Il sotalolo viene utilizzato come antiaritmico nella terapia di diverse malattie cardiache :
- per via orale nella terapia cronica della tachicardia ventricolare
ereditaria del pastore tedesco assieme alla mexiletina, mentre somministrato
da solo può avere effetto proaritmico.
La proaritmia (da farmaco) è l'azione di un farmaco che favorisce l'insorgere
o il mantenimento di un'aritmia.
- nella terapia cronica della malattia aritmogena del ventricolo destro
del boxer da solo o assieme alla mexiletina. La terapia è più efficace quando
il sotalolo è somministrato assieme alla mexiletina.
- nella terapia cronica della cardiomiopatia dilatativa del cane sia nella fase
"occulta" (asintomatica), sia in quella sintomatica. Non si conosce quale possa
essere la reale azione del sotalolo nella prevenzione della morte improvvisa.
- con la contemporanea presenza di aritmie sopraventricolari e ventricolari
- per prevenire la ricomparsa della fibrillazione atriale dopo cardioversione
elettrica.
La cardioversione è una pratica medica che viene effettuata per ripristinare il
normale ritmo cardiaco con l'utilizzo di farmaci (cardioversione farmacologica)
o della corrente elettrica (cardioversione elettrica).
- nel gatto è stato impiegato con successo per trattare le tachicardie
ventricolari
- nell'uomo è stato usato in soggetti che avevano avuto un infarto miocardico
Gli effetti collaterali del sotalolo sono :
- legati alla sua attività betabloccante come ipotensione, bradicardia, vomito
e diarrea.
- effetti proaritmici per l'allungamento dell'intervallo QT nell'elettrocardiogramma
che nell'uomo possono portare all'insorgenza di una particolare aritmia, la
torsione di punta. Questi effetti proaritmici sono esaltati dalla contemporanea
presenza di ipokaliemia (potassio in concentrazione bassa nel sangue) che
può essere causata dalla somministrazione di diuretici.
- effetto inotropo negativo che, seppur meno evidente che in altri betaboccanti,
può peggiorare la sintomatologia in animali con disfunzione sistolica (riduzione
della attività di pompa del cuore) e pertanto in questa situazione si richiede un
monitoraggio attento degli animali
- con malattie del nodo del seno o del nodo atrioventricolare, patologie della
tiroide, insufficienza renale e feocromocitoma (un tumore localizzato
soprattutto alle ghiandole surrenali) viene consigliata cautela nell'uso del
sotalolo
La prima parte del post sul sotalolo la potete leggere al seguente indirizzo
http://www.infocardiovet.com/2013/11/il-sotalolo-nella-cardiologia-del-cane.html
martedì 31 dicembre 2013
Il sotalolo nella cardiologia del cane e del gatto - seconda parte
giovedì 26 dicembre 2013
Ventricolo destro a doppia uscita (VDDU) nel cane e nel gatto - seconda parte
Per rendere meno complicato l'approccio al VDDU, possiamo ricondurre
le sue numerose varianti a tre presentazioni anatomiche principali :
1) ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare sottoaortico
2) ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare sottopolmonare
3) ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare lontano dalle
grandi arterie
Nel ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare
(DIV) sottoaortico il sangue ossigenato, che proviene dal ventricolo sinistro
e raggiunge il ventricolo destro attraverso il DIV, entra in percentuale
maggiore in aorta perché questo vaso è più vicino al difetto interventricolare.
La malattia si sviluppa in modo differente se è presente o meno la stenosi
(restringimento) della valvola polmonare.
Con stenosi polmonare (la forma più frequente nell'uomo) il flusso di sangue
che entra nell'arteria polmonare è diminuito (ipoafflusso polmonare), mentre
la quantità di sangue poco ossigenato che va in aorta è aumentata, configurando
una situazione simile alla tetralogia di Fallot.
In assenza di stenosi polmonare, si ha un quadro simile alla patologia del
difetto del setto interventricolare dove una maggiore quantità di sangue
ossigenato entra nell'arteria polmonare (iperaflusso polmonare).
Nel ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare
(DIV) sottopolmonare (detto complesso di Taussig-Bing) il DIV è più
vicino all'arteria polmonare ed il sangue proveniente dal ventricolo sinistro
(sangue ossigenato) entra di preferenza in questo vaso mentre una quantità
minore va in aorta con un quadro simile a quello della trasposizione delle
grandi arterie con difetto del setto interventricolare.
