L'endocardiosi mitralica, causa di insufficienza della valvola, è la malattia
cardiaca più comune del cane in quanto interessa circa il 75% dei soggetti con
patologie cardiache.
Colpisce specialmente cani di piccola taglia ma anche animali di dimensioni
maggiori sono interessati da questa malattia.
Poiché la causa precisa dell'endocardiosi non è conosciuta, sono state formulate
alcune ipotesi per spiegare la sua eziopatogenesi.
Il termine eziopatogenesi è composto dalla parola eziologia che è lo studio delle
cause di una malattia e dalla parola patogenesi che è lo studio del meccanismo
di insorgenza e sviluppo di una malattia.
La prevalenza della malattia in alcune razze ha fatto supporre la presenza di
una causa da componente genetica ereditaria ed almeno nel Cavalier King
Charles Spaniel e nel bassotto si ritiene che la malattia possa trasmettersi con
una modalità poligenica.
Sono stati inoltre chiamati in causa altri fattori che potrebbero causare la patologia
tra cui l'anatomia della valvola, l'esercizio fisico, l'obesità, fattori ambientali ma
a tutt'oggi non ci sono elementi che confermino queste ipotesi.
Un'ipotesi patogenetica, formulata qualche anno fa, sostiene che l'endocardiosi
mitralica sia provocata, in animali geneticamente predisposti, da uno stress
meccanico (tensione, sollecitazione) sulla valvola che determina l'attivazione di
sostanze che portano alla degenerazione. In particole verrebbero attivate le
cellule valvolari interstiziali (VIC) provocando il rilascio di composti
(come le metalloproteinasi) che causano, nella matrice extracellulare,
deposizione di proteoglicani e di glicosamminoglicani, distruzione del
collagene e frammentazione dell'elastina.
Queste modificazioni determinano un ispessimento dei lembi valvolari, la
comparsa del prolasso valvolare ed un indebolimento delle corde tendinee
ed anche la loro rottura.
La matrice extracellulare è la parte non cellulare di un tessuto ed è
particolarmente abbondante nel tessuto connettivo.
Alcune ricerche hanno dimostrato che in corso di endocardiosi mitralica
aumenta la presenza di sostanze mediatrici dei processi infiammatori
(es. proteina C-reattiva, serotonina) per cui la malattia potrebbe avere un'origine infiammatoria oppure l'infiammazione favorirebbe la sua
progressione.
Possiamo concludere che, allo stato attuale, le cause che portano allo
sviluppo dell'endocardiosi mitralica canina non sono ancora completamente
conosciute e sono quindi necessari ulteriori studi per chiarire la eziopatogenesi
della malattia.
lunedì 29 febbraio 2016
Le cause dell'endocardiosi mitralica (malattia valvolare degenerativa) nel cane
venerdì 19 febbraio 2016
Ketamina e apparato cardiovascolare nel cane e nel gatto - seconda parte
La somministrazione endovenosa della ketamina può provocare depressione
respiratoria e apnea.
Il risveglio dell'animale può essere agitato ed è quindi utile, per scongiurare
fenomeni eccitatori, evitare la stimolazione acustica, tattile e visiva dell'animale.
La ketamina può essere associata alle fenotiazine o alle benzodiazepine per
diminuire la rigidità muscolare e favorire un risveglio più tranquillo.
Tra gli effetti collaterali della ketamina :
- depressione respiratoria
- stimolazione della secrezione delle ghiandole salivari e tracheobronchiali
- tremori e contrazioni muscolari
- aumento della pressione intracranica
- aumento della pressione endoculare
- fenomeni allucinatori nell'uomo e molto probabilmente anche nel cane e
nel gatto
- ipertensione
- tachicardia
- nausea, vomito
Per i suoi effetti la ketamina è controindicata o ne è sconsigliato l'uso
in queste situazioni :
- problemi convulsivi
- anestesia per l'esecuzione della mielografia
- trauma cranico
- chirurgia oculare
- insufficienza renale
- disfunzione epatica
- tachicardia
- preesistenti aritmie
. ipertensione sistemica
- stenosi (restringimento) sottoaortica
- cardiomiopatia ipertrofica
Nei gatti con cardiomiopatia ipertrofica l'uso della ketamina può non essere
essere tollerato in quanto il farmaco aumenta frequenza cardiaca, contrattilità
e consumo di ossigeno predisponendo all'ischemia miocardica.
Inoltre può causare o peggiorare l'ostruzione del tratto di efflusso (di uscita)
ventricolare con incremento della pressione endoventricolare fino allo sviluppo
di edema polmonare acuto.
La prima parte del post su ketamina e apparato cardiovascolare può essere
letta cliccando sul sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2015/12/ketamina-e-apparato-cardiovascolare.html
respiratoria e apnea.
