L'atenololo è un farmaco betabloccante (classe II degli antiaritmici secondo
la classificazione di Vaughan Williams), idrosolubile e selettivo perché
agisce, a dosi terapeutiche, solo sui recettori beta 1 che sono presenti nel
cuore e non sui recettori beta 2 come, per esempio, il propranololo che infatti
è un betabloccante non selettivo.
Il recettore è una struttura posta sulla superficie o all'interno delle cellule che
può legarsi ad un farmaco o ad altre sostanze attivando in questo modo una
serie di processi biochimici nella cellula.
L'atenololo non attraversa la barriera ematoencefalica per cui gli effetti
collaterali sul sistema nervoso centrale sono molto meno evidenti di quelli
del propranololo.
La barriera ematoencefalica è una struttura attraverso la quale viene regolato
il passaggio delle sostanze chimiche dal sangue al sistema nervoso centrale
e viceversa. In questo modo il cervello è più protetto dall'azione negativa di
farmaci o tossine.
La sua biodisponibilità è elevata (circa il 90%) e l'eliminazione avviene
prevalentemente per via renale.
La biodisponibilità di un farmaco è la sua percentuale che arriva nel sangue
senza subire trasformazioni e quello con biodisponibilità maggiore raggiunge
l'organo, su cui deve agire, in quantità maggiore.
Le azioni sul cuore (effetti elettrofisiologici) sono simile a quelle degli altri
betabloccanti :
- riduzione della frequenza cardiaca (frequenza sinusale) per azione sul nodo
del seno
- diminuzione della conduzione dell'impulso elettrico a livello del nodo
atrioventricolare
- diminuzione dell'eccitabilità delle cellule atriali e ventricolari, condizionata
dall'attività del sistema simpatico. L'eccitabilità è la capacità della cellula
cardiaca di rispondere a determinati stimoli.
- riduzione della contrattilità del cuore e quindi particolare attenzione quando
è somministrato ad animali con insufficienza miocardica
- riduzione del consumo dell'ossigeno in seguito alla diminuzione della
frequenza cardiaca e della contrattilità
Le indicazioni per l'uso dell'atenololo sono :
- nella fibrillazione atriale assieme alla digossina in animali con insufficienza
cardiaca
- nelle tachicardie sopraventricolari
- nelle tachicardie ventricolari assieme ad altri antiaritmici
- nella stenosi subaortica e nella stenosi polmonare del cane per cercare di
ridurre i casi di morte improvvisa
- nella cardiomiopatia ipertrofica del gatto per diminuire o abolire il SAM
(movimento sistolico del lembo anteriore della valvola mitrale) che tende
ad ostruire il tratto di efflusso (di uscita) del ventricolo sinistro