Queste presentazioni possono ulteriormente variare per l'esistenza di altre
anomalie : nell'uomo le più frequenti sono la stenosi subaortica e la coartazione
dell'aorta.
Con una tale varietà di quadri anatomici, anche i sintomi clinici sono variabili :
si può andare dalla comparsa di cianosi subito dopo la nascita nel VDDU con
difetto sottopolmonare, alla cianosi più tardiva in quello con difetto sottoaortico.
La prima parte del ventricolo destro a doppia uscita al seguente link
http://www.infocardiovet.com/2013/05/ventricolo-destro-doppia-uscita-nel.html
,
le sue numerose varianti a tre presentazioni anatomiche principali :
1) ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare sottoaortico
2) ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare sottopolmonare
3) ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare lontano dalle
grandi arterie
Nel ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare
(DIV) sottoaortico il sangue ossigenato, che proviene dal ventricolo sinistro
e raggiunge il ventricolo destro attraverso il DIV, entra in percentuale
maggiore in aorta perché questo vaso è più vicino al difetto interventricolare.
La malattia si sviluppa in modo differente se è presente o meno la stenosi
(restringimento) della valvola polmonare.
Con stenosi polmonare (la forma più frequente nell'uomo) il flusso di sangue
che entra nell'arteria polmonare è diminuito (ipoafflusso polmonare), mentre
la quantità di sangue poco ossigenato che va in aorta è aumentata, configurando
una situazione simile alla tetralogia di Fallot.
In assenza di stenosi polmonare, si ha un quadro simile alla patologia del
difetto del setto interventricolare dove una maggiore quantità di sangue
ossigenato entra nell'arteria polmonare (iperaflusso polmonare).
Nel ventricolo destro a doppia uscita con difetto interventricolare
(DIV) sottopolmonare (detto complesso di Taussig-Bing) il DIV è più
vicino all'arteria polmonare ed il sangue proveniente dal ventricolo sinistro
(sangue ossigenato) entra di preferenza in questo vaso mentre una quantità
minore va in aorta con un quadro simile a quello della trasposizione delle
grandi arterie con difetto del setto interventricolare.
Queste presentazioni possono ulteriormente variare per l'esistenza di altre
anomalie : nell'uomo le più frequenti sono la stenosi subaortica e la coartazione
dell'aorta.
Con una tale varietà di quadri anatomici, anche i sintomi clinici sono variabili :
si può andare dalla comparsa di cianosi subito dopo la nascita nel VDDU con
difetto sottopolmonare, alla cianosi più tardiva in quello con difetto sottoaortico.
La prima parte del ventricolo destro a doppia uscita al seguente link
http://www.infocardiovet.com/2013/05/ventricolo-destro-doppia-uscita-nel.html
,
venerdì 20 dicembre 2013
I diuretici dell'ansa nella cardiologia del cane e del gatto - furosemide - terza parte
L' indicazione per l'uso in campo cardiologico della furosemide è principalmente
il trattamento dell'insufficienza cardiaca congestizia.
L'insufficienza cardiaca congestizia è definita come l'incapacità del cuore
a fornire una quantità adeguata di sangue per le necessità dell'organismo in
presenza di accumulo di liquidi nel polmone e/o negli organi addominali e nei
tessuti periferici.
La furosemide può essere somministrata per via orale nella terapia cronica
al dosaggio minimo efficace che dipende dalla gravità dei sintomi e dall'uso
concomitante di altri farmaci come gli ace inibitori o altri diuretici.
In linea di massima oscilla nel cane tra 1mg/Kg a giorni alterni e 4 mg/Kg ogni
otto ore mentre nel gatto i dosaggi sono più bassi e mediamente vanno da
1 mg/Kg ogni 2-3 giorni a 2 mg/Kg ogni 12 ore.
E' segnalato l'utilizzo nel gatto, nei casi refrattari, di dosaggi fino a 4 mg/Kg
ogni 12 ore.
Nell'edema polmonare grave la furosemide viene inizialmente somministrata
per via endovenosa mediamente a 2-8 mg/Kg ogni 2-6 ore nel cane e a
1-2 mg/Kg ogni 2 ore nel gatto.
In seguito al miglioramento clinico, i dosaggi e la frequenza di somministrazione
possono essere ridotti.
