mercoledì 26 aprile 2017

Malattia di Lyme (Borreliosi) e cuore nel cane e nel gatto - prima parte

La borreliosi è una zoonosi, cioè una malattia trasmessa dagli animali all'uomo,

Già alla fine del milleottocento e inizio novecento era stato dimostrato un nesso
causale tra il morso della zecca e le manifestazioni cutanee della malattia.
Nel 1975 nella cittadina di Lyme nel Connecticut (Stati Uniti) ci furono diversi
casi di artrite che vennero messi successivamente in relazione con agenti
patogeni trasmessi dalle zecche.
Infine nel 1984 Borrelia Burgdorferi, un batterio  gram negativo simile alle
leptospire, fu riconosciuto come causa della patologia.

La malattia di Lyme è trasmessa all'uomo, al cane, al gatto e ad altri animali
domestici dalla puntura delle zecche del genere Ixodes ed in Europa soprattutto
dalla zecca Ixodes Ricinus.

La malattia di Lyme è una patologia largamente presente nel mondo e sembra
tuttora in espansione.
Negli Stati Uniti è considerata la malattia più frequentemente trasmessa
agli uomini dagli artropodi mentre nel mondo è seconda solo alla malaria.
In Italia il primo caso certo umano con sintomi clinici è stato segnalato
nel 1983 e nel periodo 1992-2004 sono stati individuati almeno 2000 casi
di malattia.
Non si conosce invece la reale diffusione della borreliosi negli animali domestici.

Il serbatoio principale dell'infezione sono i piccoli roditori (specialmente i topi)
e gli insettivori (toporagno, riccio).
Un altro serbatoio sono gli uccelli passeracei e quelli migratori. Questi ultimi
contribuiscono a trasportare a grandi distanze sia le zecche sia la borrelia.

Le zone più a rischio per l'uomo e gli animali sono i luoghi a maggiore
concentrazione di zecche come le radure, i margini dei boschi, i cespugli
e con la presenza di elevata umidità.

I cani maggiormente colpiti sono quindi quelli che stanno per lo più all'aperto
(es. cani da caccia).
Nelle zone endemiche sono sieropositivi per la borrelia fino al 90% dei cani
mentre le zecche portatrici del germe possono arrivare all'80%.
La trasmissione della borrelia è più facile quanto più la zecca rimane sul cane
perché il contagio avviene specialmente alla fine del pasto di sangue (dopo
2-3 o più giorni).

Nel gatto le modalità di infezione sono simili a quelle del cane.










giovedì 20 aprile 2017

Blocco atrioventricolare nel cane e nel gatto - terza parte

Il blocco atrioventricolare  di 2° grado Mobitz II è caratterizzato da
un impulso elettrico che, prima del blocco, è condotto con velocità costante.
La sede dell'interruzione è nel fascio di His o sotto di esso (sottohissiana).

Fattori che favoriscono l'instaurarsi di un blocco AV di 2° grado Mobitz II

- fibrosi degenerativa del sistema di conduzione cardiaco
- miocarditi (es. malattia di Lyme, estensione di una endocardite al miocardio)
- cardiomiopatie e valvulopatie
- insufficienza cardiaca congestizia
- farmaci (es. digitalici, xilazina, chinidina)
- squilibri elettrolitici

Rilievi elettrocardiografici
- ritmo cardiaco irregolare per la presenza di onde P bloccate
- frequenza cardiaca atriale maggiore di quella ventricolare
- intervallo PQ di durata costante, normale o prolungata
- l'intervallo PQ che segue il blocco è uguale ai precedenti intervalli
- il QRS è spesso di forma anomala per un ritardo della conduzione
  intraventricolare

Sintomatologia
Gli animali con blocco AV di secondo grado Mobitz II possono non
avere sintomi o presentare letargia, debolezza, intolleranza all'esercizio
e anche sincope.

Terapia
La terapia comprende il trattamento della causa sottostante (es. sospendere
determinati farmaci, curare l'insufficienza cardiaca congestizia).
Normalmente farmaci come i parasimpaticolitici (es. propantelina) o i
simpaticommetici (es. isoproterenolo) sono poco efficaci.
La presenza di sintomi clinici e soprattutto di episodi sincopali fa propendere
per l'impianto di uno stimolatore elettrico (pacemaker).

Prognosi
La prognosi del blocco AV di secondo grado Mobitz II negli animali senza
sintomi è da discreta a buona.
Bisogna tenere presente che questo tipo di patologia può progredire a blocco
di terzo grado.










giovedì 13 aprile 2017

Complessi atriali ectopici nel cane e nel gatto

Il battito ectopico atriale origina da un focolaio diverso dal nodo del seno (dove
normalmente nasce l'impulso elettrico cardiaco).
I battiti ectopici atriali si suddividono in battiti atriali ectopici prematuri se è
presente una depolarizzazione che avviene prima di quella normale sinusale
attesa e battiti ectopici atriali di scappamento quando il nodo del seno
interrompe o rallenta la sua attività e la depolarizzazione avviene in ritardo
rispetto a quanto atteso.

