I tumori tiroidei del cane sono circa il 2% di tutti i tumori di questa specie
e circa il 10-15% dei tumori della testa e del collo.
I tumori tiroidei sono costituiti per il 30-50% da adenomi e per il 50-70% da
carcinomi.
Gli adenomi si presentano in genere come noduli di piccole dimensioni per cui
sono rinvenuti raramente durante la vita dell'animale e spesso sono individuati
solo alla necroscopia.
Gli adenomi possono essere non funzionali (non producono ormoni tiroidei)
o funzionali con la secrezione di quantità eccessive di ormoni e la comparsa
dell'ipertiroidismo.
I carcinomi sono individuati facilmente in quanto normalmente si presentano
come masse solide di una certa dimensione in corrispondenza della regione
ventrale del collo.
Non sono mobili, spesso con forma multinodulare, frequentemente con un
centro necrotico o emorragico e occasionalmente con aree di mineralizzazione.
I carcinomi possono svilupparsi lungo il decorso dell'esofago e della trachea
ed infiltrare i tessuti circostanti.
Comune è la presenza di metastasi ai linfonodi retrofaringei e cervicali e ai
polmoni.
Meno frequentemente le metastasi possono essere presenti a livello epatico,
renale, alla base del cuore, alle ossa e al midollo spinale.
I carcinomi possono essere funzionali (circa il 10%) e produrre una
quantità eccessiva di ormoni tiroidei provocando l'ipertiroidismo oppure
dare ipotiroidismo per la distruzione del tessuto tiroideo normale.
I carcinomi che derivano dalle cellule follicolari sono classificati come
follicolari, misti, compatti, anaplastici e papillari e quelli che originano
dalle cellule parafollicolari C sono denominati carcinomi parafollicolari.
Anche il tessuto tiroideo ectopico può trasformarsi in un tessuto tumorale
rilevabile nella zona tra la base della laringe e la base del cuore.
L'età media dei cani, al momento della diagnosi del tumore tiroideo, è di
circa dieci anni. Non c'è predisposizione di sesso mentre alcune razze
sembrano più a rischio (boxer, beagle, golden retriever).
Dall'anamnesi e dall'esame clinico si rileva :
Tumore non funzionale
- presenza di una massa nella parte inferiore del collo
- dispnea
- tosse
- letargia
- disfagia
- rigurgito
- vomito
- anoressia
- perdita di peso
- sindrome di Horner
- edema facciale
- alterazione della voce
Tumore funzionale
- massa nella parte inferiore del collo
- poliuria, polidipsia
- polifagia
- perdita di peso
- tremori
- debolezza e affaticabilità
- respirazione affannosa
- disidratazione
- pelo secco e trascurato
- alterazioni del comportamento (iperattività, ipereccitabilità, aggressività)
- tachicardia
martedì 29 novembre 2016
martedì 22 novembre 2016
Ipoadrenocorticismo e cuore nel cane e nel gatto - quinta parte
La terapia di mantenimento dell'ipoadrenocorticismo viene iniziata quando
il paziente è stato stabilizzato dopo una crisi addisoniana (ipoadrenocorticismo
acuto).
La terapia di mantenimento include di solito la somministrazione di
mineralcorticoidi e di glucocorticoidi.
Integrazione con mineralcorticoidi :
1) Desossicorticosterone pivalato (DOCP) : è il mineralcorticoide di scelta
in quanto è molto efficace nel normalizzare le concentrazioni degli elettroliti.
Viene dispensato al dosaggio iniziale di 2.2 mg/kg ogni 25 giorni per via
intramuscolare o sottocutanea. Le eventuali modifiche della posologia
sono effettuate in base alle concentrazioni degli elettroliti dopo 12 giorni,
25 giorni e dopo le prime 2-3 iniezioni del farmaco.
Se al dodicesimo giorno è ancora presente iponatremia e iperkaliemia,
la dose di DOCP è incrementata del 10%.
Se invece gli elettroliti sono normali dopo 12 giorni ma alterati dopo 25
giorni, l'intervallo tra le somministrazioni è diminuito di 48 ore.
Se invece gli elettroliti sono normali dopo 25 giorni, si può aumentare
l'intervallo tra le somministrazioni fino a 30 giorni o si può ridurre
la dose successiva del 10% ogni mese controllando tutte le volte gli
elettroliti.