Gli effetti collaterali del farmaco sono :
- alterazioni degli elettroliti nel sangue (come diminuzione delle concentrazioni
del potassio, del magnesio, del sodio) che possono essere aggravate con la
somministrazione concomitante di altri diuretici
- aumento della tossicità sul rene (nefrotossicità) di farmaci come le
cefalosporine e gli aminoglicosidi
- azione tossica sull'apparato dell'udito (ototossicità), soprattutto con dosaggi
elevati, specialmente nel gatto
- l'uso concomitante di farmaci antinfiammatori (FANS) può aumentare
il rischio di sviluppo di insufficienza renale
Potete anche leggere la seconda parte sui diuretici dell'ansa
http://www.infocardiovet.com/2013/11/i-diuretici-dellansa-nella-cardiologia.html
-
il trattamento dell'insufficienza cardiaca congestizia.
L'insufficienza cardiaca congestizia è definita come l'incapacità del cuore
a fornire una quantità adeguata di sangue per le necessità dell'organismo in
presenza di accumulo di liquidi nel polmone e/o negli organi addominali e nei
tessuti periferici.
La furosemide può essere somministrata per via orale nella terapia cronica
al dosaggio minimo efficace che dipende dalla gravità dei sintomi e dall'uso
concomitante di altri farmaci come gli ace inibitori o altri diuretici.
In linea di massima oscilla nel cane tra 1mg/Kg a giorni alterni e 4 mg/Kg ogni
otto ore mentre nel gatto i dosaggi sono più bassi e mediamente vanno da
1 mg/Kg ogni 2-3 giorni a 2 mg/Kg ogni 12 ore.
E' segnalato l'utilizzo nel gatto, nei casi refrattari, di dosaggi fino a 4 mg/Kg
ogni 12 ore.
Nell'edema polmonare grave la furosemide viene inizialmente somministrata
per via endovenosa mediamente a 2-8 mg/Kg ogni 2-6 ore nel cane e a
1-2 mg/Kg ogni 2 ore nel gatto.
In seguito al miglioramento clinico, i dosaggi e la frequenza di somministrazione
possono essere ridotti.
Gli effetti collaterali del farmaco sono :
- alterazioni degli elettroliti nel sangue (come diminuzione delle concentrazioni
del potassio, del magnesio, del sodio) che possono essere aggravate con la
somministrazione concomitante di altri diuretici
- aumento della tossicità sul rene (nefrotossicità) di farmaci come le
cefalosporine e gli aminoglicosidi
- azione tossica sull'apparato dell'udito (ototossicità), soprattutto con dosaggi
elevati, specialmente nel gatto
- l'uso concomitante di farmaci antinfiammatori (FANS) può aumentare
il rischio di sviluppo di insufficienza renale
Potete anche leggere la seconda parte sui diuretici dell'ansa
http://www.infocardiovet.com/2013/11/i-diuretici-dellansa-nella-cardiologia.html
-
sabato 14 dicembre 2013
Atenololo nella cardiologia del cane e del gatto
L'atenololo è un farmaco betabloccante (classe II degli antiaritmici secondo
la classificazione di Vaughan Williams), idrosolubile e selettivo perché
agisce, a dosi terapeutiche, solo sui recettori beta 1 che sono presenti nel
cuore e non sui recettori beta 2 come, per esempio, il propranololo che infatti
è un betabloccante non selettivo.
Il recettore è una struttura posta sulla superficie o all'interno delle cellule che
può legarsi ad un farmaco o ad altre sostanze attivando in questo modo una
serie di processi biochimici nella cellula.
L'atenololo non attraversa la barriera ematoencefalica per cui gli effetti
collaterali sul sistema nervoso centrale sono molto meno evidenti di quelli
del propranololo.
La barriera ematoencefalica è una struttura attraverso la quale viene regolato
il passaggio delle sostanze chimiche dal sangue al sistema nervoso centrale
e viceversa. In questo modo il cervello è più protetto dall'azione negativa di
farmaci o tossine.
La sua biodisponibilità è elevata (circa il 90%) e l'eliminazione avviene
prevalentemente per via renale.
La biodisponibilità di un farmaco è la sua percentuale che arriva nel sangue
senza subire trasformazioni e quello con biodisponibilità maggiore raggiunge
l'organo, su cui deve agire, in quantità maggiore.
