In presenza di shock cardiogeno possiamo rilevare segni di insufficienza
sistolica (es. con cardiomiopatia dilatativa primaria) e segni di insufficienza
cardiaca congestizia (es. con malattie delle valvole o con insufficienza diastolica).
L'insufficienza sistolica è l'inadeguata funzione di pompa del cuore
(contrazione cardiaca ed espulsione del sangue).
L'insufficienza diastolica è un'alterazione della fase di rilassamento
e di riempimento del cuore.
L'insufficienza cardiaca è l'incapacità del cuore a pompare una quantità
di sangue adeguata alle esigenze dell'organismo. Può essere provocata sia
dall'insufficienza sistolica sia da quella diastolica.
L'insufficienza cardiaca congestizia è l'incapacità del cuore a fornire una
quantità di sangue adeguata per le necessità dell'organismo in presenza di
accumulo di liquidi nel polmone e/o negli organi addominali e nei tessuti
periferici.
Con shock cardiogeno l'animale presenta disorientamento, debolezza, letargia,
collasso e ipotermia.
Le mucose possono presentarsi pallide, il tempo di riempimento capillare è
aumentato, il polso è debole, alle volte aritmico e paradosso con versamento
pericardico e le estremità sono fredde.
Con insufficienza cardiaca congestizia si può osservare distensione delle vene
giugulari, polso giugulare, dispnea e tachipnea.
All'ascoltazione del cuore può essere udito un soffio e/o un ritmo di galoppo
(che possono indicare una patologia primaria del cuore) mentre la frequenza
cardiaca è in genere aumentata (eccetto nel caso di bradiaritmie primarie).
Con versamenti pleurici o pericardici i toni cardiaci possono essere attutiti
e difficili da rilevare.
Una diminuzione della perfusione ai reni porta alla comparsa di oliguria od
anuria, mentre una diminuzione del flusso sanguigno all'apparato gastroenterico
può determinare la comparsa di vomito o diarrea emorragica.
La diagnosi strumentale è fatta principalmente con l'elettrocardiogramma,
la radiografia toracica e l'ecocardiogramma.
sabato 26 settembre 2015
venerdì 18 settembre 2015
Peptidi natriuretici nel cane e nel gatto - terza parte
Attualmente i peptidi natriuretici sono ampiamente utilizzati sia in medicina
umana sia nella medicina del cane e del gatto.
Vengono impiegati, con altri esami diagnostici, principalmente per :
- diagnosi dell'insufficienza cardiaca
- rilevare animali con malattia asintomatica (sub-clinica, occulta)
- prevedere il rischio di mortalità per patologie cardiache
- individuare animali a rischio di scompenso cardiaco
Nel futuro i peptidi natriuretici potranno essere sempre più utilizzati per :
- monitorare la progressione della malattia e la risposta alla terapia
- guidare la scelta della terapia
Attualmente è disponibile il test per la determinazione nel siero del NT-proBNP.
Dai numerosi studi pubblicati si è tra l'altro rilevato :
- la concentrazione dell'NT-proBNP permette di differenziare cani e
gatti con dispnea da malattia respiratoria e dispnea di origine cardiaca
in quanto i secondi presentano livelli del peptide natriuretico più elevati
(sensibilità per cane e gatto rispettivamente del 92% e 94% , specificità
rispettivamente del 100% e 88%)
- nei cani con malattia valvolare cronica e asintomatici, i valori dell'NT-proBNP
sono più elevati (maggiori di 2150 pmol/L) nei cani che sviluppano
insufficienza cardiaca congestizia rispetto a quelli che rimangono asintomatici
con una sensibilità del 77% e una specificità del 69%.
Il 36% dei cani con valori superiori a 3000 pmol/L manifesta insufficienza
cardiaca congestizia entro sei mesi.
Quindi cani con valori elevati di NT-proBNP devono essere tenuti sotto
controllo dai proprietari per rilevare tempestivamente la comparsa di
sintomi riferibili all'insufficienza cardiaca (es. debolezza, intolleranza
all'esercizio)
- nella razza Dobermann con cardiomiopatia dilatativa asintomatica i valori
dell'NT-proBNP sono aumentati.
