Il benazepril viene impiegato in numerose patologie cardiovascolari :
- malattia valvolare cronica
- cardiomiopatia dilatativa
- cardiomiopatia ipertrofica
- altre patologie cardiache con insufficienza cardiaca congestizia
- ipertensione arteriosa
E' impiegato inoltre nell'insufficienza renale cronica.
Nella malattia valvolare cronica del cane il suo utilizzo è controverso
nella classe B di scompenso cardiaco (animale asintomatico) mentre il suo
uso è consigliato nelle classi C e D in presenza di sintomi di insufficienza
cardiaca congestizia. La somministrazione degli ace inibitori aumenta la
sopravvivenza del cane con scompenso cardiaco.
Nella cardiomiopatia dilatativa del cane l'impiego del benazepril nel
Dobermann in fase asintomatica sembra ritardare la comparsa dei sintomi
dello scompenso cardiaco.
Nella cardiomiopatia ipertrofica del gatto nella fase asintomatica
l'uso degli ace inibitori nel Maine Coon non ha avuto un effetto positivo
sulla funzione diastolica e sull'ipertrofia cardiaca.
Per il trattamento dell'ipertensione sistemica del cane gli ace inibitori
sono il farmaco di scelta mentre nel gatto è più efficace l'amlodipina.
Il dosaggio di benazepril consigliato nello scompenso cardiaco è di
0.25-0.50 mg/Kg ogni 12-24 ore.
Gli effetti collaterali principali sono :
- ipotensione, raramente quando è somministrato da solo, più frequente
con i diuretici od altri vasodilatatori.
- iperkaliemia (potassio elevato nel sangue) specialmente se somministrato
contemporaneamente a integratori di potassio o allo spironolattone.
- sono anche segnalati anoressia, vomito, innalzamento dell'azotemia mentre,
al contrario dell'uomo, la tosse non sembra essere un problema per il cane
e il gatto.
Potete anche leggere la prima parte del post sul benazepril cliccando sul
sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2014/07/il-benazepril-nella-cardiologia-del.html
giovedì 31 luglio 2014
venerdì 25 luglio 2014
La dobutamina nella cardiologia del cane e del gatto
La dobutamina è una catecolamina sintetica con azione inotropa positiva
(aumento della contrattilità del cuore) a breve termine.
Agisce prevalentemente a carico dei recettori beta 1 (a livello cardiaco) e,
con azione molto meno evidente, sui recettori beta 2 e alfa 1 (a livello dei
vasi sanguigni).
Non determina il rilascio di catecolamine prodotte dall'organismo (catecolamine
endogene come l'adrenalina o la norarenalina).
I recettori sono delle strutture proteiche, situate spesso sulla superficie delle
cellule, alle quali si lega una sostanza (es. un farmaco, un ormone) per potere
esplicare la sua azione.
Alle dosi terapeutiche la dobutamina aumenta la contrattilità cardiaca, la
gittata sistolica, la portata cardiaca ed il flusso coronarico e diminuisce
la pressione diastolica del ventricolo (con una riduzione della tendenza
alla formazione dell'edema polmonare).
La frequenza cardiaca e la pressione sistemica (generale) sono poco
influenzate dall'azione del farmaco.
Le indicazioni per l'uso della dobutamina sono principalmente :
- controllo a breve termine dell'insufficienza cardiaca acuta grave
(per es. nelle patologiie valvolari o nella cardiomiopatia dilatativa)
- riacutizzazioni della insufficienza cardiaca cronica
La somministrazione della dobutamina è effettuata per infusione continua
endovenosa.
La concentrazione massima del farmaco è raggiunta in circa otto minuiti
mentre la sua emivita è di soli 1-2 minuti.
L'emivita di un farmaco è il tempo necessario per ridurre del 50% la
sua concentrazione nel sangue.
I dosaggi consigliati sono per il cane 5-20 mcg/Kg/min e per il
gatto 2-10 mcg/Kg/min.
Si è visto che in presenza di insufficienza miocardica la risposta alla
dobutamina è minore rispetto a quella di un cuore normale.