Le azioni sul cuore (effetti elettrofisiologici) sono simile a quelle degli altri
betabloccanti :
- riduzione della frequenza cardiaca (frequenza sinusale) per azione sul nodo
del seno
- diminuzione della conduzione dell'impulso elettrico a livello del nodo
atrioventricolare
- diminuzione dell'eccitabilità delle cellule atriali e ventricolari, condizionata
dall'attività del sistema simpatico. L'eccitabilità è la capacità della cellula
cardiaca di rispondere a determinati stimoli.
- riduzione della contrattilità del cuore e quindi particolare attenzione quando
è somministrato ad animali con insufficienza miocardica
- riduzione del consumo dell'ossigeno in seguito alla diminuzione della
frequenza cardiaca e della contrattilità
Le indicazioni per l'uso dell'atenololo sono :
- nella fibrillazione atriale assieme alla digossina in animali con insufficienza
cardiaca
- nelle tachicardie sopraventricolari
- nelle tachicardie ventricolari assieme ad altri antiaritmici
- nella stenosi subaortica e nella stenosi polmonare del cane per cercare di
ridurre i casi di morte improvvisa
- nella cardiomiopatia ipertrofica del gatto per diminuire o abolire il SAM
(movimento sistolico del lembo anteriore della valvola mitrale) che tende
ad ostruire il tratto di efflusso (di uscita) del ventricolo sinistro
la classificazione di Vaughan Williams), idrosolubile e selettivo perché
agisce, a dosi terapeutiche, solo sui recettori beta 1 che sono presenti nel
cuore e non sui recettori beta 2 come, per esempio, il propranololo che infatti
è un betabloccante non selettivo.
Il recettore è una struttura posta sulla superficie o all'interno delle cellule che
può legarsi ad un farmaco o ad altre sostanze attivando in questo modo una
serie di processi biochimici nella cellula.
L'atenololo non attraversa la barriera ematoencefalica per cui gli effetti
collaterali sul sistema nervoso centrale sono molto meno evidenti di quelli
del propranololo.
La barriera ematoencefalica è una struttura attraverso la quale viene regolato
il passaggio delle sostanze chimiche dal sangue al sistema nervoso centrale
e viceversa. In questo modo il cervello è più protetto dall'azione negativa di
farmaci o tossine.
La sua biodisponibilità è elevata (circa il 90%) e l'eliminazione avviene
prevalentemente per via renale.
La biodisponibilità di un farmaco è la sua percentuale che arriva nel sangue
senza subire trasformazioni e quello con biodisponibilità maggiore raggiunge
l'organo, su cui deve agire, in quantità maggiore.
Le azioni sul cuore (effetti elettrofisiologici) sono simile a quelle degli altri
betabloccanti :
- riduzione della frequenza cardiaca (frequenza sinusale) per azione sul nodo
del seno
- diminuzione della conduzione dell'impulso elettrico a livello del nodo
atrioventricolare
- diminuzione dell'eccitabilità delle cellule atriali e ventricolari, condizionata
dall'attività del sistema simpatico. L'eccitabilità è la capacità della cellula
cardiaca di rispondere a determinati stimoli.
- riduzione della contrattilità del cuore e quindi particolare attenzione quando
è somministrato ad animali con insufficienza miocardica
- riduzione del consumo dell'ossigeno in seguito alla diminuzione della
frequenza cardiaca e della contrattilità
Le indicazioni per l'uso dell'atenololo sono :
- nella fibrillazione atriale assieme alla digossina in animali con insufficienza
cardiaca
- nelle tachicardie sopraventricolari
- nelle tachicardie ventricolari assieme ad altri antiaritmici
- nella stenosi subaortica e nella stenosi polmonare del cane per cercare di
ridurre i casi di morte improvvisa
- nella cardiomiopatia ipertrofica del gatto per diminuire o abolire il SAM
(movimento sistolico del lembo anteriore della valvola mitrale) che tende
ad ostruire il tratto di efflusso (di uscita) del ventricolo sinistro
mercoledì 11 dicembre 2013
Doxorubicina e cuore nel cane e nel gatto - terza parte
L'esame ecocardiografico è molto importante per valutare la possibile azione
azione negativa della doxorubicina sul cuore del cane e del gatto.
Questo esame mette in evidenza la disfunzione sistolica (diminuzione della
capacità di pompare sangue) attraverso la misura di determinati parametri come
la frazione di accorciamento, la frazione d'eiezione, l'aumento delle dimensioni
telesistoliche (alla fine della sistole) del ventricolo sinistro, la dilatazione
dell'atrio sinistro.
