Il dotto arterioso pervio (aperto) è una delle tre patologie congenite cardiache
più frequenti nel cane ed è segnalato anche nel gatto.
Nel cane la chiusura del dotto è anche eseguita con la legatura chirurgica
che è stato il metodo di scelta per molti anni.
La legatura chirurgica è ancora la tecnica di elezione in presenza di un dotto
arterioso molto grande che non permette la chiusura con dispositivo di
occlusione o con dotto arterioso grosso in cani di piccola taglia.
Dagli anni novanta del secolo scorso anche in medicina veterinaria si è
cominciato ad eseguire la chiusura del vaso con dispositivi di occlusione.
Quando si usa questa metodica bisogna tenere in considerazione la taglia
dell'animale e le dimensioni e la forma del dotto.
Esiste una classificazione morfologica del dotto arterioso del cane
ottenuta mediante lo studio angiografico.Questa classificazione divide il
dotto in tre tipologie :
- tipo I - dotto che si assottiglia gradualmente nel suo decorso dall'arteria
aorta all'arteria polmonare
- tipo II - diviso in due sottotipi A e B
sottotipo A - il dotto si presenta tubulare con un brusco restringimento
vicino all'inserzione con l'arteria polmonare
sottotipo B - il diametro del dotto diminuisce marcatamente dall'inserzione
sull'aorta a quella sull'arteria polmonare
- tipo III - dotto tubolare con diametro che varia poco lungo il suo decorso.
I primi dispositivi da occlusione utilizzati nel cane sono stati i coils ed è presente
anche una segnalazione del loro uso nel gatto.
Il coil è una struttura a spirale formata da fili di metallo e da filamenti di dacron
(materiale sintetico) che favoriscono la formazione del trombo.
Il coil, montato su un catetere, viene introdotto nell'arteria femorale o nell'arteria
carotide oppure nella vena femorale o brachiale e, portato a livello del dotto,
è rilasciato all'interno del vaso.
Questo dispositivo deve essere utilizzato in soggetti che hanno un diametro
ridotto del dotto sul versante polmonare e non in animali con dotto tubolare.
La procedura interventistica con coil comporta una mortalità del 2,5% circa
e le embolizzazioni del dispositivo non sono rare.