- nel gatto l'NT-proBNP aumenta nelle forme asintomatiche delle cardiomiopatie
con una sensibilità del 86% e una specificità del 91% con valore cut off (soglia)
di 46 pmol/L
La sensibilità di un test è la capacità di individuare gli animali malati
La specificità di un test è la capacità di individuare gli animali sani.
Il valore soglia (cut-off) rappresenta il limite di separazione tra la negatività
e la positività di un test e generalmente corrisponde anche alla separazione
tra soggetto malato e soggetto sano.
Quando il valore soglia è basso aumenta la sensibilità, quando è più alto
aumenta la specificità.
umana sia nella medicina del cane e del gatto.
Vengono impiegati, con altri esami diagnostici, principalmente per :
- diagnosi dell'insufficienza cardiaca
- rilevare animali con malattia asintomatica (sub-clinica, occulta)
- prevedere il rischio di mortalità per patologie cardiache
- individuare animali a rischio di scompenso cardiaco
Nel futuro i peptidi natriuretici potranno essere sempre più utilizzati per :
- monitorare la progressione della malattia e la risposta alla terapia
- guidare la scelta della terapia
Attualmente è disponibile il test per la determinazione nel siero del NT-proBNP.
Dai numerosi studi pubblicati si è tra l'altro rilevato :
- la concentrazione dell'NT-proBNP permette di differenziare cani e
gatti con dispnea da malattia respiratoria e dispnea di origine cardiaca
in quanto i secondi presentano livelli del peptide natriuretico più elevati
(sensibilità per cane e gatto rispettivamente del 92% e 94% , specificità
rispettivamente del 100% e 88%)
- nei cani con malattia valvolare cronica e asintomatici, i valori dell'NT-proBNP
sono più elevati (maggiori di 2150 pmol/L) nei cani che sviluppano
insufficienza cardiaca congestizia rispetto a quelli che rimangono asintomatici
con una sensibilità del 77% e una specificità del 69%.
Il 36% dei cani con valori superiori a 3000 pmol/L manifesta insufficienza
cardiaca congestizia entro sei mesi.
Quindi cani con valori elevati di NT-proBNP devono essere tenuti sotto
controllo dai proprietari per rilevare tempestivamente la comparsa di
sintomi riferibili all'insufficienza cardiaca (es. debolezza, intolleranza
all'esercizio)
- nella razza Dobermann con cardiomiopatia dilatativa asintomatica i valori
dell'NT-proBNP sono aumentati.
- nel gatto l'NT-proBNP aumenta nelle forme asintomatiche delle cardiomiopatie
con una sensibilità del 86% e una specificità del 91% con valore cut off (soglia)
di 46 pmol/L
La sensibilità di un test è la capacità di individuare gli animali malati
La specificità di un test è la capacità di individuare gli animali sani.
Il valore soglia (cut-off) rappresenta il limite di separazione tra la negatività
e la positività di un test e generalmente corrisponde anche alla separazione
tra soggetto malato e soggetto sano.
Quando il valore soglia è basso aumenta la sensibilità, quando è più alto
aumenta la specificità.
giovedì 10 settembre 2015
Angiostrongilosi (Angiostrongylus vasorum) cardiopolmonare del cane - terza parte
La diagnosi definitiva della patologia può essere attuata con diversi esami :
- Test di Baermann per la ricerca delle larve di angiotrongylus nelle feci o con
il lavaggio tracheobronchiale
- Esame PCR (polimerase chain reaction) sul sangue per la ricerca del DNA
del parassita
- Tecniche immunocromatografiche od Elisa per la ricerca degli antigeni
Si reputa che vengano individuati circa il 50 % dei cani infestati con un singolo
esame di Baermann in quanto l'eliminazione delle larve è intermittente.
Pertanto viene consigliato di raccogliere le feci per tre giorni consecutivi
per migliorare l'affidabilità del test.
Il trattamento dell'angiostrongilosi prevede la terapia di supporto e la terapia
antielmintica.
La terapia di supporto è correlata alla gravità del quadro clinico.
