venerdì 23 maggio 2014

Lo scompenso cardiaco nel cane e nel gatto - ottava parte

In questo post vengono descritte le linee guida della terapia farmacologica
in fase acuta dei cani con malattia valvolare cronica in classe D di 
scompenso cardiaco, proposte dall'ACVIM (American College of Veterinary
Internal Medicine) nel 2009.
I soggetti in classe D sono refrattari (resistenti) alla terapia standard e
richiedono ulteriori trattamenti.

I cardiologi veterinari hanno raggiunto unanime consenso per
la terapia con :

- furosemide in bolo endovena (2 mg/Kg), seguito dalla ulteriore
  somministrazione di altri boli o dall'infusione continua endovena
  del farmaco (1 mg/Kg/ora) fino alla diminuzione della frequenza
  e del disagio respiratorio o per un massimo di quattro ore.
  Una volta iniziata la diuresi, si può permettere ai cani di bere.

- rimozione delle raccolte di liquidi (es.ascite, versamento pleurico) per
  migliorare la respirazione.

- diminuzione in modo deciso del postcarico, nei pazienti che possono
  tollerare una vasodilatazione arteriosa, con farmaci come il nitroprussiato 
  sodico (0,5-1 mcg/Kg/min per infusione continua) o idralazina (0,5-2 mg /Kg
  per via orale) o amlodipina (0,05-0,1 mg/Kg per via orale).
  I vasodilatatori diretti sono iniziati a dosaggi bassi e sono ridosati ogni ora
  fino ad un adeguato miglioramento clinico accompagnato da una diminuzione
  della pressione sistolica intorno al 5-10%.
  Il loro uso è raccomandato in aggiunta a quello del pimobendan e degli ace
  inibitori.
  Bisogna evitare l'ipotesione grave e prolungata, mantenendo la pressione
  sistolica sopra gli 85 mmHg e quella media maggiore di 60 mmHg.
  E' altresì raccomandata la misura della creatinina prima e dopo 24-72
  dall'inizio della terapia con questi farmaci.

- se necessario somministrazione di ossigeno e utilizzo della ventilazione 
   meccanica assistita.
    

Non è stato invece raggiunto un consenso unanime tra i cardiologi per l'uso
di questi farmaci :

- nitroprussiato e/o dobutamina per infusione endovenosa continua
  (0,5-1,0 mcg/Kg/min fino ad un massimo di 10 mcg/Kg/min) per 12-48
  ore in animali ritenuti troppo gravi per attendere gli effetti della terapia
  per via orale con monitoraggio continuo elettrocardiografico e pressorio
  per minimizzare i potenziali rischi del loro utilizzo.

- somministrazione del pimobendan tre volte al giorno

- sildenafil (1-2 mg/Kg per via orale ogni 12 ore) per trattare le esacerbazioni
  acute della malattia anche in assenza di diagnosi di ipertensione polmonare.

- broncodilatatori aggiunti alla terapia dell'edema polmonare.