Ci sono poche evidenze scientifiche e scarso consenso tra i medici
veterinari sulla terapia migliore da effettuare nel tromboembolismo
aortico del gatto.
Teoricamente la terapia ideale dovrebbe essere quella che porta alla dissoluzione
dell'embolo ma a tutt'oggi i risultati della terapia trombolitica sono sovrapponibili
a quelli di soggetti trattati con altre procedure terapeutiche.
Per ottenere la dissoluzione dell'embolo si può intervenire con la chirurgia, con
tecniche interventistiche o con la terapia medica.
La chirurgia è rappresentata dalla embolectomia chirurgica che consiste
nell'effettuare una laparotomia (apertura dell'addome) e un'incisione del vaso
interessato attraverso la quale si ottiene la fuoriuscita dell'embolo.
La dissoluzione dell'embolo si può anche ottenere con la trombectomia
reolitica (tecnica interventistica) con un catetere introdotto dall'arteria
femorale e con l'aspirazione dell'embolo utilizzando una soluzione salina
a pressione.
Gli svantaggi di queste metodiche sono principalmente la necessità di
un'anestesia generale ad alto rischio, l'operare su vasi di piccolo calibro
e il danno da riperfusione.
Per questo alcuni clinici ne sconsigliano l'utilizzo.
Il danno da riperfusione compare quando, in seguito alla trombolisi, si ottiene
un ripristino rapido del flusso sanguigno nei tessuti ischemici che porta allo
sviluppo di una grave infiammazione con liberazione nel sangue di potassio,
radicali liberi e tossine che determinano iperkaliemia e acidosi metabolica
con elevata mortalità.
L'iperkaliemia è l'aumento della concentrazione del potassio nel sangue.
L'acidosi metabolica è un aumento degli acidi nei tessuti e nel sangue che
diminuisce quindi il suo PH.
La terapia medica trombolitica comporta l'utilizzo di streptochinasi, urochinasi
e attivatore tissutale del plasminogeno.
Lo streptochinasi è un enzima prodotto dai batteri streptococchi che determina
trombolisi sistemica (generale).
L'urochinasi è anch'esso un enzima e agisce con azione simile a quella dello
streptochinasi.
Entrambi vengono utilizzati per infusione endovenosa continua.
L'attivatore tissutale del plasminogeno viene anch'esso somministrato per
infusione endovenosa continua (0.25-1.0 mg/Kg/ora per una dose totale di
1-10 mg/Kg) e ha un' azione trombolitica solo locale se somministrato a dosi
non elevate.
Questi farmaci sono generalmente efficaci se utilizzati precocemente dopo
l'evento ischemico, cosa che spesso non è possibile nei gatti.
Inoltre richiedono un monitoraggio stretto del paziente con frequenti
valutazioni del suo stato coagulativo.
Gli effetti collaterali più comuni sono il danno da riperfusione e la comparsa
di emorraggie con l'uso di streptochinasi e urochinasi.
La terapia trombolitica viene consigliata quando si verificano ischemie al
cervello, ai visceri addominali e ai reni in quanto è di primaria importanza il
ripristino di un adeguato flusso sanguigno.
Per approfondire il rapporto tra iperkaliemia e cuore potete cliccare sul
sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2013/09/elettroliti-e-cuore-nel-cane-e-nel.html
Potete anche leggere la terza parte del tromboembolismo aortico felino al
seguente link :
http://www.infocardiovet.com/2012/11/tromboembolismo-aortico-felino-terza.html