insufficienza
cardiaca congestizia destra con presenza di ascite (raccolta di liquido in addome)
e/o versamento pleurico.
All'ascoltazione del cuore i toni cardiaci sono attutiti per l'interposizione del
liquido tra la parete toracica ed il cuore.
Il polso si presenta debole per l'ipotensione e la diminuita gittata sistolica e
può essere anche paradosso.
Il polso paradosso è la diminuzione maggiore di 10 mmHg della pressione
sistolica (la massima) durante l'inspirazione.
è una raccolta di liquido nel sacco pericardico che riguarda per lo più cani
di grossa taglia.
Le razze più interessate sono il San Bernardo, il Pastore dei Pirenei, l'Alano,
il Pastore Tedesco, il Golden Retriever e la maggior parte dei soggetti sono
maschi.
Il versamento pericardico idiopatico è la malattia che, dopo le patologie tumorali,
più frequentemente provoca il tamponamento cardiaco, una situazione nella
quale il cuore è compresso dal versamento e tende a riempirsi di meno causando
una diminuzione della gittata sistolica (quantità di sangue espulso ad ogni battito)
e della portata cardiaca (quantità di sangue espulso dal cuore in un minuto).
La causa del versamento non è stata ancora chiarita sebbene si pensi che possa
essere legata ad un processo infiammatorio.
Sono state anche proposte cause immunomediate (sistema immunitario) o da
virus ma non ci sono fondate prove a sostegno di queste ipotesi.
I sintomi dipendono dalla velocità con cui si forma il liquido intrapericardico
e quindi dall'aumento delle pressioni nello spazio pericardico.
In genere in questa malattia l'accumulo del liquido è lento per cui prevalgono i
sintomi del versamento pericardico cronico come anoressia, letargia, debolezza,
intolleranza all'esercizio.
Al momento della visita clinica l'animale può mostrare i sintomi dell'insufficienza
cardiaca congestizia destra con presenza di ascite (raccolta di liquido in addome)
e/o versamento pleurico.
All'ascoltazione del cuore i toni cardiaci sono attutiti per l'interposizione del
liquido tra la parete toracica ed il cuore.
Il polso si presenta debole per l'ipotensione e la diminuita gittata sistolica e
può essere anche paradosso.
Il polso paradosso è la diminuzione maggiore di 10 mmHg della pressione
sistolica (la massima) durante l'inspirazione.
giovedì 24 gennaio 2013
Utilizzo del diltiazem nel cane e nel gatto
Il diltiazem è un farmaco che viene utilizzato spesso nella terapia cardiologica
del cane e del gatto.
Appartiene alla classe quarta dei farmaci antiaritmici, quella dei calcio
antagonisti (detti anche calcio bloccanti) perchè impediscono
l'entrata del calcio nelle cellule cardiache con diminuzione della sua
concentrazione all'interno della cellula.
Pertanto il diltiazem determina :
- diminuzione della frequenza cardiaca per azione sia sul nodo del seno
(dove si genera l'impulso elettrico che provoca la contrazione del cuore)
sia sul nodo atrio-ventricolare che regola il passaggio dell'impulso
elettrico dagli atri ai ventricoli.
- effetto lusitropo positivo che determina il rilassamento del muscolo
cardiaco
- effetto inotropo negativo con diminuzione della contrattilità cardiaca
anche se in misura minore rispetto ad un altro calcio bloccante, il
verapamil, e ad altri farmaci antiaritmici
- vasodilatazione arteriosa periferica che può compensare, almeno in
parte, l'effetto inotropo negativo, per cui la portata cardica (volume di
sangue espulso dal cuore in un minuto) non viene in genere influenzata
negli animali senza insufficienza cardiaca
Il diltiazem viene quindi somministrato :
- per il trattamento di aritmie sopraventricolari
- nella fibrillazione atriale per diminuire la frequenza ventricolare, da
solo o assieme alla digossina negli animali con insufficienza cardiaca
- nella cardiomiopatia ipertrofica (HCM) del gatto per i suoi effetti
positivi sul rilassamento del muscolo cardiaco, per la riduzione del
movimento sistolico anteriore della valvola mitrale (sebbene in questo
caso i beta-bloccanti siano più efficaci), per la vasodilatazione dei vasi
coronarici e la diminuzione del consumo di ossigeno da parte del
cuore
Gli effetti collaterali del diltiazem comprendono anoressia, depressione,
letargia, bradicardia, blocco atrio-ventricolare e ipotensione.
ll diltiazem non dovrebbe essere utilizzato nelle bradicardie, nei blocchi
della conduzione atrio-ventricolare e nelle malattie accompagnate da
insufficienza miocardica.
