La valvuloplastica della polmonare viene eseguita con un catetere, munito ad
una estremità di un pallone, che viene introdotto nella vena giugulare o nella
vena femorale e, sotto controllo radioscopico, portato a livello della valvola
stenotica.
Quindi il pallone viene gonfiato con mezzo di contrasto e soluzione fisiologica
per una-tre volte per circa cinque-dieci secondi fino alla scomparsa della
strozzatura della valvola visibile alla radioscopia.
Il diametro del pallone deve essere 1,2-1,6 il diametro dell'annulus (anello)
valvolare.
La misura dell'annulus è calcolata con l'impiego dell'ecocardiografia (transtoracica
o transesofagea) e dell'angiografia.
In caso di annulus troppo grosso o con dimensioni della vena giugulare e femorale
troppo ridotte, viene usata la tecnica del double balloon dove due palloni sono
introdotti separatamente ma gonfiati simultaneamente a livello della stenosi.
Le complicazioni della valvuloplastica sono poco frequenti e raramente
diventano pericolose.
Tra queste :
- perforazione del cuore e dei vasi da parte del catetere o delle guide.
Un'emorragia che interessa il tratto di efflusso (uscita) destro è in genere
non importante mentre una che riguarda l'atrio destro o l'arteria polmonare
può essere grave e richiedere la toracotomia d'urgenza.
- ostruzione dinamica del tratto d'efflusso al momento della riduzione della
della stenosi che alcune volte può essere grave e richiedere l'immediata
somministrazione endovenosa di esmololo (infundibulo suicida).
Con una valvuloplastica adeguata l'ostruzione dinamica tende a ridursi nel
tempo.
- aritmie per stimolazione diretta del ventricolo destro da parte del catetere che
però raramente sono pericolose.
- ristenosi che può comparire a distanza di settimane o mesi dalla valvuloplastica
in circa il 10-15% degli animali trattati.
- insufficienza della valvola polmonare che però non sembra essere una
complicanza importante
La mortalità di questa tecnica interventistica è in genere inferiore al 3% dei
casi trattati.
Generalmente viene considerata una valvuloplastica efficace quella che determina
una diminuzione del gradiente transvalvolare di almeno il 50% (anche se sono stati
proposti altri metodi di valutazione).
La percentuale di successo è del 70-80% e maggiore nelle stenosi di tipo A.
Dopo la valvuloplastica vengono effettuati controlli ecocardiografici dilazionati
nel tempo per valutare la diminuzione dell'ipertrofia del ventricolo destro e
quindi l'ulteriore riduzione del gradiente transvalvolare.
Il gradiente transvalvolare della valvola polmonare stenotica è la differenza
di pressione tra il ventricolo destro (a pressione più alta) e l'arteria polmonare
principale.