Le alterazioni ecocardiografiche sono di solito già presenti al momento della
comparsa dei sintomi clinici.
Il controllo ecocardiografico deve essere effettuato prima di cominciare
il trattamento con la doxorubicina. Se l'animale presenta già disfunzione
sistolica, deve essere escluso dalla terapia.
Un ulteriore controllo ecocardiografico è eseguito durante il trattamento
che deve essere sospeso se l'animale mostra disfunzione sistolica.
E' consigliabile fare un esame ecocardiografico dopo tre cicli di terapia
nel cane e dopo cinque nel gatto e dopo ulteriori 1-3 cicli.
L'ecocardiografia è importante anche dopo la sospensione del trattamento
perché la disfunzione sistolica può insorgere anche a distanza di giorni o mesi
(nell'uomo anche di anni) dalla cessazione della terapia.
Sono stati impiegati alcuni farmaci per ridurre gli effetti collaterali della
doxorubcina tra i quali :
- il carvedilolo, un betabloccante, per i suoi effetti antiossidanti. La sua
somministrazione deve essere monitorata attentamente perché ha un'azione
inotropa negativa (diminuisce la contrattilità del cuore).
- il dexrazoxano protegge dalla formazione di radicali liberi e il suo uso
deve essere preso in considerazione nelle razze a rischio (es. Dobermann),
nei cani che hanno superato la dose normale cumulativa, negli animali con
preesistente malattia cardiaca e mancanza di farmaci chemioterapici
alternativi.
L'utilizzo della doxorubicina liposomiale, dove il farmaco è trasportato nel
sangue incapsulato in piccole vescicole dette liposomi, ha ridotto gli effetti
collaterali sul cuore.
Potete leggere la seconda parte di "doxorubicina e cuore" al seguente link
http://www.infocardiovet.com/2013/10/doxorubicina-e-cuore-nel-cane-e-nel.html
azione negativa della doxorubicina sul cuore del cane e del gatto.
Questo esame mette in evidenza la disfunzione sistolica (diminuzione della
capacità di pompare sangue) attraverso la misura di determinati parametri come
la frazione di accorciamento, la frazione d'eiezione, l'aumento delle dimensioni
telesistoliche (alla fine della sistole) del ventricolo sinistro, la dilatazione
dell'atrio sinistro.
Le alterazioni ecocardiografiche sono di solito già presenti al momento della
comparsa dei sintomi clinici.
Il controllo ecocardiografico deve essere effettuato prima di cominciare
il trattamento con la doxorubicina. Se l'animale presenta già disfunzione
sistolica, deve essere escluso dalla terapia.
Un ulteriore controllo ecocardiografico è eseguito durante il trattamento
che deve essere sospeso se l'animale mostra disfunzione sistolica.
E' consigliabile fare un esame ecocardiografico dopo tre cicli di terapia
nel cane e dopo cinque nel gatto e dopo ulteriori 1-3 cicli.
L'ecocardiografia è importante anche dopo la sospensione del trattamento
perché la disfunzione sistolica può insorgere anche a distanza di giorni o mesi
(nell'uomo anche di anni) dalla cessazione della terapia.
Sono stati impiegati alcuni farmaci per ridurre gli effetti collaterali della
doxorubcina tra i quali :
- il carvedilolo, un betabloccante, per i suoi effetti antiossidanti. La sua
somministrazione deve essere monitorata attentamente perché ha un'azione
inotropa negativa (diminuisce la contrattilità del cuore).
- il dexrazoxano protegge dalla formazione di radicali liberi e il suo uso
deve essere preso in considerazione nelle razze a rischio (es. Dobermann),
nei cani che hanno superato la dose normale cumulativa, negli animali con
preesistente malattia cardiaca e mancanza di farmaci chemioterapici
alternativi.
L'utilizzo della doxorubicina liposomiale, dove il farmaco è trasportato nel
sangue incapsulato in piccole vescicole dette liposomi, ha ridotto gli effetti
collaterali sul cuore.
