mercoledì 26 novembre 2014

Elettroliti e cuore nel cane e nel gatto - quarta parte

Il calcio si trova nel sangue sotto forma di ione Ca++  per il 50%, legato alle
proteine plasmatiche per il 40% e sotto forma di complessi di calcio per il 10%.

L'ipercalcemia viene definita come aumento del calcio nel sangue (siero)
maggiore di 12 mg/dl e superiore a 1.45 mmol/L per il calcio ionico nei
soggetti adulti.
Negli animali giovani la concentrazione del calcio è più alta.

L'ipercalcemia può essere causata da :

- aumento del riassorbimento osseo del calcio 
- aumento dell'assorbimento gastrointestinale di calcio
- aumento delle proteine del siero che legano il calcio
- diminuzione dell'eliminazione del calcio per via gastroenterica e renale


Le principali condizioni di incremento del calcio nel sangue sono :

- cause fisiologiche                                  cuccioli in accrescimento

- tumori maligni senza metastasi            linfoma, adenocarcinoma ghiandole
  (ipercalcemia umorale maligna)               anali, mieloma multiplo, altri tumori
                                                                   dei tessuti molli

- tumori maligni metastatici

- insufficienza renale

- ipercalcemia idiopatica

- iperparatiroidismo primario

- ipoadrenocorticismo

- malattie scheletriche non maligne        osteomielite, osteodistrofia
                                                                    ipertrofica, osteoporosi da mancato
                                                                    uso

- cause nutrizionali                                    pervitaminosi D, ipervitaminosi A,
                                                                     eccessiva assunzione di calcio

 - altre cause                                              emoconcentrazione, iperproteinemia,
                                                                    grave ipotermia, errori di laboratorio


Con concentrazioni maggiori di 16 mg/dl si sviluppano aritmie potenzialmente
letali fino all'arresto cardiaco.
L'ipercalcemia favorisce la comparsa di intossicazione digitalica e,
se presente per lunghi periodi, predispone alla calcificazione del cuore
(miocardio, valvole), della parete dei vasi sanguigni e dei tessuti molli.
Inoltre l'ipercalcemia incrementa la contrattilità cardiaca e la pressione 
sistemica.
Modificazioni rilevabili nel tracciato elettrocardiografico sono il prolungamento
dell'intervallo PR e la riduzione di quello QT.

 





mercoledì 19 novembre 2014

Scompenso cardiaco nel cane e nel gatto - la risposta infiammatoria (seconda parte)

Le endoteline, in particolare l'Endotelina 1, sono sostanze proteiche che
sono prodotte principalmente dall'endotelio vascolare sotto forma di molecola
pre-pro ET (preproendotelina) che è trasformata da un'endopeptidasi (un
enzima) nella forma inattiva pro ET o Big ET (grande endotelina) la quale
viene modificata dall'enzima di conversione (ECE) nella forma attiva ET1
(Endotelina 1).

La produzione delle endoteline è stimolata da numerosi fattori, alcuni dei
quali implicati nello sviluppo dello scompenso cardiaco, come l'angiotensina II,
la vasopressina, il fattore di necrosi tumorale, l'interleuchina 1, l'ipossia
(diminuzione dell'ossigeno disponibile), le tossine batteriche.

L'endotelio vascolare è lo strato di cellule più interno della parete dei vasi che
è a contatto con il sangue.

Le endoteline si legano a due recettori specifici, ETa ed ETb.

Il recettore ETa si trova sulle fibrocellule muscolari lisce e sulle cellule del
cuore (cardiomiociti).
Il legame dell'endotelina con il recettore determina l'attivazione di mediatori
all'interno della cellula (inositoltrifosfato, diacilglicerolo), con il risultato finale
dell'entrata dello ione calcio nella cellula con un aumento della sensibilità della
troponina C ad esso.
Si ha quindi vasocostrizione e aumento della contrattilità cardiaca.
Inoltre abbiamo ridotta eliminazione di sodio con le urine e proliferazione delle
cellule muscolari lisce.

La troponina C è una delle proteine implicate nel processo di regolazione della
contrazione muscolare.

Il recettore ETb è localizzato principalmente nelle cellule endoteliali vasali ed
il suo legame con le endoteline promuove la vasodilatazione, l'eliminazione con
le urine del sodio e la diminuzione della pressione sistemica.
Il recettore ETb è presente anche sulle cellule muscolari lisce e produce effetti
simili a quelli del recettore ETa.

Il recettore è una struttura proteica posta sulla superficie o all'interno delle
cellule che può legarsi ad un farmaco o ad altre sostanze (es. ormoni) attivando
in questo modo una serie di processi biochimici nella cellula.

Le concentrazioni delle endoteline nel sangue sono aumentate in diverse
malattie tra cui l'ipertensione sistemica (generale), l'ipertensione polmonare
primaria e secondaria, l'infarto miocardico.
Inoltre a valori elevati delle endoteline nel sangue corrisponde un aumento
delle dimensioni degli atri e dei volumi telesistolici (a fine sistole) e telediastolici
(a fine diastole) dei ventricoli.