La maggior parte dei cani in terapia con DOCP richiede anche basse dosi
di glucocorticoidi.
2) Fludrocortisone acetato : viene somministrato per via orale alla posologia
iniziale di 0.02 mg/kg al giorno in uno o due somministrazioni.
Gli aggiustamenti successivi del dosaggio sono eseguiti in base alle
concentrazioni degli elettroliti.
In genere la posologia del farmaco deve essere incrementata nei primi
6-18 mesi di terapia.
Alcuni animali possono mostrare poliuria e polidipsia per l'attività
glucocorticoide del fludrocortisone. In questo caso si sospendono
eventuali glucocorticoidi somministrati assieme al fludrocortisone ma
se la sintomatologia persiste si può sostituire il farmaco con il DOCP.
Qualche volta il fludrocortisone non riesce ad eliminare una lieve iponatremia
e/o iperkaliemia che tendono anche a persistere nel tempo.
In questo caso si può somministrare idrocortisone succinato o del sale per
via orale per diminuire le alterazioni elettrolitiche o sostituire il fludrocortisone
con il DOCP.
I glucocorticoidi devono essere in genere dispensati giornalmente se
l'animale è in terapia con DOCP mentre durante il trattamento con
fludrocortisone circa il 50% dei soggetti non ne richiede la somministrazione
e negli animali rimanenti possono anche essere sospesi dopo un certo
periodo.
il paziente è stato stabilizzato dopo una crisi addisoniana (ipoadrenocorticismo
acuto).
La terapia di mantenimento include di solito la somministrazione di
mineralcorticoidi e di glucocorticoidi.
Integrazione con mineralcorticoidi :
1) Desossicorticosterone pivalato (DOCP) : è il mineralcorticoide di scelta
in quanto è molto efficace nel normalizzare le concentrazioni degli elettroliti.
Viene dispensato al dosaggio iniziale di 2.2 mg/kg ogni 25 giorni per via
intramuscolare o sottocutanea. Le eventuali modifiche della posologia
sono effettuate in base alle concentrazioni degli elettroliti dopo 12 giorni,
25 giorni e dopo le prime 2-3 iniezioni del farmaco.
Se al dodicesimo giorno è ancora presente iponatremia e iperkaliemia,
la dose di DOCP è incrementata del 10%.
Se invece gli elettroliti sono normali dopo 12 giorni ma alterati dopo 25
giorni, l'intervallo tra le somministrazioni è diminuito di 48 ore.
Se invece gli elettroliti sono normali dopo 25 giorni, si può aumentare
l'intervallo tra le somministrazioni fino a 30 giorni o si può ridurre
la dose successiva del 10% ogni mese controllando tutte le volte gli
elettroliti.
La maggior parte dei cani in terapia con DOCP richiede anche basse dosi
di glucocorticoidi.
2) Fludrocortisone acetato : viene somministrato per via orale alla posologia
iniziale di 0.02 mg/kg al giorno in uno o due somministrazioni.
Gli aggiustamenti successivi del dosaggio sono eseguiti in base alle
concentrazioni degli elettroliti.
In genere la posologia del farmaco deve essere incrementata nei primi
6-18 mesi di terapia.
Alcuni animali possono mostrare poliuria e polidipsia per l'attività
glucocorticoide del fludrocortisone. In questo caso si sospendono
eventuali glucocorticoidi somministrati assieme al fludrocortisone ma
se la sintomatologia persiste si può sostituire il farmaco con il DOCP.
Qualche volta il fludrocortisone non riesce ad eliminare una lieve iponatremia
e/o iperkaliemia che tendono anche a persistere nel tempo.
In questo caso si può somministrare idrocortisone succinato o del sale per
via orale per diminuire le alterazioni elettrolitiche o sostituire il fludrocortisone
con il DOCP.
I glucocorticoidi devono essere in genere dispensati giornalmente se
l'animale è in terapia con DOCP mentre durante il trattamento con
fludrocortisone circa il 50% dei soggetti non ne richiede la somministrazione
e negli animali rimanenti possono anche essere sospesi dopo un certo
periodo.
martedì 15 novembre 2016
Iperadrenocorticismo e cuore nel cane - nona parte
Oltre al mitotano e al trilostano, sono stati usati altri farmaci nella terapia
dell'iperadrenocorticismo in particolare il ketoconazolo e la selegilina.
