La sincope è definita come perdita transitoria della coscienza causata
dalla riduzione del flusso sanguigno cerebrale con recupero spontaneo
e completo.
La sincope fa parte del gruppo delle perdite della coscienza (PdC),
in inglese loss of consciousness (LoC).
La perdita della coscienza viene definita come uno stato di completa
inconsapevolezza con mancanza della risposta a stimoli sensoriali e
assenza del tono posturale.
Le perdite della coscienza possono essere transitorie o non transitorie.
Tra le transitorie si riscontrano la sincope, l'epilessia (perdite non traumatiche)
e la concussione cerebrale (perdita traumatica).
Tra le perdite non transitorie troviamo il coma, l'ipoglicemia, l'ipossia e quelle
da intossicazioni.
Le perdite della coscienza transitorie che non rientrano nella definizione di
sincope sono dette pseudosincopi.
Vi sono poi patologie con mancanza solo apparente della coscienza come la
cataplessia, la pseudosincope psicogena e i drop attacks (caduta improvvisa
a terra).
La cataplessia è contraddistinta dalla perdita del tono muscolare provocata di
solito da forti emozioni. La debolezza muscolare può essere limitata ad alcune
parti del corpo o essere generalizzata.
La lipotimia o presincope è uno stato clinico che precede la sincope ed è
caratterizzata da nausea, vomito, debolezza ed alterazioni della vista e dell'udito.
Non è conosciuto se la lipotimia abbia lo stesso meccanismo di insorgenza
della sincope.
Il flusso sanguigno che arriva la cervello è circa il 12-15% del flusso
sanguigno totale (portata cardiaca) e dipende dalla pressione arteriosa
sistemica e dalla pressione venosa centrale.
La pressione venosa centrale è misurata nella parte terminale della vena cava
craniale (cava superiore nell'uomo) e corrisponde a quella nell'atrio destro del
cuore.
Una diminuzione della pressione arteriosa o un aumento della pressione venosa
centrale può ridurre il flusso cerebrale e predisporre allo sviluppo della sincope.