La xilazina è un farmaco alfa agonista che viene impiegato nel cane e nel
gatto per indurre sedazione.
Si lega ai recettori alfa2 adrenergici (anche se è un farmaco meno selettivo
della medetomidina) e anche ai recettori alfa1.
Il legame ai recettori alfa2 determina una riduzione del rilascio della
noradrenalina e della dopamina nel sistema nervoso centrale.
La xilazina deprime il centro termoregolatore ed ha un'azione diretta sul centro
del vomito che provoca la comparsa di questo sintomo sporadicamente nel
cane e più frequentemente nel gatto.
Sull'apparato cardiovascolare la xilazina, dopo un'iniziale aumento della
pressione, provoca ipotensione sia per l'inibizione del sistema simpatico sia
per un'azione cardiotossica che diminuisce la contrattilità cardiaca.
Inoltre detemina la comparsa di bradicardia che può arrivare al blocco
atrioventricolare e fino all'arresto cardiaco.
La bradicardia è generalmente responsiva agli anticolinergici (es. atropina).
La xilazina favorisce lo sviluppo di aritmie quando somministrata prima
dell'induzione con l'anestetico gassoso alotano (anestetico oramai non più
utilizzato).
Inoltre la xilazina abbassa la soglia della fibrillazione ventricolare e facilita
le aritmie ventricolari quando utilizzata assieme all'adrenalina.
A livello del pancreas inibisce la secrezione dell'insulina e pertanto favorisce
la comparsa di iperglicemia.
Come preanestetico determina una riduzione del consumo degli altri anestetici
del 40-80%.
L'impiego della xilazina è controindicato negli animali cardiopatici e deve essere
evitata o somministrata con cautela in quelli con insufficienza renale o epatica,
Utilizzata con altri farmaci attivi sul sistema nervoso centrale aumenta gli effetti
depressivi mentre somministrata assieme all'acepromazina aggrava l'ipotensione.
Nei cani di grossa taglia può dare distensione addominale acuta per ipotonia-
atonia dell'apparato gastrointestinale con accumulo di gas.
La xilazina viene metabolizzata nel fegato ed eliminata con le urine.