Nei casi più severi può essere somministrato l'ossigeno per supportare la
funzione respiratoria e trasfusioni di sangue o plasma in presenza di gravi
emorragie mentre per gli animali dispnoici viene consigliato il riposo in gabbia.
I corticosteroidi possono essere utili con reazioni anafilattiche o trombocitopenia
(diminuzione delle piastrine) immunomediata.
Sono stati anche impiegati broncodilatatori, diuretici e ace-inibitori.
Attualmente i farmaci utilizzati per la terapia antielmintica sono il fenbendazolo
(20-50 mg/Kg per 5-20 giorni), la milbemicina ossima (0,5 mg/Kg una volta
alla settimana per quattro settimane) e la moxidectina spot-on al 2,5% (una
sola volta, eventualmente ripetuta dopo trenta giorni).
Viene anche consigliato di eseguire il test di Baermann dopo sei settimane
dalla somministrazione di moxidectina e dopo tre settimane da quella del
fenbendazolo anche per escludere che gli animali diventino portatori
asintomatici e quindi serbatoi di nuove infestazioni.
La prognosi è buona per la maggioranza dei cani trattati anche se ciò dipende
dalla gravità dei sintomi.
Quelli respiratori scompaiono generalmente 1-2 settimane dopo l'inizio della
terapia mentre nei casi più gravi possono permanere sintomi dopo l'eliminazione
dei parassiti.
Nei cani con segni neurologici la prognosi a lungo termine è generalmente
buona.
La mortalità è dovuta soprattutto alle emorragie e all'insufficienza respiratoria.
La profilassi dell'angiostrongilosi prevede di evitare il più possibile il contatto
e l'ingestione di lumache e chiocciole da parte dei cani.
L'uso di molluschicidi non sembra invece influenzare la percentuale degli
animali infestati.
Probabilmente l'utilizzo regolare di trattamenti antielmintici è la forma più
efficace di prevenzione nelle aree endemiche.
Per la profilassi sono stati impiegati la moxidectina e la milbemicina.
- Test di Baermann per la ricerca delle larve di angiotrongylus nelle feci o con
il lavaggio tracheobronchiale
- Esame PCR (polimerase chain reaction) sul sangue per la ricerca del DNA
del parassita
- Tecniche immunocromatografiche od Elisa per la ricerca degli antigeni
Si reputa che vengano individuati circa il 50 % dei cani infestati con un singolo
esame di Baermann in quanto l'eliminazione delle larve è intermittente.
Pertanto viene consigliato di raccogliere le feci per tre giorni consecutivi
per migliorare l'affidabilità del test.
Il trattamento dell'angiostrongilosi prevede la terapia di supporto e la terapia
antielmintica.
La terapia di supporto è correlata alla gravità del quadro clinico.
Nei casi più severi può essere somministrato l'ossigeno per supportare la
funzione respiratoria e trasfusioni di sangue o plasma in presenza di gravi
emorragie mentre per gli animali dispnoici viene consigliato il riposo in gabbia.
I corticosteroidi possono essere utili con reazioni anafilattiche o trombocitopenia
(diminuzione delle piastrine) immunomediata.
Sono stati anche impiegati broncodilatatori, diuretici e ace-inibitori.
Attualmente i farmaci utilizzati per la terapia antielmintica sono il fenbendazolo
(20-50 mg/Kg per 5-20 giorni), la milbemicina ossima (0,5 mg/Kg una volta
alla settimana per quattro settimane) e la moxidectina spot-on al 2,5% (una
sola volta, eventualmente ripetuta dopo trenta giorni).
Viene anche consigliato di eseguire il test di Baermann dopo sei settimane
dalla somministrazione di moxidectina e dopo tre settimane da quella del
fenbendazolo anche per escludere che gli animali diventino portatori
asintomatici e quindi serbatoi di nuove infestazioni.
La prognosi è buona per la maggioranza dei cani trattati anche se ciò dipende
dalla gravità dei sintomi.
Quelli respiratori scompaiono generalmente 1-2 settimane dopo l'inizio della
terapia mentre nei casi più gravi possono permanere sintomi dopo l'eliminazione
dei parassiti.
Nei cani con segni neurologici la prognosi a lungo termine è generalmente
buona.