Deve essere prestata una particolare attenzione quando viene utilizzato
assieme ad altri farmaci inotropi negativi o ipotensivi.
del cane e del gatto.
Appartiene alla classe quarta dei farmaci antiaritmici, quella dei calcio
antagonisti (detti anche calcio bloccanti) perchè impediscono
l'entrata del calcio nelle cellule cardiache con diminuzione della sua
concentrazione all'interno della cellula.
Pertanto il diltiazem determina :
- diminuzione della frequenza cardiaca per azione sia sul nodo del seno
(dove si genera l'impulso elettrico che provoca la contrazione del cuore)
sia sul nodo atrio-ventricolare che regola il passaggio dell'impulso
elettrico dagli atri ai ventricoli.
- effetto lusitropo positivo che determina il rilassamento del muscolo
cardiaco
- effetto inotropo negativo con diminuzione della contrattilità cardiaca
anche se in misura minore rispetto ad un altro calcio bloccante, il
verapamil, e ad altri farmaci antiaritmici
- vasodilatazione arteriosa periferica che può compensare, almeno in
parte, l'effetto inotropo negativo, per cui la portata cardica (volume di
sangue espulso dal cuore in un minuto) non viene in genere influenzata
negli animali senza insufficienza cardiaca
Il diltiazem viene quindi somministrato :
- per il trattamento di aritmie sopraventricolari
- nella fibrillazione atriale per diminuire la frequenza ventricolare, da
solo o assieme alla digossina negli animali con insufficienza cardiaca
- nella cardiomiopatia ipertrofica (HCM) del gatto per i suoi effetti
positivi sul rilassamento del muscolo cardiaco, per la riduzione del
movimento sistolico anteriore della valvola mitrale (sebbene in questo
caso i beta-bloccanti siano più efficaci), per la vasodilatazione dei vasi
coronarici e la diminuzione del consumo di ossigeno da parte del
cuore
Gli effetti collaterali del diltiazem comprendono anoressia, depressione,
letargia, bradicardia, blocco atrio-ventricolare e ipotensione.
ll diltiazem non dovrebbe essere utilizzato nelle bradicardie, nei blocchi
della conduzione atrio-ventricolare e nelle malattie accompagnate da
insufficienza miocardica.
Deve essere prestata una particolare attenzione quando viene utilizzato
assieme ad altri farmaci inotropi negativi o ipotensivi.
domenica 20 gennaio 2013
I toni (suoni) cardiaci nel cane e nel gatto - prima parte
Sono diversi i suoni che possono essere uditi all'ascoltazione del
cuore nell'animale sano o durante le malattie cardiache.
Normalmente sono ascoltabili due suoni che rappresentano il
primo tono, detto S1, e il secondo tono, detto S2.
Il primo ed il secondo tono corrispondono alla chiusura rispettivamente
delle valvole atrioventricolari e di quelle semilunari e sono generati dalle
variazioni della velocità del sangue e dalle vibrazioni delle valvole e delle
pareti del cuore e dei vasi.
Sono contraddistinti da frequenza (altezza), intensità (forza), durata
e timbro (qualità).
In condizioni patologiche sono presenti altri suoni come il terzo tono (S3),
il quarto tono (S4), i click sistolici, i toni di eiezione, i toni diastolici.
La presenza contemporanea di tre toni genera un ritmo di galoppo,
chiamato in questo modo perché ricorda il rumore prodotto dal cavallo
al galoppo.
Il primo tono ha un suono più forte, di maggior durata e a più bassa
frequenza rispetto al secondo tono.
E' udito meglio a livello del focolaio di ascoltazione mitralico (quinto
spazio intercostale sinistro vicino allo sterno).
Può essere aumentato di intensità nei cani e nei gatti a torace stretto,
negli animali giovani, nei soggetti magri, in presenza di tachicardia, febbre,
anemia, ipertensione, con elevata attività del sistema simpatico, qualche
volta nell'insufficienza mitralica del cane, con intervallo P-R accorciato
all'elettrocardiogramma.
Può essere diminuito di intensità negli animali obesi, con ernia diaframmatica,
masse toraciche, versamento pericardico, versamento pleurico, enfisema
polmonare, diminuzione della contrattilità cardiaca, ipovolemia ( diminuzione
del sangue circolante), insufficiente riempimento dei ventricoli, bradicardia,
prolungamento dell'intervallo P-R all'elettrocardiogramma.
Può anche variare di intensità nelle aritmie ( es. fibrillazione atriale).