Ketoconazolo
Il ketoconazolo viene utilizzato soprattutto come farmaco antifungino avendo
un'azione micostatica ai dosaggi terapeutici e fungicida a dosaggi elevati.
E' stato anche impiegato nella terapia dell'iperadrenocorticismo perché
interagisce con l'enzima citocromo 450 e determina un'inibizione reversibile
della steroidogenesi, bloccando specialmente la produzione dei glucocorticoidi.
Il ketoconazolo è stato usato nell'iperadrenocorticismo per :
1) stabilizzare i cani prima della surrenalectomia (asportazione della ghiandola
surrenale)
2) terapia nei cani che non tollerano il mitotano
3) confermare, come terapia di prova, la diagnosi nei cani che presentano
risultati non chiari ai test endocrini
4) terapia palliativa nei tumori surrenalici maligni
Il ketoconazolo viene somministrato al dosaggio iniziale di 5 mg/kg due volte
al giorno per sette giorni. Se il farmaco è tollerato, la posologia è aumentata
a 10 mg/kg due volte al giorno per 14 giorni.
Al termine di questo periodo vengono misurate le concentrazioni del cortisolo
basale e del cortisolo dopo il test di stimolazione con ACTH sintetico.
Se le concentrazioni del cortisolo sono superiori agli intervalli di riferimento,
la dose viene ulteriormente aumentata a 15 mg/kg due volte al giorno e
dopo 14 giorni viene effettuato un nuovo test di stimolazione con ACTH.
In seguito sono eseguiti esami di controllo ogni 3-6 mesi.
Purtroppo diversi cani non rispondono alla terapia (dal 20% al 50% a secondo
dello studio preso in considerazione).
Gli effetti collaterali del ketoconazolo sono dovuti sia all'azione diretta del
farmaco, sia alla possibile manifestazione dell'ipoadrenocorticismo.
E' segnalata la comparsa, anche se raramente, di epatite che qualche volta
può essere fatale.
Oggi il ketoconazolo è poco usato per la terapia dell'iperadrenocorticismo
in quanto è costoso, richiede due somministrazioni al giorno, presenta spesso
effetti collaterali e soprattutto non è efficace in una percentuale significativa
di cani.
Selegilina
La selegilina è stata utilizzatata per curare l'iperadrenocorticismo canino
pur essendo impiegata nel cane principalmente per trattare problemi
comportamentali e nell'uomo nella terapia del morbo di Parkinson.
Questo farmaco blocca l'azione del MAO-B (monoaminossidasi di tipo B)
e permette l'aumento della concentrazione della dopamina nell'ipofisi
(pars intermedia) e nell'ipotalamo inibendo in questo modo il rilascio
dell' CRH (ormone rilasciante la corticotropina) e dell' ACTH (ormone
adrenocorticotropo).
Nella pars intermedia si formano circa il 30% delle neoplasie ipofisarie
e pertanto l'attività della selegilina potrebbe verificarsi nel 30-35% dei
cani con iperadrenocorticismo ipofisi-dipendente.
Fino ad oggi, però, l'efficacia del farmaco si è dimostrata scarsa se non
del tutto assente.
dell'iperadrenocorticismo in particolare il ketoconazolo e la selegilina.
Ketoconazolo
Il ketoconazolo viene utilizzato soprattutto come farmaco antifungino avendo
un'azione micostatica ai dosaggi terapeutici e fungicida a dosaggi elevati.
E' stato anche impiegato nella terapia dell'iperadrenocorticismo perché
interagisce con l'enzima citocromo 450 e determina un'inibizione reversibile
della steroidogenesi, bloccando specialmente la produzione dei glucocorticoidi.
Il ketoconazolo è stato usato nell'iperadrenocorticismo per :
1) stabilizzare i cani prima della surrenalectomia (asportazione della ghiandola
surrenale)
2) terapia nei cani che non tollerano il mitotano
3) confermare, come terapia di prova, la diagnosi nei cani che presentano
risultati non chiari ai test endocrini
4) terapia palliativa nei tumori surrenalici maligni
Il ketoconazolo viene somministrato al dosaggio iniziale di 5 mg/kg due volte
al giorno per sette giorni. Se il farmaco è tollerato, la posologia è aumentata
a 10 mg/kg due volte al giorno per 14 giorni.
