Lo studio FATCAT ha dimostrato la superiorità del clopidogrel rispetto
all'aspirina nella prevenzione del tromboembolismo arterioso del gatto.
Qui sotto il link che rimanda al riassunto dello studio (in inglese) :
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26776588
venerdì 26 maggio 2017
sabato 20 maggio 2017
Toxoplasmosi e cuore nel cane e nel gatto - seconda parte
Stadi dell'infezione da toxoplasma
1) ingestione di oocisti fecali o cisti tissutali e infezione intestinale (gatto)
L'infezione nel gatto, in seguito all'ingestione delle oocisti del toxoplasma, è
poco frequente anche perché il gatto non è in genere coprofago (non mangia
le feci).
Molto più importante è l'infezione contratta dall'ingestione della carne infetta
di un ospite intermedio (gatto predatore o gatto alimentato con carne cruda o
poco cotta).
Una volta che il felino ha ingerito le cisti contenenti il toxoplasma, il parassita
viene liberato dagli enzimi digestivi e si moltiplica sessualmente nelle cellule
dell'epitelio intestinale (riproduzione sessuata) originando gli zigoti che si
differenziano in oocisti.
Le oocisti vengono poi eliminate con le feci per un periodo di circa 1-2
settimane.
2) infezione acuta (gatto e cane) (stadio di tachizoita)
Il toxoplasma nella sua forma di tachizoita invade i tessuti extraintestinali
attraverso i vasi sanguigni e linfatici. I tachizoiti si moltiplicano molto
velocemente (riproduzione asessuata), distruggono le cellule e ne
infettano di nuove.
I tachizoiti passano anche attraverso la placenta e contagiano i feti.
Nella maggior parte degli animali questa fase di moltiplicazione,
seppur imponente, è piuttosto breve perchè si instaura una risposta
immunitaria da parte dell'ospite per cui i tachizoiti diminuiscono di
numero e si localizzano prevalentemente nel tessuto muscolare e
nervoso. Qui per divisione cellulare danno origine ai bradizoiti.
3) infezione cronica (gatto e cane) (stadio di bradizoita)
Le cisti contenenti i bradizoiti si trovano specialmente nel cervello,
nei muscoli e negli organi viscerali e possono permanervi per mesi
o anni.
Solitamente le cisti non danno sintomi clinici tranne quando avviene una
loro rottura nel sistema nervoso centrale o nell'occhio o quando si instaura
uno stato di immunodepressione.
Quest'ultima condizione porta alla moltiplicazione rapida dei bradizoidi e
all'infezione generalizzata dell'organismo da parte dei tachizoiti.
La ragione per la quale alcuni cani e gatti sviluppano sintomi clinici ed altri
no non è pienamente conosciuta.
L'infezione acuta e la riacutizzazione possono però essere favorite da
malattie concomitanti o stati di immunodepressione come accade nel cimurro,
nell'ehrlichiosi, nell'emobartonellosi, nella leucemia felina, nella sindrome di
immunodeficienza felina, nella peritonite infettiva felina o con l'uso di farmaci
immunosoppressori (glucocorticoidi, ciclosporina).
1) ingestione di oocisti fecali o cisti tissutali e infezione intestinale (gatto)
L'infezione nel gatto, in seguito all'ingestione delle oocisti del toxoplasma, è
poco frequente anche perché il gatto non è in genere coprofago (non mangia
le feci).
Molto più importante è l'infezione contratta dall'ingestione della carne infetta
di un ospite intermedio (gatto predatore o gatto alimentato con carne cruda o
poco cotta).
Una volta che il felino ha ingerito le cisti contenenti il toxoplasma, il parassita
viene liberato dagli enzimi digestivi e si moltiplica sessualmente nelle cellule
dell'epitelio intestinale (riproduzione sessuata) originando gli zigoti che si
differenziano in oocisti.
Le oocisti vengono poi eliminate con le feci per un periodo di circa 1-2
settimane.
2) infezione acuta (gatto e cane) (stadio di tachizoita)
Il toxoplasma nella sua forma di tachizoita invade i tessuti extraintestinali
attraverso i vasi sanguigni e linfatici. I tachizoiti si moltiplicano molto
velocemente (riproduzione asessuata), distruggono le cellule e ne
infettano di nuove.
I tachizoiti passano anche attraverso la placenta e contagiano i feti.
