delle malattie del cuore.
E' un potente vasodilatatore con un'azione che si esplica quasi unicamente
sulla muscolatura dei vasi arteriosi (le vene sono praticamente insensibili alla
sua azione) con l'aumento di una sostanza, la prostaciclina, che causa una
diminuzione del flusso del calcio all'interno della cellula.
Inoltre possiede un effetto inotropo positivo (aumento della contrattilità del
cuore) probabilmente dato dal rilascio di istamina che a sua volta stimola quello
della noraepinonefrina, una catecolamina, che aumenta la contrattilità del cuore.
Quando l'idralaziona è in azione si ha un calo delle resistenze vascolari
sistemiche (generali) con diminuzione anche marcata della pressione
sanguigna specialmente a livello del cervello, dei reni, dei vasi coronarici
e dell'intestino.
A dosaggio terapeutico la pressione scende anche del 40%.
Inoltre l'idralazina aumenta il flusso sanguigno del rene e può migliorare la
sua funzione alterata.
Infine incrementa la secrezione della renina, una sostanza che promuove un
sistema dell'organismo detto RAAS che attua la ritenzione di sodio ed acqua.
Le patologie che possono richiedere l'uso dell'idralazina, in genere
sempre in aggiunta ad una preesistente terapia cardiologica, sono:
- grave insufficienza mitralica refrattaria alla terapia (es. nell'endocardiosi)
- grave insufficienza aortica (es. nella endocardite infettiva)
- ampio difetto del setto interventricolare
- ipertensione sistemica (generale)
- ipertensione polmonare secondaria a filariosi
Un limite all'utilizzo del farmaco è la presenza di effetti collaterali come
ipotensione, anoressia, vomito e diarrea che sono relativamente comuni.
L'ipotensione può dare debolezza e depressione e qualche volta può anche
essere grave specialmente se l'animale è già in trattamento con un altro
vasodilatatore mentre il vomito può richiedere la sospensione o la riduzione
del dosaggio.
L'idralazina può stimolare la comparsa di tachicardia riflessa con un aumento
della frequenza cardiaca tale da richiedere l'uso di farmaci (beta bloccanti) per
diminuirla.
I dosaggi variano da 0.5 mg/kg a 3 mg/kg ogni 12 ore, cominciando in genere
con dosaggi bassi fino al raggiungimento della dose efficace, preferibilmente
con il controllo della pressione sanguigna.
Quindi l'idralazina è un farmaco utile nei casi refrattari alla terapia ma
la sua somministrazione richiede particolare attenzione e può essere
limitata dalla comparsa di effetti collaterali.
Potete anche leggere il post sui vasodilatatori nella cardiologia del cane e del
gatto http://www.infocardiovet.com/2012/09/luso-dei-vasodilatatori-nella.html