Pertanto anche le misure ecocardiografiche non variano di molto
dopo la somministrazione del farmaco.
Gli effetti collaterali della dobutamina sono soprattutto l'insorgenza
o il peggioramento delle aritmie (specialmente se si somministrano
dosaggi elevati) e la comparsa di ipertensione.
I gatti sono più sensibili alla dobutamina e possono presentare effetti
collaterali a dosi più basse.
(aumento della contrattilità del cuore) a breve termine.
Agisce prevalentemente a carico dei recettori beta 1 (a livello cardiaco) e,
con azione molto meno evidente, sui recettori beta 2 e alfa 1 (a livello dei
vasi sanguigni).
Non determina il rilascio di catecolamine prodotte dall'organismo (catecolamine
endogene come l'adrenalina o la norarenalina).
I recettori sono delle strutture proteiche, situate spesso sulla superficie delle
cellule, alle quali si lega una sostanza (es. un farmaco, un ormone) per potere
esplicare la sua azione.
Alle dosi terapeutiche la dobutamina aumenta la contrattilità cardiaca, la
gittata sistolica, la portata cardiaca ed il flusso coronarico e diminuisce
la pressione diastolica del ventricolo (con una riduzione della tendenza
alla formazione dell'edema polmonare).
La frequenza cardiaca e la pressione sistemica (generale) sono poco
influenzate dall'azione del farmaco.
Le indicazioni per l'uso della dobutamina sono principalmente :
- controllo a breve termine dell'insufficienza cardiaca acuta grave
(per es. nelle patologiie valvolari o nella cardiomiopatia dilatativa)
- riacutizzazioni della insufficienza cardiaca cronica
La somministrazione della dobutamina è effettuata per infusione continua
endovenosa.
La concentrazione massima del farmaco è raggiunta in circa otto minuiti
mentre la sua emivita è di soli 1-2 minuti.
L'emivita di un farmaco è il tempo necessario per ridurre del 50% la
sua concentrazione nel sangue.
I dosaggi consigliati sono per il cane 5-20 mcg/Kg/min e per il
gatto 2-10 mcg/Kg/min.
Si è visto che in presenza di insufficienza miocardica la risposta alla
dobutamina è minore rispetto a quella di un cuore normale.
Pertanto anche le misure ecocardiografiche non variano di molto
dopo la somministrazione del farmaco.
Gli effetti collaterali della dobutamina sono soprattutto l'insorgenza
o il peggioramento delle aritmie (specialmente se si somministrano
dosaggi elevati) e la comparsa di ipertensione.
I gatti sono più sensibili alla dobutamina e possono presentare effetti
collaterali a dosi più basse.
sabato 19 luglio 2014
Video di versamento pericardico con tamponamento in un cane
Video su You Tube di versamento pericardico con tamponamento in un cane
caricato da http://www.youtube.com/channel/UCQKbPlRlNw2493xkUj6ydUw
Riporto quattro immagini da questo video :
Immagine 1 l'aumentata pressione all'interno del sacco pericardico, per
l'accumulo di liquido, porta allo "schiacciamento" dell'atrio
destro del cuore (collasso atrio destro)
Immagine 2 il liquido presente nel sacco pericardico ostacola il riempimento
del cuore con diminuzione delle dimensioni dei ventricoli e
riduzione del sangue espulso dal cuore.
Immagine 3 dopo pericardiocentesi (rimozione del liquido all'interno del sacco
pericardico) il cuore può riempirsi normalmente e le dimensioni
del ventricolo sinistro (VS) sono maggiori.
Immagine 4 immagine riassuntiva dei cambiamenti prima e dopo la
pericardiocentesi (freccia gialla = collasso atrio destro,
AD = atrio destro, AS = atrio sinistro, VS = ventricolo
sinistro)
caricato da http://www.youtube.com/channel/UCQKbPlRlNw2493xkUj6ydUw
Riporto quattro immagini da questo video :
Immagine 1 l'aumentata pressione all'interno del sacco pericardico, per
l'accumulo di liquido, porta allo "schiacciamento" dell'atrio
destro del cuore (collasso atrio destro)
Immagine 1 - collasso dell'atrio destro |
Immagine 2 il liquido presente nel sacco pericardico ostacola il riempimento
del cuore con diminuzione delle dimensioni dei ventricoli e
riduzione del sangue espulso dal cuore.