Nella maggior parte degli animali questa fase di moltiplicazione,
seppur imponente, è piuttosto breve perchè si instaura una risposta
immunitaria da parte dell'ospite per cui i tachizoiti diminuiscono di
numero e si localizzano prevalentemente nel tessuto muscolare e
nervoso. Qui per divisione cellulare danno origine ai bradizoiti.
3) infezione cronica (gatto e cane) (stadio di bradizoita)
Le cisti contenenti i bradizoiti si trovano specialmente nel cervello,
nei muscoli e negli organi viscerali e possono permanervi per mesi
o anni.
Solitamente le cisti non danno sintomi clinici tranne quando avviene una
loro rottura nel sistema nervoso centrale o nell'occhio o quando si instaura
uno stato di immunodepressione.
Quest'ultima condizione porta alla moltiplicazione rapida dei bradizoidi e
all'infezione generalizzata dell'organismo da parte dei tachizoiti.
La ragione per la quale alcuni cani e gatti sviluppano sintomi clinici ed altri
no non è pienamente conosciuta.
L'infezione acuta e la riacutizzazione possono però essere favorite da
malattie concomitanti o stati di immunodepressione come accade nel cimurro,
nell'ehrlichiosi, nell'emobartonellosi, nella leucemia felina, nella sindrome di
immunodeficienza felina, nella peritonite infettiva felina o con l'uso di farmaci
immunosoppressori (glucocorticoidi, ciclosporina).
sabato 13 maggio 2017
Malattia di Lyme (Borreliosi) e cuore nel cane e nel gatto - seconda parte
Nelle zone endemiche la maggior parte dei cani è positiva all'esame sierologico
della borreliosi ma solo il 5% circa dei soggetti infettati ha segni clinici.
Borrelia burdorferi, una volta penetrata nell'ospite, si localizza nelle cellule
della cute e da qui si diffonde nell'organismo attraverso il tessuto connettivo.
E' possibile la presenza di una piccola area eritematosa nella zona della puntura
della zecca che però, spesso, è nascosta dal pelo.
I sintomi della malattia possono essere sistemici (generali) o localizzati
prevalentemente ad un determinato apparato.
Tra i sintomi generali abbiamo l'anoressia, la perdita del peso, la letargia ed
all'esame clinico si può rilevare febbre e linfoadenopatia (linfonodi ingrossati).
L'interessamento dei vari apparati mostra :
Poliartrite
Nel cane il segno più frequente della malattia è una zoppia intermittente che
può presentarsi in forma acuta, cronica, intermittente e alternandosi tra gli arti.
E' presente edema e dolore ad una o più articolazioni.
Spesso sono interessate per prime le giunture dell'arto più vicino alla
puntura della zecca e l'articolazione del carpo sembra la più colpita.
Quando l'infezione perdura l'artrite diventa cronica ma in genere non
si mostra erosiva.
Alla radiografia l'articolazione raramente presenta lesioni mentre si può
rilevare un versamento articolare.
Malattia renale (nefropatia)
La malattia renale colpisce specialmente i cani delle razze Labrador R.,
Golden R. e Bovaro del Bernese ed è caratterizzata da una glomerulonefrite
che determina insufficienza renale progressiva con deposizione di
immunocomplessi.
All'esame del sangue si può rilevare anemia, leucogramma da stress,
trombocitopenia, ipoalbuminemia, iperfosfatemia, azotemia elevata,
ipercolesterolemia.
L'esame delle urine mostra proteinuria, ematuria, emoglobinuria e glicosuria.
La malattia tende a progredire rapidamente, nonostante la terapia, e la maggior
parte degli animali mediamente muore dopo circa 1-2 settimane.
Sistema nervoso centrale
Raramente sono presenti meningite o encefalite.
Cuore
L'interessamento cardiaco non è frequente.
Nell'uomo circa il 10% delle persone con borreliosi presenta un coinvolgimento
del cuore e i germi sono stati isolati da biopsie miocardiche.
All'elettrocardiogramma sono visibili complessi ectopici, anomalie del tratto ST
e vari gradi di blocco atrioventricolare.
In alcuni uomini si è anche sviluppata una forma di cardiomiopatia dilatativa.
Anche nel cane è riportata la presenza di blocco atrio-ventricolare.
Uno studio recente ha segnalato la morte di dieci cuccioli di boxer per
miocardite piogranulomatosa la cui causa è stata attribuita all'infezione da
Borrelia Burgdorferi.
Sembra che il danno cardiaco sia dovuto ad un processo immunomediato.
E' molto probabile che in futuro la diagnosi di malattia cardiaca da borrelia
sia sempre meno occasionale per l'aumento della diffusione della malattia
e per l'impiego sempre più frequente delle tecniche diagnostiche.
