La diagnosi di tronco arterioso comune è compiuta sia nell'uomo sia nel
cane e nel gatto utilizzando specialmente l'ecocardiografia.
Si possono impiegare anche mezzi diagnostici tradizionali come la radiografia,
l'elettrocardiogramma (con i quali però non si può fare una diagnosi definitiva)
e specialmente l'angiografia il cui utilizzo è andato diminuendo nel tempo mano
a mano che l'ecocardiografia si affermava come valido mezzo diagnostico.
Si possono anche impiegare mezzi diagnostici più recenti come la risonanza
magnetica.
Con l'ecocardiografia bidimensionale transtoracica possiamo in genere
visualizzare le presentazioni anatomiche della patologia come il vaso truncale,
la valvola truncale e le sue eventuali alterazioni, il percorso dei vasi polmonari.
Qualche volta, in casi selezionati, per visualizzare meglio i vasi polmonari,
può essere effettuata l'ecocardiografia transesofagea.
Con l'eco Doppler è possibile valutare la presenza e l'entità della stenosi e/o
dell'insufficienza della valvola truncale.
La terapia, fino ad oggi effettuata solo nell'uomo, è chirurgica in quanto il
50% dei neonati non operati muore entro il primo mese di vita e solo il 15%
è ancora vivo ad un anno d'età.
In medicina umana è possibile oggi effettuare un intervento radicale di
riparazione della patologia consistente in :
a) chiusura del difetto del setto interventricolare
b) distacco dell'arteria polmonare o delle arterie polmonari dal tronco arterioso
con ricostruzione dell'aorta.
c) interposizione di un condotto con valvola tra ventricolo destro e arteria
polmonare o arterie polmonari
d) eventuale riparazione o sostituzione della valvola truncale in presenza di una
sua grave insufficienza
La sopravvivenza, dopo chirurgia radicale, è del 90% a cinque anni e
dell' 85% a 15 anni.
La maggioranza dei pazienti, a venti anni dall'intervento, non presenta
scompenso cardiocircolatorio.,
La prima parte sul tronco arterioso nel cane e nel gatto può essere letta
cliccando sul seguente link :
http://www.infocardiovet.com/2013/06/tronco-arterioso-nel-cane-e-nel-gatto.html