In base al luogo di insorgenza possono essere classificati come battiti
ectopici  atriali destri superiori o inferiori e come battiti ectopici atriali sinistri
superiori o inferiori.

Le cause dei battiti ectopici atriali sono diverse e possono essere cardiache
o non cardiache (extracardiache).

Cause cardiache

- dilatazione atriale (es. per insufficienza delle valvole atrioventricolari)
- cardiomiopatie
- cardiopatie congenite
- miocarditi
- ipertensione polmonare
- neoplasie cardiache

Cause extracardiache

- aumento del tono simpatico
- aumento del tono parasimpatico
- anemia
- ipossia
- uremia
- farmaci (digitalici, anestetici, dopamina, dobutamina, teofillina)
- squilibri elettrolitici
- tireotossicosi (ipertiroidismo)

Ci possono anche essere battiti atriali ectopici senza apparente malattia
cardiaca che sono originati in strutture venose extracardiache.

Rilievi elettrocardiografici

- generalmente l'onda ectopica P' è tanto più differente dall'onda P normale
  quanto più origina lontano dal nodo del seno.
- quando le onde P' nascono dal tetto degli atri si presentano positive nelle
  derivate II, III e aVF, quando originano dal pavimento degli atri sono negative
  in queste derivate.
- la frequenza cardiaca è generalmente normale ed il ritmo irregolare per la
  presenza dell'onda P' prematura
- un'onda P' troppo precoce può determinare l'arresto dell'impulso elettrico nel
  nodo atrioventricolare refrattario ed il QRS non si manifesta (onda P' non
  condotta)
- l'impulso elettrico può bloccarsi a livello di una delle due branche del fascio
  di His, perché refrattaria, ed il complesso QRS si presenta di forma bizzarra.
- l'intervallo P'Q è variabile
- è presente una pausa post-extrasistolica non compensatoria o compensatoria

Terapia

Si cerca di curare, se possibile, la causa dei battiti ectopici (es. l'insufficienza
cardiaca congestizia).
Quando i battiti ectopici sono frequenti o quando degenerano in tachicardia
atriale si possono impiegare farmaci come la digossina, i beta bloccanti o i
calcio antagonisti.








giovedì 6 aprile 2017

Blocco atrioventricolare nel cane e nel gatto - seconda parte

Il blocco atrioventricolare (AV) di 2° grado è dato da un arresto intermittente
dell'impulso elettrico tra gli atri e i ventricoli.

Il blocco atrioventricolare di 2° grado è classificato in :

a) blocco atrioventricolare Mobitz I (periodismo Luciani-Wenckebach)
b) blocco atrioventricolare Mobitz II
c) blocco atrioventricolare tipo 2:1 fisso (alcuni autori lo comprendono 
    nel blocco atrioventricolare avanzato)
d) blocco atrioventricolare avanzato



Blocco atrioventricolare Mobitz I 

Il blocco atrioventricolare Mobitz I può essere diviso in tipico e atipico.

modalità tipica
- progressiva diminuzione della velocità dell'impulso elettrico che si manifesta
  all'ECG con un graduale prolungamento dell'intervallo PQ fino al blocco
  dell'onda P mentre l'intervallo R-R si accorcia.
- l'intervallo PQ che segue il blocco è più lungo dell'intervallo PQ che precede
  il blocco.
- I complessi QRS sono generalmente normali.

modalità atipica (forma più frequente)
- l'intervallo PQ non subisce un progressivo accorciamento ma è di durata
  variabile
- l'intervallo PQ che segue il blocco è minore di quello che lo precede.

La sede del blocco atrioventricolare è nella maggior parte dei casi a livello
del nodo atrioventricolare.

Le cause del blocco atrioventricolare di 2° grado Mobitz I sono date
principalmente dall'aumento del tono del nervo vago durante le malattie
respiratorie croniche e dalla somministrazione di farmaci come i digitalici,
i betabloccanti, la xilazina e l'atropina per via endovenosa (effetto temporaneo).
Qualche volta il blocco può dipendere da malattie che coinvolgono gli atri e
da fenomeni di ischemia.
Il blocco può essere rilevato anche in cani normali delle razze brachicefaliche
(es. Carlino) e nei cuccioli specialmente tra l'ottava e l'undicesima settimana di
vita.

Sintomatologia
Di solito gli animali con blocco di 2° grado Mobitz I sono asintomatici.

Terapia
In generale non è richiesta una terapia specifica tranne la riduzione o la
sospensione dei farmaci che lo provocano (es. intossicazione da digitale).
Nei casi di ipertono vagale sono stati impiegati gli anticolinergici.
Raramente il blocco atrioventricolare tipo Mobitz I  sembra progredire
verso blocchi più avanzati.