Immagine 2 - riduzione delle dimensioni del ventricolo sinistro (VS) |
Immagine 3 dopo pericardiocentesi (rimozione del liquido all'interno del sacco
pericardico) il cuore può riempirsi normalmente e le dimensioni
del ventricolo sinistro (VS) sono maggiori.
Immagine 3 - dimensioni del ventricolo sinistro (VS) aumentate dopo pericardiocentesi |
Immagine 4 immagine riassuntiva dei cambiamenti prima e dopo la
pericardiocentesi (freccia gialla = collasso atrio destro,
AD = atrio destro, AS = atrio sinistro, VS = ventricolo
sinistro)
giovedì 17 luglio 2014
I biomarcatori cardiaci nel cane e nel gatto - seconda parte
Le troponine cardiache (cTnc, cTnt, cTnI) sono sostanze proteiche presenti
nel citoplasma della cellula muscolare cardiaca (cardiomiocita) che, assieme
a miosina, actina, tropomiosina, sono responsabili della contrazione del cuore.
Quando la cellula cardiaca subisce una grave lesione e va incontro a
morte (necrosi), libera nello spazio extracellulare queste sostanze in
modo proporzionale al danno subito.
Tra le troponine cardiache quella che viene normalmente utilizzata in
diagnostica è la troponina I (cTnI).
Nell'uomo la troponina I viene impiegata principalmente nella diagnosi
dell'infarto miocardico in quanto può aumentare considerevolmente la
sua concentrazione nel sangue ma anche per la valutazione di altre malattie
cardiache.
Cause più comuni nel cane e nel gatto di incremento delle concentrazioni
nel siero della troponina I
Danno cardiaco primario
cardiomiopatia dilatativa
cardiomiopatia ipertrofica
malattie cardiache sia congenite sia acquisite con insufficienza cardiaca
tumori cardiaci
Danno cardiaco secondario
traumi toracici
dilatazione e torsione dello stomaco
ipertensione polmonare
sindrome brachicefalica
colpo di calore
convulsioni
anemia
insufficienza renale
malattie infettive e parassitarie
farmaci
ipertiroidismo
La determinazione della troponina I può essere anche utilizzata, assieme
ad altri esami diagnostici, per :
- individuare nella razza Dobermann i soggetti con cardiomiopatia dilatativa
occulta (senza sintomi) in quanto i valori di troponina I sono più elevati
rispetto a quelli dei cani sani.
- distinguere versamenti pericardici idiopatici (senza causa definita) da quelli
causati da tumori (dove la concentrazione della troponina I è maggiore).
- correlare i valori di troponina con la mortalità da parvovirosi.
- monitorare il danno cardiaco da doxorubicina (farmaco antitumorale).
Potete leggere la prima parte dei biomarcatori nel cane e nel gatto
cliccando sul sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2014/04/i-biomarcatori-cardiaci-nel-cane-e-nel.html
nel citoplasma della cellula muscolare cardiaca (cardiomiocita) che, assieme
a miosina, actina, tropomiosina, sono responsabili della contrazione del cuore.
Quando la cellula cardiaca subisce una grave lesione e va incontro a
morte (necrosi), libera nello spazio extracellulare queste sostanze in
modo proporzionale al danno subito.
Tra le troponine cardiache quella che viene normalmente utilizzata in
diagnostica è la troponina I (cTnI).
Nell'uomo la troponina I viene impiegata principalmente nella diagnosi
dell'infarto miocardico in quanto può aumentare considerevolmente la
sua concentrazione nel sangue ma anche per la valutazione di altre malattie
cardiache.