Il risveglio dell'animale può essere agitato ed è quindi utile, per scongiurare
fenomeni eccitatori, evitare la stimolazione acustica, tattile e visiva dell'animale.
La ketamina può essere associata alle fenotiazine o alle benzodiazepine per
diminuire la rigidità muscolare e favorire un risveglio più tranquillo.
Tra gli effetti collaterali della ketamina :
- depressione respiratoria
- stimolazione della secrezione delle ghiandole salivari e tracheobronchiali
- tremori e contrazioni muscolari
- aumento della pressione intracranica
- aumento della pressione endoculare
- fenomeni allucinatori nell'uomo e molto probabilmente anche nel cane e
nel gatto
- ipertensione
- tachicardia
- nausea, vomito
Per i suoi effetti la ketamina è controindicata o ne è sconsigliato l'uso
in queste situazioni :
- problemi convulsivi
- anestesia per l'esecuzione della mielografia
- trauma cranico
- chirurgia oculare
- insufficienza renale
- disfunzione epatica
- tachicardia
- preesistenti aritmie
. ipertensione sistemica
- stenosi (restringimento) sottoaortica
- cardiomiopatia ipertrofica
Nei gatti con cardiomiopatia ipertrofica l'uso della ketamina può non essere
essere tollerato in quanto il farmaco aumenta frequenza cardiaca, contrattilità
e consumo di ossigeno predisponendo all'ischemia miocardica.
Inoltre può causare o peggiorare l'ostruzione del tratto di efflusso (di uscita)
ventricolare con incremento della pressione endoventricolare fino allo sviluppo
di edema polmonare acuto.
La prima parte del post su ketamina e apparato cardiovascolare può essere
letta cliccando sul sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2015/12/ketamina-e-apparato-cardiovascolare.html
sabato 13 febbraio 2016
Sevoflurano e apparato cardiovascolare nel cane e nel gatto
Il sevoflurano è un anestetico gassoso che è stato impiegato per la prima volta
in medicina umana nel 1990 per l'induzione ed il mantenimento dell'anestesia
generale.
Dopo qualche anno ha cominciato ad essere utilizzato anche in medicina
veterinaria.
Il meccanismo di azione del sevoflurano sembra essere legato ad un'azione
depressiva dell'attività del neurotrasmettitore eccitatorio glutammato ed ad un
potenziamento degli effetti neuroinibitori del GABA (acido y-amminobutirrico).
Essendo poco solubile nel sangue, raggiunge rapidamente il cervello e pertanto
l'induzione dell'anestesia è più rapida rispetto ad altri anestetici gassosi ed
anche la variazione della profondità dell'anestesia è veloce (utile nei pazienti
a rischio).
Il sevoflurano viene in massima parte eliminato celermente attraverso le vie
respiratorie e solo una piccola frazione è metabolizzata dal fegato.
Inoltre presenta un odore gradevole e non è irritante per le prime vie
respiratorie ed appare quindi come l'anestetico di scelta per l'induzione
dell'anestesia con maschera.
Attività sull'apparato cardiovascolare
Generalmente il sevoflurano provoca una depressione cardiovascolare minima.
Si può riscontrare :
- indice cardiaco in genere mantenuto
- depressione della contrattilità del miocardio che però è minore rispetto
all'isoflurano e all'alotano
- vasodilatazione periferica e diminuzione della pressione
- vasodilatazione del circolo coronarico
- aumento della frequenza cardiaca
- sensibilizzazione del cuore all'azione delle catecolamine (minore rispetto
all'alotano)
- aumento del flusso sanguigno cerebrale
L'indice cardiaco è il rapporto tra la portata cardiaca e la superficie corporea.
Il suo valore normale è compreso tra 2.6 e 4.2 litri al minuto per metro quadro.
Effetti collaterali
Il sevoflurano può dare ipotensione, depressione respiratoria e alla volte sintomi
gastrointestinali
in medicina umana nel 1990 per l'induzione ed il mantenimento dell'anestesia
generale.
Dopo qualche anno ha cominciato ad essere utilizzato anche in medicina
veterinaria.
Il meccanismo di azione del sevoflurano sembra essere legato ad un'azione
depressiva dell'attività del neurotrasmettitore eccitatorio glutammato ed ad un
potenziamento degli effetti neuroinibitori del GABA (acido y-amminobutirrico).
Essendo poco solubile nel sangue, raggiunge rapidamente il cervello e pertanto
l'induzione dell'anestesia è più rapida rispetto ad altri anestetici gassosi ed
anche la variazione della profondità dell'anestesia è veloce (utile nei pazienti
a rischio).
Il sevoflurano viene in massima parte eliminato celermente attraverso le vie
respiratorie e solo una piccola frazione è metabolizzata dal fegato.
