Il benazepril, ampiamente utilizzato nella cardiologia del cane e del gatto,
è un farmaco ace-inibitore in quanto tende a bloccare l'azione dell'ace
(angiotensin converting enzyme), un enzima che trasforma l'angiotensina I
in angiotensina II.
L'angiotensina II è dotata di diverse azioni che nello scompenso cardiaco
cronico risultano deleterie per l'organismo :
- ha un'attività di vasocostrizione per cui tende ad aumentare la pressione
sanguigna e il lavoro che il cuore deve compiere
- determina la liberazione di aldosterone il quale promuove il riassorbimento
renale di acqua e sodio con incremento del volume di sangue circolante
- stimola la fibrosi, l'ipertrofia e l'apoptosi cardiaca
La fibrosi è la sostituzione del tessuto cardiaco normale con tessuto
connettivo che non possiede la capacità di contrarsi.
L'ipertrofia è l'aumento della massa del cuore senza incremento del
numero delle cellule cardiache.
L'apoptosi determina la morte cellulare programmata ed è regolata su
base genetica e può essere presente sia in condizioni fisiologiche (normali)
sia patologiche.
L'angiotensina II agisce all'interno del sistema denominato in inglese con
la sigla RAAS (renin-angiotensin-aldosterone system, in italiano sistema
renina-angiotensina-aldosterone) che, attivato nel corso delle malattie
cardiache, concorre allo sviluppo dello scompenso cardiaco.
Il benazepril per agire deve essere trasformato nel fegato in benazeprilato
(forma attiva).
Il farmaco viene eliminato nel cane in proporzione quasi equivalente con
le urine e con le feci mentre nel gatto l'eliminazione urinaria è più ridotta.
Per questa ragione il benazepril viene preferito ad altri ace-inibitori negli
animali con insufficienza renale.
Le azioni del benazepril sull'apparato cardiocircolatorio possono così
essere riassunte :
1) vasodilatazione arteriosa periferica con diminuzione delle resistenze
vascolari e meno evidente venodilatazione. Le resistenze vascolari sono
le forze che si oppongono al fluire del sangue nei vasi
2) diminuzione del precarico e postcarico del cuore. Il precarico corrisponde
al volume del sangue nel ventricolo a fine riempimento (a fine diastole).
Il postcarico è dato dalle forze che si oppongono allo svuotamento del cuore
e corrisponde grosso modo alla pressione sistolica (la massima) in aorta.
3) aumento della gittata sistolica che è la quantità di sangue espulsa dal cuore
ad ogni battito
L'attività del benazepril risulta quindi vantaggiosa negli animali con scompenso
cardiaco.