Al termine di questo periodo vengono misurate le concentrazioni del cortisolo
basale e del cortisolo dopo il test di stimolazione con ACTH sintetico.
Se le concentrazioni del cortisolo sono superiori agli intervalli di riferimento,
la dose viene ulteriormente aumentata a 15 mg/kg due volte al giorno e
dopo 14 giorni viene effettuato un nuovo test di stimolazione con ACTH.
In seguito sono eseguiti esami di controllo ogni 3-6 mesi.
Purtroppo diversi cani non rispondono alla terapia (dal 20% al 50% a secondo
dello studio preso in considerazione).
Gli effetti collaterali del ketoconazolo sono dovuti sia all'azione diretta del
farmaco, sia alla possibile manifestazione dell'ipoadrenocorticismo.
E' segnalata la comparsa, anche se raramente, di epatite che qualche volta
può essere fatale.
Oggi il ketoconazolo è poco usato per la terapia dell'iperadrenocorticismo
in quanto è costoso, richiede due somministrazioni al giorno, presenta spesso
effetti collaterali e soprattutto non è efficace in una percentuale significativa
di cani.
Selegilina
La selegilina è stata utilizzatata per curare l'iperadrenocorticismo canino
pur essendo impiegata nel cane principalmente per trattare problemi
comportamentali e nell'uomo nella terapia del morbo di Parkinson.
Questo farmaco blocca l'azione del MAO-B (monoaminossidasi di tipo B)
e permette l'aumento della concentrazione della dopamina nell'ipofisi
(pars intermedia) e nell'ipotalamo inibendo in questo modo il rilascio
dell' CRH (ormone rilasciante la corticotropina) e dell' ACTH (ormone
adrenocorticotropo).
Nella pars intermedia si formano circa il 30% delle neoplasie ipofisarie
e pertanto l'attività della selegilina potrebbe verificarsi nel 30-35% dei
cani con iperadrenocorticismo ipofisi-dipendente.
Fino ad oggi, però, l'efficacia del farmaco si è dimostrata scarsa se non
del tutto assente.
giovedì 10 novembre 2016
Malattie cardiache ereditarie e difetti genetici nel cane e nel gatto - prima parte
Sono diverse le malattie cardiache che vengono trasmesse per via ereditaria
nel cane e nel gatto.
Riporto l'elenco di queste patologie fino ad oggi identificate, delle
razze interessate e della modalità di trasmissione.
Malattie cardiache acquisite
Cardiomiopatia aritmogena cane : boxer, autosomica dominante a
penetranza variabile
Cardiomiopatia dilatativa cane : dobermann, autosomica dominante
alano, X linked recessiva
terranova, autosomica dominante a
penetranza incompleta
cane d'acqua portoghese, autosomica
recessiva
Cardiomiopatia ipertrofica gatto : maine coon, autosomica dominante
ragdoll, autosomica dominante
Malattia valvolare degenerativa
cane : cavalier king charles spaniel,
poligenica
bassotto, poligenica
Malattie cardiache congenite
Dotto arterioso pervio : barbone, poligenica
Stenosi polmonare : beagle, poligenica
Stenosi subaortica : terranova, poligenica
Difetto del setto interventricolare : beagle, autosomica recessiva
spaniel inglese, autosomica dominante
Displasia della tricuspide : labrador, autosomica dominante
Tetralogia di Fallot (difetti
conotruncali) : keeshound, poligenica
Malattie cardiache non strutturali
Tachicardia familiare ereditaria : pastore tedesco, autosomica dominante
a penetranza incompleta
nel cane e nel gatto.
Riporto l'elenco di queste patologie fino ad oggi identificate, delle
razze interessate e della modalità di trasmissione.
