La borreliosi è una zoonosi, cioè una malattia trasmessa dagli animali all'uomo,
Già alla fine del milleottocento e inizio novecento era stato dimostrato un nesso
causale tra il morso della zecca e le manifestazioni cutanee della malattia.
Nel 1975 nella cittadina di Lyme nel Connecticut (Stati Uniti) ci furono diversi
casi di artrite che vennero messi successivamente in relazione con agenti
patogeni trasmessi dalle zecche.
Infine nel 1984 Borrelia Burgdorferi, un batterio gram negativo simile alle
leptospire, fu riconosciuto come causa della patologia.
La malattia di Lyme è trasmessa all'uomo, al cane, al gatto e ad altri animali
domestici dalla puntura delle zecche del genere Ixodes ed in Europa soprattutto
dalla zecca Ixodes Ricinus.
La malattia di Lyme è una patologia largamente presente nel mondo e sembra
tuttora in espansione.
Negli Stati Uniti è considerata la malattia più frequentemente trasmessa
agli uomini dagli artropodi mentre nel mondo è seconda solo alla malaria.
In Italia il primo caso certo umano con sintomi clinici è stato segnalato
nel 1983 e nel periodo 1992-2004 sono stati individuati almeno 2000 casi
di malattia.
Non si conosce invece la reale diffusione della borreliosi negli animali domestici.
Il serbatoio principale dell'infezione sono i piccoli roditori (specialmente i topi)
e gli insettivori (toporagno, riccio).
Un altro serbatoio sono gli uccelli passeracei e quelli migratori. Questi ultimi
contribuiscono a trasportare a grandi distanze sia le zecche sia la borrelia.
Le zone più a rischio per l'uomo e gli animali sono i luoghi a maggiore
concentrazione di zecche come le radure, i margini dei boschi, i cespugli
e con la presenza di elevata umidità.
I cani maggiormente colpiti sono quindi quelli che stanno per lo più all'aperto
(es. cani da caccia).
Nelle zone endemiche sono sieropositivi per la borrelia fino al 90% dei cani
mentre le zecche portatrici del germe possono arrivare all'80%.
La trasmissione della borrelia è più facile quanto più la zecca rimane sul cane
perché il contagio avviene specialmente alla fine del pasto di sangue (dopo
2-3 o più giorni).
Nel gatto le modalità di infezione sono simili a quelle del cane.