Cause più comuni nel cane e nel gatto di incremento delle concentrazioni
nel siero della troponina I
Danno cardiaco primario
cardiomiopatia dilatativa
cardiomiopatia ipertrofica
malattie cardiache sia congenite sia acquisite con insufficienza cardiaca
tumori cardiaci
Danno cardiaco secondario
traumi toracici
dilatazione e torsione dello stomaco
ipertensione polmonare
sindrome brachicefalica
colpo di calore
convulsioni
anemia
insufficienza renale
malattie infettive e parassitarie
farmaci
ipertiroidismo
La determinazione della troponina I può essere anche utilizzata, assieme
ad altri esami diagnostici, per :
- individuare nella razza Dobermann i soggetti con cardiomiopatia dilatativa
occulta (senza sintomi) in quanto i valori di troponina I sono più elevati
rispetto a quelli dei cani sani.
- distinguere versamenti pericardici idiopatici (senza causa definita) da quelli
causati da tumori (dove la concentrazione della troponina I è maggiore).
- correlare i valori di troponina con la mortalità da parvovirosi.
- monitorare il danno cardiaco da doxorubicina (farmaco antitumorale).
Potete leggere la prima parte dei biomarcatori nel cane e nel gatto
cliccando sul sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2014/04/i-biomarcatori-cardiaci-nel-cane-e-nel.html
venerdì 11 luglio 2014
La nitroglicerina nella cardiologia del cane e del gatto - seconda parte
Le indicazioni per l'utilizzo della nitroglicerina sono l'insufficienza cardiaca
congestizia cronica e l'edema polmonare acuto.
La sua efficacia non è pienamente valutabile sia perché viene utilizzata
assieme ad altri farmaci di comprovata attività sia perché può sviluppare
tolleranza (resistenza al farmaco) o può essere presente un suo alterato
assorbimento quando è utilizzata per via transcutanea (pomata o cerotto).
Nelle linee guida della malattia valvolare cronica e scompenso cardiaco del
cane del gruppo di lavoro dell'ACVIM (American College of Veterinary
Internal Medicine) solo alcuni cardiologi propongono l'uso di questo farmaco
nello scompenso in fase acuta.
Il dosaggio della nitroglicerina come pomata al 2% è di 2-4 mg ogni 12 ore
nel gatto e di 4-12 mg ogni 6-8 ore nel cane e di 1/2 cerotto da 5 mg ogni 24 ore
nel gatto e nei cani di piccola taglia e un cerotto da 5 mg ogni 24 ore nei cani
di taglia grande.
La nitroglicerina viene applicata specialmente a livello del padiglione interno
dell'orecchio e della zona ascellare o inguinale.
Sporadicamente il farmaco è stato anche utilizzato per via endovenosa.
L'insorgenza della tolleranza alla nitroglicerina (tachifilassi), che si sviluppa
con ripetute somministrazioni entro 18-24 ore, riduce la sua l'attività terapeutica.
Per ovviare a questo inconveniente il farmaco è somministrato in modo
intermittente (per es. per 8-12 ore al giorno oppure per 24 ore con un
intervallo senza farmaco altrettanto lungo) ma pare che con questa procedura
il suo effetto non sia costante.
Non si conosce quali siano le cause precise della tachifilassi : potrebbero
essere la riduzione del volume di sangue circolante, la formazione di
radicali liberi, la diminuzione nei mitocondri dell'enzima aldeide deidrogenasi
(ALDH), il consumo dei gruppi sulfidrilici (SH) che sono necessari per
trasformare la nitroglicerina in ossido nitrico.
Gli effetti collaterali della nitroglicerina sono soprattutto ipotensione,
aumento della pressione endocranica con incremento del rischio di emorragia
cerebrale e reazioni cutanee nella zona di applicazione che possono essere
prevenute variando l'area di utilizzo.
La prima parte del post sulla nitroglicerina può essere letta cliccando sul
sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2014/05/la-nitroglicerina-nella-cardiologia-del.html
congestizia cronica e l'edema polmonare acuto.
La sua efficacia non è pienamente valutabile sia perché viene utilizzata
assieme ad altri farmaci di comprovata attività sia perché può sviluppare
tolleranza (resistenza al farmaco) o può essere presente un suo alterato
assorbimento quando è utilizzata per via transcutanea (pomata o cerotto).