Malattie cardiache acquisite
Cardiomiopatia aritmogena cane : boxer, autosomica dominante a
penetranza variabile
Cardiomiopatia dilatativa cane : dobermann, autosomica dominante
alano, X linked recessiva
terranova, autosomica dominante a
penetranza incompleta
cane d'acqua portoghese, autosomica
recessiva
Cardiomiopatia ipertrofica gatto : maine coon, autosomica dominante
ragdoll, autosomica dominante
Malattia valvolare degenerativa
cane : cavalier king charles spaniel,
poligenica
bassotto, poligenica
Malattie cardiache congenite
Dotto arterioso pervio : barbone, poligenica
Stenosi polmonare : beagle, poligenica
Stenosi subaortica : terranova, poligenica
Difetto del setto interventricolare : beagle, autosomica recessiva
spaniel inglese, autosomica dominante
Displasia della tricuspide : labrador, autosomica dominante
Tetralogia di Fallot (difetti
conotruncali) : keeshound, poligenica
Malattie cardiache non strutturali
Tachicardia familiare ereditaria : pastore tedesco, autosomica dominante
a penetranza incompleta
giovedì 3 novembre 2016
Ipoadrenocorticismo e cuore nel cane e nel gatto - quarta parte
La "crisi addisoniana" (fase acuta dell'ipoadrenocorticismo) è pericolosa
per la vita dell'animale e richiede una terapia immediata.
Con la terapia si cercano di correggere :
l'ipovolemia (diminuzione del volume del sangue) e l'ipotensione (diminuzione
della pressione)
gli squilibri elettrolitici (alterazioni delle concentrazioni nel sangue soprattutto
del potassio, sodio e cloro).
l'acidosi metabolica
l'ipoglicemia (se presente)
l'anemia (se presente)
1) Fluidoterapia
La somministrazione di liquidi è preminente rispetto ad altri interventi
terapeutici.
Un catetere endovenoso è posizionato nella vena cefalica o nella giugulare.
Viene quindi prelevato un campione di sangue per valutare la concentrazione
degli elettroliti e del cortisolo basale e un campione di urine. Subito dopo viene
somministrata una dose di 5 mcg/kg di ACTH (ormone adrenocorticotropo)
sintetico (test di stimolazione con ACTH).
Si inizia la fluidoterapia somministrando soluzione fisiologica a 60-80 ml/kg/ora
(nei cani con shock a 90 ml/kg in boli da 20-30 ml/kg in venti minuti) fino alla
stabilizzazione del paziente.
La soluzione fisiologica è poi continuata, in base alle condizioni dell'animale a
40-80 ml/kg/ora per le prime 1-2 ore per raggiungere un totale di 90-120 ml/kg
al giorno in base alle perdite di liquidi (es. vomito, diarrea) e al fabbisogno di
mantenimento.
La soluzione fisiologica migliora l'iponatremia (sodio basso nel sangue)
e l'ipocloremia (cloro basso nel sangue) e riduce l'iperkaliemia (potassio
elevato nel sangue).
La soluzione fisiologica può determinare un danno cerebrale per un
eccessivo incremento del sodio specialmente nei cani con una
concentrazione bassa di questo elettrolita.
L'iperkaliemia viene corretta in seguito alla diluizione del potassio con la
fluidoterapia (può essere l'unico trattamento richiesto).
Con iperkaliemia grave si può anche somministrare bicabonato di sodio o
insulina più glucosio, facilitando lo spostamento del potassio dal sangue
all'interno delle cellule.
Le aritmie cardiache da iperkaliemia possono essere trattate con calcio gluconato
al 10% al dosaggio di 0.5-1.5 ml/kg in 10-15 minuti.
2) Somministrazione di glucocorticoidi e mineralcorticoidi
I glucocorticoidi ad azione rapida si possono somministrare dopo aver
prelevato un campione di sangue per eseguire il test di stimolazione con
ACTH in quanto interferiscono con il risultato dell'esame.
I glucocorticoidi più utilizzati sono :
desametasone sodio fosfato : non interferisce con la determinazione del
cortisolo plasmatico post ACTH per cui può essere somministrato prima
dell'esecuzione del test.
E' utilizzato al dosaggio di iniziale di 0.25-4 mg/kg per via endovenosa.
