La doxorubicina è un antibiotico che fa parte della famiglia delle antracicline
ed è utilizzata, come altri composti di questo gruppo, come farmaco
antitumorale nel cane, nel gatto e nell'uomo.
In campo cardiologico è impiegata nella chemioterapia dell'emangiosarcoma
canino, che è un tumore molto aggressivo, da sola o in associazione con la
ciclofosfamide e la vincristina ed il suo utilizzo aumenta la sopravvivenza dei
cani.
Inoltre in questo tumore la chemioterapia può essere aggiunta alla chirurgia
aumentando così l'aspettativa di vita.
Anche il linfoma cardiaco può essere trattato con la doxorubicina (è il tumore
cardiaco più frequente nel gatto).
La doxorubicina è però anche cardiotossica nel cane e nel gatto e questo
può creare dei problemi al suo impiego.
Il meccanismo di azione, che provoca effetti indesiderati sul cuore, non
è conosciuto ma è probabile che sia dato dalla formazione di radicali liberi
con fenomeni di perossidazione.
I radicali liberi sono delle molecole che vengono prodotte durante il
metabolismo dell'ossigeno e che, in condizioni normali, sono rimosse
per evitare danni all'organismo.
Quando però la loro produzione supera le capacità di eliminazione,
possono causare alterazioni alle cellule e ai tessuti.
La perossidazione è una reazione chimica provocata dai radicali liberi
che può danneggiare le strutture biologiche contenenti gli acidi grassi
(es. fosfolipidi della membrana cellulare).
All'esame istologico le lesioni riscontrabili sono variabili :
- vacuolizzazione delle cellule cardiache con la comparsa di strutture
chiamate vacuoli che possono portare alla degenerazione cellulare.
- miocitolisi (dissoluzione della cellula) per rottura della membrana cellulare
- atrofia della cellula con diminuzione del suo volume, con minore contenuto
di acqua e riduzione degli organuli cellulari
- fibrosi miocardica dove il tessuto cardiaco viene sostituito da tessuto
fibroso