In medicina umana sono utilizzati alcuni farmaci detti ERA (Endothelin
Receptor Antagonist), come il bosentan e l'ambrisentan, che contrastano
l'attività delle endoteline in quanto sono antagonisti del recettore ETa
e/o del recettore ETb.
Questi farmaci sono impiegati nella terapia dell'ipertensione polmonare.
Il bosentan è stato usato anche nel cane ma solo a livello sperimentale.

La prima parte del post può essere letta cliccando sul sottostante link
http://www.infocardiovet.com/2014/10/lo-scompenso-cardiaco-nel-cane-e-nel.html









mercoledì 12 novembre 2014

Procedure interventistiche nel cane e nel gatto - sesta parte

La stenosi della valvola polmonare è uno dei difetti cardiaci congeniti più
frequenti del cane ed è segnalata anche nel gatto.

Le razze canine più interessate da questa patologia sono il boxer, il bulldog,
il beagle, il cocker spaniel, il samoiedo, il chihuahua, il west highland terrier,
il mastiff, lo schnautzer nano, il fox terrier.
La stenosi può essere sottovalvolare, sopravalvolare ma la forma più
comune, almeno nel cane, è quella valvolare.

La procedura interventistica per trattare la stenosi valvolare (valvuloplastica)
è stata impiegata nel cane già dagli anni ottanta del secolo scorso.

Esistono dei criteri per selezionare i soggetti da sottoporre alla valvuloplastica :

- in base al gradiente trasvalvolare (differenza di pressione tra ventricolo
  destro a pressione più alta e arteria polmonare a pressione più alta) la stenosi
  è classificata come stenosi valvolare lieve con gradiente transvalvolare minore
  di 50 mmHg, stenosi valvolare moderata tra 50 e 80 mmHg e stenosi valvolare
  grave con gradiente maggiore di 80 mmHg.
  In generale non viene raccomandata la valvuloplastica per la stenosi 
  valvolare lieve in quanto l'aspettativa di vita in questo caso è praticamente
  normale.
  Le raccomandazioni non sono univoche per i soggetti con stenosi moderata
  e probabilmente bisogna valutare caso per caso ma in genere viene
  consigliata la valvuloplastica nei cani giovani o con sintomi.
  Con stenosi grave la valvuloplastica è sempre raccomandata salvo alcune
  eccezioni particolari.

- in base al tipo di stenosi in quanto in quelle di tipo A, con lembi valvolari
  fusi e anulus valvolare normale, i risultati della valvuloplastica sono migliori
  rispetto a quelle di tipo B con lembi rudimentali e ispessiti e anulus ipoplastico
  (poco sviluppato con diametro ridotto),

  Ci sono poi soggetti appartenenti a certe razze (Boxer, Bulldog) con un'arteria
  coronaria anomala (tipo R2A) che determina una stenosi sottovalvolare.
  Durante la valvuloplastica quest'arteria viene compressa con sviluppo di
  ischemia e anche rottura del vaso e rischio di morte per l'animale. Pertanto
  in questi cani la valvuloplastica è controindicata.

- la presenza di sintomi, come intolleranza all'esercizio o sincope, rappresenta
  un'indicazione per la valvuloplastica.

- il peso del paziente può essere un limite per la valvuloplastica. In genere
  possono essere trattati soggetti con peso superiore a 2-3 kg.






mercoledì 5 novembre 2014

Pimobendan nella cardiologia del cane e del gatto - seconda parte

Il pimobendan viene utilizzato nei cani con insufficienza cardiaca da
cardiomiopatia dilatativa e da endocardiosi valvolare.
In questa specie è stato anche usato nell'ipertensione polmonare,
nell'endocardite infettiva, nella filariosi e in alcune malattie cardiache
congenite.

In particolare per l'endocardiosi mitralica le linee guida dell'ACVIM (American
Association Veterinary Internal Medicine) del 2009 consigliano di somministrare
il pimobendan a soggetti in classe C e D di scompenso cardiaco sia acuto sia cronico.

Alcuni studi hanno evidenziato :

- nel dobermann con cardiomiopatia dilatativa asintomatica il pimobendan
  ritarda la comparsa della sintomatologia e aumenta la sopravvivenza
- nel cane la somministrazione contemporanea  di pimobendan e furosemide
  aumenta la sopravvivenza nella malattia valvolare cronica rispetto al
  benazepril più furosemide
- non ci sono lavori che hanno valutato l'attività dell'associazione pimobendan
  e ace-inibitore sebbene l'ACVIM consigli l'utilizzo contemporaneo dei due
  farmaci nei cani  con endocardiosi valvolare in classe C e D di scompenso
  cardiaco
- in alcuni  cani con malattia valvolare cronica asintomatica è stato riscontrato
  un peggioramento delle lesioni valvolari in seguito alla somministrazione del
  pimobendan
- il pimobenban migliora nel cane alcuni paramentri ecocardiografici della
  funzione sistolica
- nel gatto il farmaco è stato impiegato in varie cardiopatie in presenza di
  insufficienza cardiaca e disfunzione sistolica (es.cardiomiopatia dilatativa,
  cardiomiopatia aritmogena, cardiomiopatia ipertrofica) ed ha mostrato una
  buona tollerabilità

La funzione sistolica riguarda quella parte del ciclo cardiaco durante la quale
gli atri o i ventricoli si contraggono ed espellono il sangue.