Il trattamento chirurgico dell'iperadrenocorticismo ipofisi-dipendente, il più
frequente, prevede la rimozione della ghiandola pituitaria (ipofisectomia
transsfenoidale).
La ipofisectomia transsfenoidale è il trattamento di scelta nell'uomo dove viene
per lo più eseguita per via endoscopica.
Anche nel cane da qualche anno si è iniziato ad effettuare questo tipo di
intervento e sono già stati operati più di trecento soggetti anche se ancora
pochi centri veterinari eseguono questo tipo di operazione.
Anche in Italia diversi soggetti, affetti da iperadrenocorticismo, sono stati
sottoposti ad un intervento di ipofisectomia transsfenoidale.
Nel cane in genere vengono operati i macroadenomi ipofisari, ACTH
secernenti, che determinano una compressione sulle strutture nervose
adiacenti con comparsa di una sintomatologia neurologica.
In questo caso la cui sola alternativa terapeutica alla chirurgia è la radioterapia.
I microadenomi sono di solito trattati con la terapia medica (es. con trilostano).
In presenza di tumori voluminosi raramente la chirurgia riesce ad asportare
l'intero tumore e la parte non rimossa mantiene può mantenere uno stato di
l'iperadrenocorticismo rendendo necessaria la terapia medica nel periodo
postoperatorio.
Prima dell'intervento si esegue una TC (tomografia computerizzata) o
in alternativa una RM (risonanza magnetica) per valutare l'estensione del
tumore ed esaminare le ossa del cranio ed in particolare lo spessore dell'osso
sfenoide che deve essere perforato. Si è visto che un'elevato spessore di
questo osso determina una maggiore difficoltà nell'asportazione del tumore
con una percentuale più alta di recidive.
La via di accesso all'ipofisi è transorale (attraverso il palato molle) e poi
transsfenoidale (attraverso l'osso sfenoide).
Una volta raggiunta l'ipofisi si asporta la ghiandola in toto per essere sicuri
di avere eliminato anche tutto il tumore.
Nel cane non è ancora fattibile una rimozione chirurgica selettiva come
accade in medicina umana.
Nel postoperatorio l'animale deve essere attentamente monitorato perché
possono insorgere diverse complicazioni :
- tumefazione dei muscoli della masticazione ed edema sublinguale
probabilmente perché durante l'intervento l'animale deve rimanere
con la bocca aperta
- cheratocongiuntivite secca per la diminuita o assente produzione di lacrime
forse dovuta a compressione dei nervi petrosi ed esoftalmo (eccessiva
sporgenza dell'occhio)
- ipertensione forse per il dolore postopratorio o per l'aumento della pressione
intracranica
- iperglicemia per la somministrazione di fluidi contenenti glucosio in pazienti
che hanno sviluppato insulino-resistenza
- aumento della pressione intracranica fino all'edema cerebrale o emorragie,
ematomi e necrosi cerebrali
- ipertermia per danni ai centri termoregolatori ipotalamici
- ipotiroidismo perché l'ipofisi produce l'ormone tireotropo (TSH)
- diabete insipido specialmente in presenza di tumori voluminosi con
sviluppo di ipernatremia (aumento della concentrazione del sodio nel
sangue) che di solito regredisce dopo qualche settimana perché l'ipofisi
è un serbatoio di vasopressina
- fenomeni trombotici che possono essere ridotti con la somministrazione
preventiva di eparina.