La terapia di scelta dell'acromegalia nel gatto potrebbe essere, in un prossimo
futuro, chirurgica con l'asportazione del tumore ipofisario (ipofisectomia
transfenoidale).
In medicina umana la terapia chirurgica è molto efficace per la risoluzione
della malattia in presenza di tumori di piccole dimensioni, mentre lo è molto
meno per neoplasie di dimensioni maggiori (macroadenomi).
Nel gatto è segnalato un caso di acromegalia trattato con successo con
l'ipofisectomia transfenoidale.
La radioterapia è stata invece utilizzata in diversi gatti e può permettere la
regressione del diabete o un suo migliore controllo ma sono segnalate anche
delle recidive del tumore.
La terapia medica si avvale della somministrazione di sostanze come la
bromoscriptina o l'octreonide.
In qualche soggetto l'octreonide ha determinato una diminuzione dei livelli
nel sangue dell'ormone della crescita (GH) e pertanto una terapia a lungo
termine potrebbe essere utile.
In medicina umana è anche utilizzato un farmaco più recente, il pegvisomant,
che contrasta l'attività dell'ormone della crescita e la produzione di
somatomedina (IGF-1) e determina la diminuzione dei livelli di IGF-1
in circa il 90% dei soggetti.
La sopravvivenza media dei gatti con acromegalia è di circa un anno e
mezzo dal momento della diagnosi.
I gatti muoiono soprattutto per insufficienza cardiaca congestizia resistente
alla terapia, per insufficienza renale o per problemi legati all'espansione
del tumore ipofisario.
Elevati livelli di ormone della crescita sono stati rilevati in gatti con
cardiomiopatia ipertrofica ma senza tumore ipofisario e diabete mellito
ma questa relazione resta senza spiegazione.
Nel cane la terapia dell'acromegalia è la sterilizzazione dei soggetti o la
sospensione della somministrazione del progesterone.