Il primo tono può anche essere sdoppiato quando la chiusura della valvola
mitrale e tricuspide non avviene contemporaneamente, fisiologicamente
nei cani di grossa taglia e in patologie come la stenosi mitralica e della
tricuspide, il blocco di branca (ritardo della conduzione dello stimolo elettrico
a livello ventricolare), con contrazioni ventricolari premature, nella
cardiostimolazione elettrica (pacemaker).
cuore nell'animale sano o durante le malattie cardiache.
Normalmente sono ascoltabili due suoni che rappresentano il
primo tono, detto S1, e il secondo tono, detto S2.
Il primo ed il secondo tono corrispondono alla chiusura rispettivamente
delle valvole atrioventricolari e di quelle semilunari e sono generati dalle
variazioni della velocità del sangue e dalle vibrazioni delle valvole e delle
pareti del cuore e dei vasi.
Sono contraddistinti da frequenza (altezza), intensità (forza), durata
e timbro (qualità).
In condizioni patologiche sono presenti altri suoni come il terzo tono (S3),
il quarto tono (S4), i click sistolici, i toni di eiezione, i toni diastolici.
La presenza contemporanea di tre toni genera un ritmo di galoppo,
chiamato in questo modo perché ricorda il rumore prodotto dal cavallo
al galoppo.
Il primo tono ha un suono più forte, di maggior durata e a più bassa
frequenza rispetto al secondo tono.
E' udito meglio a livello del focolaio di ascoltazione mitralico (quinto
spazio intercostale sinistro vicino allo sterno).
Può essere aumentato di intensità nei cani e nei gatti a torace stretto,
negli animali giovani, nei soggetti magri, in presenza di tachicardia, febbre,
anemia, ipertensione, con elevata attività del sistema simpatico, qualche
volta nell'insufficienza mitralica del cane, con intervallo P-R accorciato
all'elettrocardiogramma.
Può essere diminuito di intensità negli animali obesi, con ernia diaframmatica,
masse toraciche, versamento pericardico, versamento pleurico, enfisema
polmonare, diminuzione della contrattilità cardiaca, ipovolemia ( diminuzione
del sangue circolante), insufficiente riempimento dei ventricoli, bradicardia,
prolungamento dell'intervallo P-R all'elettrocardiogramma.
Può anche variare di intensità nelle aritmie ( es. fibrillazione atriale).
Il primo tono può anche essere sdoppiato quando la chiusura della valvola
mitrale e tricuspide non avviene contemporaneamente, fisiologicamente
nei cani di grossa taglia e in patologie come la stenosi mitralica e della
tricuspide, il blocco di branca (ritardo della conduzione dello stimolo elettrico
a livello ventricolare), con contrazioni ventricolari premature, nella
cardiostimolazione elettrica (pacemaker).
mercoledì 16 gennaio 2013
I glicosidi digitalici (digossina) - terza parte
La digossina è un farmaco che ha un indice terapeutico ristretto cioè
c'è un margine minimo di sicurezza nel suo utilizzo.
Pertanto quando si somministra la digossina, il paziente va monitorato
attentamente per cogliere tempestivamente i segni di intossicazione.
Il gatto, rispetto al cane, è più sensibile ai suoi effetti tossici.
Per utilizzare correttamente il farmaco bisogna tenere presente :
1) L'impiego della digossina non è indicato in patologie come il
tamponamento cardiaco, la pericardite costrittiva, la cardiomiopatia
ipertrofica, i disturbi della conduzione atrioventricolare, le aritmie
ventricolari, perché il suo meccanismo d'azione tende a peggiorare
la malattia.
2) Ci sono farmaci che, utilizzati assieme alla digossina, aumentano
la sua concentrazione nel sangue predisponendo all'intossicazione
come alcuni farmaci antiaritmici (chinidina, procainamide, amiodarone,
diltiazem, verapamil), antibiotici (eritromicina, tetracicline e aminoglicosidi),
tranquillanti (diazepam) e anticolinergici (atropina).
3) Alterazioni degli elettroliti nel sangue possono favorire l'intossicazione
digitalica come la diminuzione dei livelli nel sangue del potassio (ipokaliemia),
del sodio (iponatremia), del magnesio (ipomagnesemia) o l'aumento della
concentrazione del calcio (ipercalcemia).
Gli effetti collaterali della digossina riguardano principalmente l'apparato
gastroenterico, l'apparato cardiovascolare e il sistema nervoso.