Nelle linee guida della malattia valvolare cronica e scompenso cardiaco del
cane del gruppo di lavoro dell'ACVIM (American College of Veterinary
Internal Medicine) solo alcuni cardiologi propongono l'uso di questo farmaco
nello scompenso in fase acuta.
Il dosaggio della nitroglicerina come pomata al 2% è di 2-4 mg ogni 12 ore
nel gatto e di 4-12 mg ogni 6-8 ore nel cane e di 1/2 cerotto da 5 mg ogni 24 ore
nel gatto e nei cani di piccola taglia e un cerotto da 5 mg ogni 24 ore nei cani
di taglia grande.
La nitroglicerina viene applicata specialmente a livello del padiglione interno
dell'orecchio e della zona ascellare o inguinale.
Sporadicamente il farmaco è stato anche utilizzato per via endovenosa.
L'insorgenza della tolleranza alla nitroglicerina (tachifilassi), che si sviluppa
con ripetute somministrazioni entro 18-24 ore, riduce la sua l'attività terapeutica.
Per ovviare a questo inconveniente il farmaco è somministrato in modo
intermittente (per es. per 8-12 ore al giorno oppure per 24 ore con un
intervallo senza farmaco altrettanto lungo) ma pare che con questa procedura
il suo effetto non sia costante.
Non si conosce quali siano le cause precise della tachifilassi : potrebbero
essere la riduzione del volume di sangue circolante, la formazione di
radicali liberi, la diminuzione nei mitocondri dell'enzima aldeide deidrogenasi
(ALDH), il consumo dei gruppi sulfidrilici (SH) che sono necessari per
trasformare la nitroglicerina in ossido nitrico.
Gli effetti collaterali della nitroglicerina sono soprattutto ipotensione,
aumento della pressione endocranica con incremento del rischio di emorragia
cerebrale e reazioni cutanee nella zona di applicazione che possono essere
prevenute variando l'area di utilizzo.
La prima parte del post sulla nitroglicerina può essere letta cliccando sul
sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2014/05/la-nitroglicerina-nella-cardiologia-del.html
domenica 6 luglio 2014
Lo scompenso cardiaco nel cane e nel gatto - decima parte
Il gruppo di lavoro dell'ACVIM (American College of Veterinary Internal Medicine),
composto da cardiologi veterinari, ha fornito delle linee guida per l'alimentazione
dei cani con malattia cronica valvolare nelle varie classi di scompenso cardiaco.
CLASSE A nessuna raccomandazione
CLASSE B è suddivisa in CLASSE B1 e CLASSE B2
CLASSE B1 nessuna raccomandazione
CLASSE B2 non è stato raggiunto un consenso unanime sulla
terapia dietetica in questa sottoclasse.
La maggioranza dei cardiologi consiglia, sia nei cani di
piccola taglia sia in quelli di taglia maggiore, una lieve
restrizione di sodio (sale) e la somministrazione di una
dieta altamente appetibile con una adeguata quantità
di proteine e calorie per mantenere un'ottima condizione
corporea.
CLASSE C è stato raggiunto un consenso unanime sulle
seguenti raccomandazioni :
- mantenimento di una adeguata ingestione di calorie per
minimizzare la perdita di peso (specialmente a carico
della massa muscolare) come spesso accade nei
cani con insufficienza cardiaca congestizia.
- cercare le cause di anoressia (se presente) e se
possibile trattarle.
- pesare accuratamente il cane ad ogni visita e cercare
le cause di una perdita o di un guadagno di peso
- assicurare l'ingestione di diete con adeguate
percentuali di proteine evitando quelle a basso
contenuto proteico a meno che non sia presente
insufficienza renale.
- moderata restrizione di sodio tenendo conto di tutte
le fonti alimentari (es. anche il cibo offerto per facilitare
l'assunzione dei farmaci).
- monitorare le concentrazioni del potassio.
Integrarlo nella dieta se è identificata ipokaliemia
(potassio basso nel sangue).