Inoltre presenta un odore gradevole e non è irritante per le prime vie
respiratorie ed appare quindi come l'anestetico di scelta per l'induzione
dell'anestesia con maschera.
Attività sull'apparato cardiovascolare
Generalmente il sevoflurano provoca una depressione cardiovascolare minima.
Si può riscontrare :
- indice cardiaco in genere mantenuto
- depressione della contrattilità del miocardio che però è minore rispetto
all'isoflurano e all'alotano
- vasodilatazione periferica e diminuzione della pressione
- vasodilatazione del circolo coronarico
- aumento della frequenza cardiaca
- sensibilizzazione del cuore all'azione delle catecolamine (minore rispetto
all'alotano)
- aumento del flusso sanguigno cerebrale
L'indice cardiaco è il rapporto tra la portata cardiaca e la superficie corporea.
Il suo valore normale è compreso tra 2.6 e 4.2 litri al minuto per metro quadro.
Effetti collaterali
Il sevoflurano può dare ipotensione, depressione respiratoria e alla volte sintomi
gastrointestinali
sabato 6 febbraio 2016
Diazepam e apparato cardiovascolare nel cane e nel gatto - seconda parte
Ai dosaggi terapeutici gli effetti collaterali del diazepam sono rari.
Se somministrato troppo velocemente per via endovenosa può dare bradicardia,
ipotensione per la presenza del glicole propilenico come solvente.
Qualche volta può mostrare un effetto paradosso con la comparsa di
alterazioni comportamentali, eccitabilità ed anche episodi di aggressività.
Gli effetti eccitatori possono favorire il rilascio delle catecolamine (adrenalina,
noradrenalina) che facilitano la manifestazione di aritmie negli animali cardiopatici.
Nel gatto il diazepam determina un aumento dell'appetito che qualche volta
esita in fenomeni di pica (ingestione di materiale non commestibile).
Sempre nel gatto, durante la terapia cronica dell'epilessia, sono stati segnalati
casi di epatotossicità per probabili reazioni idiosincrasiche.
Pertanto i soggetti devono essere monitorati attentamente con un controllo
periodico della funzionalità epatica.
L'idiosincrasia è una reattività patologica nei confronti di alcune sostanze.
Nel cane l'attività di sedazione del diazepam varia ampiamente da soggetto
a soggetto.
Il diazepam passa nel latte e può determinare depressione del sistema nervoso
centrale dei neonati.
Nell'uomo sono state segnalate anomalie fetali causate dal farmaco nel primo
trimestre di gravidanza (non ancora evidenziate nel cane e nel gatto).
Il diazepam va utilizzato con cautela negli animali con malattie epatiche, renali,
con depressione respiratoria e con shock.
In caso di sovradosaggio si può riscontrare depressione cardiorespiratoria, del
sistema nervoso centrale e ipotensione.
Il flumazenil (farmaco antagonista) annulla gli effetti del diazepam.
Potete leggere la prima parte del post sul diazepam cliccando sul sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2015/10/diazepam-e-apparato-cardiovascolare.html
Se somministrato troppo velocemente per via endovenosa può dare bradicardia,
ipotensione per la presenza del glicole propilenico come solvente.
Qualche volta può mostrare un effetto paradosso con la comparsa di
alterazioni comportamentali, eccitabilità ed anche episodi di aggressività.
Gli effetti eccitatori possono favorire il rilascio delle catecolamine (adrenalina,
noradrenalina) che facilitano la manifestazione di aritmie negli animali cardiopatici.
Nel gatto il diazepam determina un aumento dell'appetito che qualche volta
esita in fenomeni di pica (ingestione di materiale non commestibile).
Sempre nel gatto, durante la terapia cronica dell'epilessia, sono stati segnalati
casi di epatotossicità per probabili reazioni idiosincrasiche.
Pertanto i soggetti devono essere monitorati attentamente con un controllo
periodico della funzionalità epatica.
L'idiosincrasia è una reattività patologica nei confronti di alcune sostanze.
Nel cane l'attività di sedazione del diazepam varia ampiamente da soggetto
a soggetto.
Il diazepam passa nel latte e può determinare depressione del sistema nervoso
centrale dei neonati.
Nell'uomo sono state segnalate anomalie fetali causate dal farmaco nel primo
trimestre di gravidanza (non ancora evidenziate nel cane e nel gatto).
Il diazepam va utilizzato con cautela negli animali con malattie epatiche, renali,
con depressione respiratoria e con shock.
In caso di sovradosaggio si può riscontrare depressione cardiorespiratoria, del
sistema nervoso centrale e ipotensione.
Il flumazenil (farmaco antagonista) annulla gli effetti del diazepam.
Potete leggere la prima parte del post sul diazepam cliccando sul sottostante link :
http://www.infocardiovet.com/2015/10/diazepam-e-apparato-cardiovascolare.html
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