- sintomi gastroenterici come anoressia, salivazione, vomito, diarrea
- sintomi cardiovascolari in genere per la presenza di blocchi atrioventricolari
o di tachicardie ventricolari ma possono essere presenti anche altre aritmie
- sintomi neurologici come debolezza, letargia, convulsioni
c'è un margine minimo di sicurezza nel suo utilizzo.
Pertanto quando si somministra la digossina, il paziente va monitorato
attentamente per cogliere tempestivamente i segni di intossicazione.
Il gatto, rispetto al cane, è più sensibile ai suoi effetti tossici.
Per utilizzare correttamente il farmaco bisogna tenere presente :
1) L'impiego della digossina non è indicato in patologie come il
tamponamento cardiaco, la pericardite costrittiva, la cardiomiopatia
ipertrofica, i disturbi della conduzione atrioventricolare, le aritmie
ventricolari, perché il suo meccanismo d'azione tende a peggiorare
la malattia.
2) Ci sono farmaci che, utilizzati assieme alla digossina, aumentano
la sua concentrazione nel sangue predisponendo all'intossicazione
come alcuni farmaci antiaritmici (chinidina, procainamide, amiodarone,
diltiazem, verapamil), antibiotici (eritromicina, tetracicline e aminoglicosidi),
tranquillanti (diazepam) e anticolinergici (atropina).
3) Alterazioni degli elettroliti nel sangue possono favorire l'intossicazione
digitalica come la diminuzione dei livelli nel sangue del potassio (ipokaliemia),
del sodio (iponatremia), del magnesio (ipomagnesemia) o l'aumento della
concentrazione del calcio (ipercalcemia).
Gli effetti collaterali della digossina riguardano principalmente l'apparato
gastroenterico, l'apparato cardiovascolare e il sistema nervoso.
- sintomi gastroenterici come anoressia, salivazione, vomito, diarrea
- sintomi cardiovascolari in genere per la presenza di blocchi atrioventricolari
o di tachicardie ventricolari ma possono essere presenti anche altre aritmie
- sintomi neurologici come debolezza, letargia, convulsioni
venerdì 11 gennaio 2013
La sindrome di Eisenmenger nel cane e nel gatto - prima parte
La sindrome di Eisenmenger, che prende il nome dal medico tedesco
Victor Eisenmenger (1864-1932) che per primo la descrisse, è una patologia
caratterizzata da ipertensione polmonare e da shunt destro-sinistro.
Le malattie congenite principali che portano alla sindrome di E. sono :
- difetto del setto interventricolare in genere di ampie dimensioni
- dotto arterioso persistente
- difetto del setto interatriale
- canale atrioventricolare che comprende il difetto del setto atriale, il
difetto del setto interventricolare e alterazioni delle valvole atrioventricolari
(mitrale e tricuspide)
In queste malattie, all'inizio, il flusso sanguigno scorre dal cuore sinistro al
cuore destro o da un vaso arterioso (con sangue ben ossigenato) ad un
vaso arterioso polmonare (con sangue poco ossigenato) e viene denominato
shunt sinistro-destro.
A causa dell'incremento del flusso di sangue nell'arteria polmonare e nei
suoi rami, comincia ad aumentare la pressione in questi vasi e gradualmente
si sviluppano alterazioni a carico della loro parete che portano ad un aumento
della resistenza vascolare e a incremento ulteriore della pressione polmonare
(ipertensione polmonare).
La relazione tra flusso di sangue, resistenza vascolare e pressione
sanguigna è : pressione = flusso x resistenza
Quando la pressione polmonare supera quella sistemica, si ha l'inversione
dello shunt (shunt destro-sinistro). Il sangue poco ossigenato si mischia
quindi con quello ben ossigenato facendo diminuire la quantità di ossigeno
nella circolazione sistemica che può portare alla comparsa di cianosi.
I sintomi che mostrano gli animali con sindrome di E. sono intolleranza
all'esercizio, dispnea (respiro difficoltoso), cianosi, convulsioni, sincope.
All'ascoltazione del cuore si può udire un secondo tono forte (provocato
dalla chiusura della valvola aortica e polmonare) e anche un suo sdoppiamento
per la presenza di ipertensione polmonare che ritarda la chiusura della valvola
polmonare.
Qualche volta si può anche udire un soffio sistolico alla base del cuore (dato
dal difetto del setto intervenrìtricolare) mentre raramente è presente un soffio
diastolico da insufficienza della valvola polmonare.
Victor Eisenmenger (1864-1932) che per primo la descrisse, è una patologia
caratterizzata da ipertensione polmonare e da shunt destro-sinistro.
