L'esame ecocardiografico è fondamentale per fare la diagnosi di
cardiomiopatia dilatativa (DCM in inglese), asintomatica (occulta)
e sintomatica.
Con l'ecocardiografia possiamo valutare la presenza e il grado di disfunzione
sistolica e fare una diagnosi definitiva di DCM in tutti quei cani con malattia
miocardica, differenziandola da altre patologie che causano disfunzione sistolica.
Nei soggetti in fase "occulta" si possono evidenziare in alcuni di essi alcune
anomalie come l'aumento delle dimensioni telesistoliche (alla fine della sistole)
e anche telediastoliche del ventricolo sinistro, la diminuzione della frazione di
accorciamento (un indice della fase eiettiva), l'aumento della distanza del lembo
mitralico durante la massima apertura della valvola dal setto interventricolare
(detto EPSS).
Nei soggetti in fase sintomatica si possono rilevare numerose alterazioni
come la diminuzione degli indici della fase eiettiva (frazione d'accorciamento,
frazione d'eiezione, frazione di accorciamento circonferenziale), degli intervalli
di tempo sistolici (aumento del PEP= periodo pre-espulsivo, diminuzione
del LVET= periodo espulsivo), aumento dei diametri telesistolici e telediastolici
del ventricolo sinistro, dilatazione delle vene polmonari, dilatazione dell'atrio
sinistro, ipocinesi (movimento ridotto) della parete del venticolo sinistro e del
setto interventricolare, aumento dei volumi telesistolici e telediastolici in rapporto
(indicizzati) alla superficie corporea, presenza di rigurgito mitralico da lieve a
moderato, interessamento variabile delle camere destre del cuore.
Gli indici della fase eiettiva e gli intervalli di tempo sistolici valutano la funzione
sistolica del ventricolo sinistro ma vanno interpretati criticamente perché sono
influenzati da fattori quali il precarico, il postcarico, la frequenza cardiaca.
Per facilitare la diagnosi di cardiomiopatia dilatativa la Società Europea di
Cardiologia Veterinaria (ESVC) ha pubblicato delle linee guida basate
sull'utilizzo di criteri diagnostici maggiori e minori.
La presenza di un criterio maggiore è valutata tre punti, di un criterio minore
un punto.
La diagnosi di DCM è confermata quando il punteggio totale è di almeno sei punti.