L'iperkaliemia (potassio elevato nel sangue) è
molto più rara ma se è presente bisogna evitare
la somministrazione di diete o alimenti ad alto
contenuto di potassio.
Non è stato raggiunto invece un consenso unanime
sulle seguenti raccomandazioni :
- monitoraggio delle concentrazioni nel sangue di
magnesio specialmente con la progressione
dell'insufficienza cardiaca congestizia e negli animali
con aritmie.
Integrare con magnesio quando il suo livello nel sangue
è basso (ipomagnesemia).
- prendere in considerazione un' integrazione con acidi
grassi n-3 specialmente con diminuzione dell'appetito,
perdita della massa muscolare e presenza di aritmie.
CLASSE D per questa classe di scompenso valgono le
considerazioni fatte per i cani in classe C.
Inoltre negli animali con raccolte di liquido refrattarie alla
terapia si può tentare di ridurre ulteriormente l'apporto
di sodio nella dieta cercando di non compromettere
l'appetito o la funzione renale.
Potete anche leggere la descrizione delle classi di scompenso al seguente link :
http://www.infocardiovet.com/2014/03/lo-scompenso-cardiaco-nel-cane-e-nel_22.html
composto da cardiologi veterinari, ha fornito delle linee guida per l'alimentazione
dei cani con malattia cronica valvolare nelle varie classi di scompenso cardiaco.
CLASSE A nessuna raccomandazione
CLASSE B è suddivisa in CLASSE B1 e CLASSE B2
CLASSE B1 nessuna raccomandazione
CLASSE B2 non è stato raggiunto un consenso unanime sulla
terapia dietetica in questa sottoclasse.
La maggioranza dei cardiologi consiglia, sia nei cani di
piccola taglia sia in quelli di taglia maggiore, una lieve
restrizione di sodio (sale) e la somministrazione di una
dieta altamente appetibile con una adeguata quantità
di proteine e calorie per mantenere un'ottima condizione
corporea.
CLASSE C è stato raggiunto un consenso unanime sulle
seguenti raccomandazioni :
- mantenimento di una adeguata ingestione di calorie per
minimizzare la perdita di peso (specialmente a carico
della massa muscolare) come spesso accade nei
cani con insufficienza cardiaca congestizia.
- cercare le cause di anoressia (se presente) e se
possibile trattarle.
- pesare accuratamente il cane ad ogni visita e cercare
le cause di una perdita o di un guadagno di peso
- assicurare l'ingestione di diete con adeguate
percentuali di proteine evitando quelle a basso
contenuto proteico a meno che non sia presente
insufficienza renale.
- moderata restrizione di sodio tenendo conto di tutte
le fonti alimentari (es. anche il cibo offerto per facilitare
l'assunzione dei farmaci).
- monitorare le concentrazioni del potassio.
Integrarlo nella dieta se è identificata ipokaliemia
(potassio basso nel sangue).
L'iperkaliemia (potassio elevato nel sangue) è
molto più rara ma se è presente bisogna evitare
la somministrazione di diete o alimenti ad alto
contenuto di potassio.
Non è stato raggiunto invece un consenso unanime
sulle seguenti raccomandazioni :
- monitoraggio delle concentrazioni nel sangue di
magnesio specialmente con la progressione
dell'insufficienza cardiaca congestizia e negli animali
con aritmie.
Integrare con magnesio quando il suo livello nel sangue
è basso (ipomagnesemia).
- prendere in considerazione un' integrazione con acidi
grassi n-3 specialmente con diminuzione dell'appetito,
perdita della massa muscolare e presenza di aritmie.
CLASSE D per questa classe di scompenso valgono le
considerazioni fatte per i cani in classe C.
Inoltre negli animali con raccolte di liquido refrattarie alla
terapia si può tentare di ridurre ulteriormente l'apporto
di sodio nella dieta cercando di non compromettere
l'appetito o la funzione renale.
Potete anche leggere la descrizione delle classi di scompenso al seguente link :
http://www.infocardiovet.com/2014/03/lo-scompenso-cardiaco-nel-cane-e-nel_22.html
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