La posologia viene quindi ridotta a 0.05-0.1 mg/kg ogni 2-12 ore fino
a quando non si inizia la terapia per via orale.
metiprednisolone sodio succinato : al dosaggio di 1-4 mg/kg per via
endovenosa ripetuto ogni 2-6 ore
prednisolone sodio succinato : alla posologia di 4-30 mg/kg per via
endovenosa e poi ripetuto ogni 2-4 ore a 2-4 mg/kg
idrocortisone emisuccinato o fosfato : a 2-5 mg/kg per via endovenosa
e poi ogni 6 ore a 1 mg/kg. Ha anche un'attività mineralcorticoide per cui
non è necessaria in genere un'ulteriore integrazione con mineralcorticoidi
nelle prime 24 ore.
per la vita dell'animale e richiede una terapia immediata.
Con la terapia si cercano di correggere :
l'ipovolemia (diminuzione del volume del sangue) e l'ipotensione (diminuzione
della pressione)
gli squilibri elettrolitici (alterazioni delle concentrazioni nel sangue soprattutto
del potassio, sodio e cloro).
l'acidosi metabolica
l'ipoglicemia (se presente)
l'anemia (se presente)
1) Fluidoterapia
La somministrazione di liquidi è preminente rispetto ad altri interventi
terapeutici.
Un catetere endovenoso è posizionato nella vena cefalica o nella giugulare.
Viene quindi prelevato un campione di sangue per valutare la concentrazione
degli elettroliti e del cortisolo basale e un campione di urine. Subito dopo viene
somministrata una dose di 5 mcg/kg di ACTH (ormone adrenocorticotropo)
sintetico (test di stimolazione con ACTH).
Si inizia la fluidoterapia somministrando soluzione fisiologica a 60-80 ml/kg/ora
(nei cani con shock a 90 ml/kg in boli da 20-30 ml/kg in venti minuti) fino alla
stabilizzazione del paziente.
La soluzione fisiologica è poi continuata, in base alle condizioni dell'animale a
40-80 ml/kg/ora per le prime 1-2 ore per raggiungere un totale di 90-120 ml/kg
al giorno in base alle perdite di liquidi (es. vomito, diarrea) e al fabbisogno di
mantenimento.
La soluzione fisiologica migliora l'iponatremia (sodio basso nel sangue)
e l'ipocloremia (cloro basso nel sangue) e riduce l'iperkaliemia (potassio
elevato nel sangue).
La soluzione fisiologica può determinare un danno cerebrale per un
eccessivo incremento del sodio specialmente nei cani con una
concentrazione bassa di questo elettrolita.
L'iperkaliemia viene corretta in seguito alla diluizione del potassio con la
fluidoterapia (può essere l'unico trattamento richiesto).
Con iperkaliemia grave si può anche somministrare bicabonato di sodio o
insulina più glucosio, facilitando lo spostamento del potassio dal sangue
all'interno delle cellule.
Le aritmie cardiache da iperkaliemia possono essere trattate con calcio gluconato
al 10% al dosaggio di 0.5-1.5 ml/kg in 10-15 minuti.
2) Somministrazione di glucocorticoidi e mineralcorticoidi
I glucocorticoidi ad azione rapida si possono somministrare dopo aver
prelevato un campione di sangue per eseguire il test di stimolazione con
ACTH in quanto interferiscono con il risultato dell'esame.
I glucocorticoidi più utilizzati sono :
desametasone sodio fosfato : non interferisce con la determinazione del
cortisolo plasmatico post ACTH per cui può essere somministrato prima
dell'esecuzione del test.
E' utilizzato al dosaggio di iniziale di 0.25-4 mg/kg per via endovenosa.
La posologia viene quindi ridotta a 0.05-0.1 mg/kg ogni 2-12 ore fino
a quando non si inizia la terapia per via orale.
metiprednisolone sodio succinato : al dosaggio di 1-4 mg/kg per via
endovenosa ripetuto ogni 2-6 ore
prednisolone sodio succinato : alla posologia di 4-30 mg/kg per via
endovenosa e poi ripetuto ogni 2-4 ore a 2-4 mg/kg
idrocortisone emisuccinato o fosfato : a 2-5 mg/kg per via endovenosa
e poi ogni 6 ore a 1 mg/kg. Ha anche un'attività mineralcorticoide per cui
non è necessaria in genere un'ulteriore integrazione con mineralcorticoidi
nelle prime 24 ore.
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