Potete leggere la seconda parte di "doxorubicina e cuore" al seguente link
http://www.infocardiovet.com/2013/10/doxorubicina-e-cuore-nel-cane-e-nel.html
venerdì 6 dicembre 2013
La trasposizione completa delle grandi arterie nel cane e nel gatto - seconda parte
Nella trasposizione completa delle grandi arterie l'esame clinico può dare
il sospetto della malattia in presenza di cianosi che però è riscontrabile anche
in altre patologie congenite (es. tetralogia di Fallot).
Altri sintomi, che più comunemente si possono rilevare, sono la tachipnea
(respiro frequente), la dispnea (respiro difficoltoso) e l'anoressia.
All'ascoltazione del cuore qualche volta può essere udito un soffio da stenosi
polmonare o da difetto del setto interventricolare.
La radiografia toracica permette di valutare le dimensioni del cuore, i vasi
polmonari (spesso ridotti di calibro), la presenza o meno di edema polmonare
ma questo esame non è sufficiente per fare diagnosi di trasposizione.
L'elettrocardiogramma può essere normale o presentare segni di ipertrofia
del ventricolo sinistro, di entrambi i ventricoli o del ventricolo destro ma anche
in questo caso non si può diagnosticare la trasposizione.
L'ecocardiografia, invece, permette la diagnosi della malattia.
Con questo esame vengono in genere messe in evidenza le alterazioni
patologiche :
- discordanza tra ventricoli e grandi vasi (ventricolo destro e aorta, ventricolo
sinistro e arteria polmonare) e la concordanza tra atri e ventricoli
- comunicazioni tra gli atri (foro ovale) e tra i ventricoli (difetto del setto
interventricolare) e loro dimensioni
- presenza del dotto arterioso pervio (aperto) e di ostruzioni a livello del
tratto di efflusso (uscita) del ventricolo sinistro (es. stenosi polmonare)
L'ecocardiografia viene anche impiegata durante la manovra di Rashkind
che è eseguita per allargare la comunicazione tra gli atri.
Può anche essere impiegata l'ecocardiografia transesofagea dove la sonda
dell'ecografo viene introdotta nell'esofago.
Il cateterismo cardiaco viene ancora qualche volta usato per evidenziare
la presenza di altri difetti e soprattutto per effettuare la manovra di Rashkind.
Potete anche leggere la prima parte sulla trasposizione delle grandi arterie :
http://www.infocardiovet.com/2013/06/trasposizione-delle-grandi-arterie-nel.html
-
il sospetto della malattia in presenza di cianosi che però è riscontrabile anche
in altre patologie congenite (es. tetralogia di Fallot).
Altri sintomi, che più comunemente si possono rilevare, sono la tachipnea
(respiro frequente), la dispnea (respiro difficoltoso) e l'anoressia.
All'ascoltazione del cuore qualche volta può essere udito un soffio da stenosi
polmonare o da difetto del setto interventricolare.
La radiografia toracica permette di valutare le dimensioni del cuore, i vasi
polmonari (spesso ridotti di calibro), la presenza o meno di edema polmonare
ma questo esame non è sufficiente per fare diagnosi di trasposizione.
L'elettrocardiogramma può essere normale o presentare segni di ipertrofia
del ventricolo sinistro, di entrambi i ventricoli o del ventricolo destro ma anche
in questo caso non si può diagnosticare la trasposizione.
L'ecocardiografia, invece, permette la diagnosi della malattia.
Con questo esame vengono in genere messe in evidenza le alterazioni
patologiche :
- discordanza tra ventricoli e grandi vasi (ventricolo destro e aorta, ventricolo
sinistro e arteria polmonare) e la concordanza tra atri e ventricoli
- comunicazioni tra gli atri (foro ovale) e tra i ventricoli (difetto del setto
interventricolare) e loro dimensioni
- presenza del dotto arterioso pervio (aperto) e di ostruzioni a livello del
tratto di efflusso (uscita) del ventricolo sinistro (es. stenosi polmonare)
L'ecocardiografia viene anche impiegata durante la manovra di Rashkind
che è eseguita per allargare la comunicazione tra gli atri.
Può anche essere impiegata l'ecocardiografia transesofagea dove la sonda
dell'ecografo viene introdotta nell'esofago.
Il cateterismo cardiaco viene ancora qualche volta usato per evidenziare
la presenza di altri difetti e soprattutto per effettuare la manovra di Rashkind.
Potete anche leggere la prima parte sulla trasposizione delle grandi arterie :
http://www.infocardiovet.com/2013/06/trasposizione-delle-grandi-arterie-nel.html
-
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