La mortalità è dovuta soprattutto alle emorragie e all'insufficienza respiratoria.
La profilassi dell'angiostrongilosi prevede di evitare il più possibile il contatto
e l'ingestione di lumache e chiocciole da parte dei cani.
L'uso di molluschicidi non sembra invece influenzare la percentuale degli
animali infestati.
Probabilmente l'utilizzo regolare di trattamenti antielmintici è la forma più
efficace di prevenzione nelle aree endemiche.
Per la profilassi sono stati impiegati la moxidectina e la milbemicina.
giovedì 3 settembre 2015
Vasopressina e scompenso cardiaco nel cane e nel gatto - seconda parte
Nello scompenso cardiaco le principali azioni della vasopressina sono la
vasocostrizione e la ritenzione idrica con diminuzione delle urine emesse.
La vasocostrizione deriva dalla stimolazione dei recettori V1 che si trovano
nello strato muscolare della parete dei vasi e provoca un aumento delle
resistenze periferiche e quindi della pressione arteriosa che è debole nel
soggetto sano ma evidente nello shock ipovolemico.
La ritenzione idrica è data dalla stimolazione dei recettori V2 a livello
dei tubuli collettori del rene con l'attivazione dell'acquaporina-2 (proteina
di trasporto dell'acqua) nella membrana plasmatica delle cellule epiteliali
del tubulo collettore e aumento del riassorbimento renale dell'acqua.
Nello scompenso cardiaco vi può essere un rilascio "paradosso" della
vasopressina nonostante la presenza sia della diminuzione dell'osmolarità
del sangue sia dell'aumento delle pressioni di riempimento delle camere
cardiache che dovrebbero invece inibire il suo rilascio.
Questo rilascio paradosso, che può determinare in soggetti scompensati
iponatremia da diluizione (diminuzione del sodio nel sangue per aumento
del suo volume), sembra sia dovuto all'attività dei barocettori in seguito alla
diminuzione della pressione arteriosa.
Per contrastare questo evento nell'uomo sono utilizzati dei farmaci (vaptani)
come il tolvaptan, il lixivaptan, il conivaptan.
Queste sostanze aumentano l'eliminazione renale dell'acqua, riducono
l'osmolarità delle urine e incrementano i livelli del sodio nel sangue quando
sono somministrati a pazienti con iponatremia.
La prima parte del post sulla vasopressina può essere letto cliccando sul
sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2015/01/vasopressina-e-scompenso-cardiaco-nel.html
vasocostrizione e la ritenzione idrica con diminuzione delle urine emesse.
La vasocostrizione deriva dalla stimolazione dei recettori V1 che si trovano
nello strato muscolare della parete dei vasi e provoca un aumento delle
resistenze periferiche e quindi della pressione arteriosa che è debole nel
soggetto sano ma evidente nello shock ipovolemico.
La ritenzione idrica è data dalla stimolazione dei recettori V2 a livello
dei tubuli collettori del rene con l'attivazione dell'acquaporina-2 (proteina
di trasporto dell'acqua) nella membrana plasmatica delle cellule epiteliali
del tubulo collettore e aumento del riassorbimento renale dell'acqua.
Nello scompenso cardiaco vi può essere un rilascio "paradosso" della
vasopressina nonostante la presenza sia della diminuzione dell'osmolarità
del sangue sia dell'aumento delle pressioni di riempimento delle camere
cardiache che dovrebbero invece inibire il suo rilascio.
Questo rilascio paradosso, che può determinare in soggetti scompensati
iponatremia da diluizione (diminuzione del sodio nel sangue per aumento
del suo volume), sembra sia dovuto all'attività dei barocettori in seguito alla
diminuzione della pressione arteriosa.
Per contrastare questo evento nell'uomo sono utilizzati dei farmaci (vaptani)
come il tolvaptan, il lixivaptan, il conivaptan.
Queste sostanze aumentano l'eliminazione renale dell'acqua, riducono
l'osmolarità delle urine e incrementano i livelli del sodio nel sangue quando
sono somministrati a pazienti con iponatremia.
La prima parte del post sulla vasopressina può essere letto cliccando sul
sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2015/01/vasopressina-e-scompenso-cardiaco-nel.html
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