Le malattie congenite principali che portano alla sindrome di E. sono :
- difetto del setto interventricolare in genere di ampie dimensioni
- dotto arterioso persistente
- difetto del setto interatriale
- canale atrioventricolare che comprende il difetto del setto atriale, il
difetto del setto interventricolare e alterazioni delle valvole atrioventricolari
(mitrale e tricuspide)
In queste malattie, all'inizio, il flusso sanguigno scorre dal cuore sinistro al
cuore destro o da un vaso arterioso (con sangue ben ossigenato) ad un
vaso arterioso polmonare (con sangue poco ossigenato) e viene denominato
shunt sinistro-destro.
A causa dell'incremento del flusso di sangue nell'arteria polmonare e nei
suoi rami, comincia ad aumentare la pressione in questi vasi e gradualmente
si sviluppano alterazioni a carico della loro parete che portano ad un aumento
della resistenza vascolare e a incremento ulteriore della pressione polmonare
(ipertensione polmonare).
La relazione tra flusso di sangue, resistenza vascolare e pressione
sanguigna è : pressione = flusso x resistenza
Quando la pressione polmonare supera quella sistemica, si ha l'inversione
dello shunt (shunt destro-sinistro). Il sangue poco ossigenato si mischia
quindi con quello ben ossigenato facendo diminuire la quantità di ossigeno
nella circolazione sistemica che può portare alla comparsa di cianosi.
I sintomi che mostrano gli animali con sindrome di E. sono intolleranza
all'esercizio, dispnea (respiro difficoltoso), cianosi, convulsioni, sincope.
All'ascoltazione del cuore si può udire un secondo tono forte (provocato
dalla chiusura della valvola aortica e polmonare) e anche un suo sdoppiamento
per la presenza di ipertensione polmonare che ritarda la chiusura della valvola
polmonare.
Qualche volta si può anche udire un soffio sistolico alla base del cuore (dato
dal difetto del setto intervenrìtricolare) mentre raramente è presente un soffio
diastolico da insufficienza della valvola polmonare.
domenica 6 gennaio 2013
La cardiomiopatia dilatativa del gatto (DCM) - seconda parte
I sintomi che presenta il gatto con DCM sono anoressia, disoressia (alterazione
dell'appetito), letargia, qualche volta vomito, tachipnea (respiro frequente),dispnea (respiro difficoltoso) e alle volte paresi degli arti posteriori e più
raramente di un arto anteriore.
Con lo sviluppo di insufficienza cardiaca destra l'animale può mostrare
dilatazione addominale per accumulo di liquido (ascite).
Con l'ascoltazione del cuore in caso di versamento pleurico e/o pericardico i toni
cardiaci possono essere attutiti. Altre volte si può rilevare un soffio o un ritmo di
galoppo (tre toni cardiaci invece dei due normali).
Spesso i sintomi compaiono improvvisamente.
La sintomatologia non è specifica di cardiomiopatia dilatativa in quanto
simile a quella di altre cardiomiopatie del gatto.
L'elettrocardigramma è spesso anomalo.
Si possono rilevare segni di dilatazione dell'atrio sinistro (onda P aumentata
di durata), complessi QRS allargati e con incremento del voltaggio indice di
dilatazione ventricolare, onde R a basso voltaggio per versamento pericardico
o pleurico.
Possono essere presenti anche diverse aritmie come complessi atriali prematuri,
tachicardia atriale, fibrillazione atriale, complessi ventricolari prematuri e
tachicardia ventricolare.
Queste alterazioni non sono diagnostiche per la DCM perché presenti anche
in altre cardiomiopatie.
La radiografia del torace mostra generalmente cardiomegalia, versamento
pleurico o edema polmonare.
Il versamento pleurico è più frequente dell'edema polmonare.
La diagnosi definitiva viene formulata con l'ecocardiografia e quella di
cardiomiopatia dilatativa da carenza di taurina anche con la misura della
concentrazione di questo aminoacido nel sangue.
I rilievi all'ecocardiografia sono quelli della disfunzione sistolica (diminuzione
dell'attività di pompa del cuore).
Possiamo notare l'aumento del diametro telesistolico (alla fine della sistole) del
ventricolo sinistro, la diminuzione della frazione d'accorciamento, della frazione
d'eiezione e della portata cardiaca e l'aumento del rapporto tra il diametro
dell'atrio sinistro e dell'aorta.
Il ventricolo sinistro e l'atrio sinistro sono dilatati e anche l'atrio destro e il
ventricolo destro possono essere dilatati in misura variabile.
In qualche caso sono riscontrabili trombi specialmente nell'atrio sinistro.
Può essere presente insufficienza delle valvole atrioventricolari (mitrale
e tricuspide).
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