Borreliosi nel gatto
Nonostante nel gatto molti soggetti siano risultati sieropositivi, non è
documentata con certezza la malattia clinica naturale.
Sembra comunque che i felini siano più resistenti del cane all'infezione.
Nell'infezione sperimentale sono stati riportati casi di poliartrite, meningite,
linfoadenopatia e polmonite.
della borreliosi ma solo il 5% circa dei soggetti infettati ha segni clinici.
Borrelia burdorferi, una volta penetrata nell'ospite, si localizza nelle cellule
della cute e da qui si diffonde nell'organismo attraverso il tessuto connettivo.
E' possibile la presenza di una piccola area eritematosa nella zona della puntura
della zecca che però, spesso, è nascosta dal pelo.
I sintomi della malattia possono essere sistemici (generali) o localizzati
prevalentemente ad un determinato apparato.
Tra i sintomi generali abbiamo l'anoressia, la perdita del peso, la letargia ed
all'esame clinico si può rilevare febbre e linfoadenopatia (linfonodi ingrossati).
L'interessamento dei vari apparati mostra :
Poliartrite
Nel cane il segno più frequente della malattia è una zoppia intermittente che
può presentarsi in forma acuta, cronica, intermittente e alternandosi tra gli arti.
E' presente edema e dolore ad una o più articolazioni.
Spesso sono interessate per prime le giunture dell'arto più vicino alla
puntura della zecca e l'articolazione del carpo sembra la più colpita.
Quando l'infezione perdura l'artrite diventa cronica ma in genere non
si mostra erosiva.
Alla radiografia l'articolazione raramente presenta lesioni mentre si può
rilevare un versamento articolare.
Malattia renale (nefropatia)
La malattia renale colpisce specialmente i cani delle razze Labrador R.,
Golden R. e Bovaro del Bernese ed è caratterizzata da una glomerulonefrite
che determina insufficienza renale progressiva con deposizione di
immunocomplessi.
All'esame del sangue si può rilevare anemia, leucogramma da stress,
trombocitopenia, ipoalbuminemia, iperfosfatemia, azotemia elevata,
ipercolesterolemia.
L'esame delle urine mostra proteinuria, ematuria, emoglobinuria e glicosuria.
La malattia tende a progredire rapidamente, nonostante la terapia, e la maggior
parte degli animali mediamente muore dopo circa 1-2 settimane.
Sistema nervoso centrale
Raramente sono presenti meningite o encefalite.
Cuore
L'interessamento cardiaco non è frequente.
Nell'uomo circa il 10% delle persone con borreliosi presenta un coinvolgimento
del cuore e i germi sono stati isolati da biopsie miocardiche.
All'elettrocardiogramma sono visibili complessi ectopici, anomalie del tratto ST
e vari gradi di blocco atrioventricolare.
In alcuni uomini si è anche sviluppata una forma di cardiomiopatia dilatativa.
Anche nel cane è riportata la presenza di blocco atrio-ventricolare.
Uno studio recente ha segnalato la morte di dieci cuccioli di boxer per
miocardite piogranulomatosa la cui causa è stata attribuita all'infezione da
Borrelia Burgdorferi.
Sembra che il danno cardiaco sia dovuto ad un processo immunomediato.
E' molto probabile che in futuro la diagnosi di malattia cardiaca da borrelia
sia sempre meno occasionale per l'aumento della diffusione della malattia
e per l'impiego sempre più frequente delle tecniche diagnostiche.
Borreliosi nel gatto
Nonostante nel gatto molti soggetti siano risultati sieropositivi, non è
documentata con certezza la malattia clinica naturale.
Sembra comunque che i felini siano più resistenti del cane all'infezione.
Nell'infezione sperimentale sono stati riportati casi di poliartrite, meningite,
linfoadenopatia e polmonite.
lunedì 8 maggio 2017
Blocco atrioventricolare nel cane e nel gatto - quarta parte
Blocco atrioventricolare di 2° grado tipo 2:1
In questo tipo di blocco dell'impulso elettrico del cuore, la conduzione è
discontinua in quanto solo un battito sinusale (proveniente dal nodo del
seno) su due perviene ai ventricoli.
La sede del blocco può essere a livello del nodo atrioventricolare (intranodale),
del fascio di His (intrahissiana) o sotto il fascio di His (sottohissiana).
Questo tipo di interruzione è spesso presente nel flutter atriale dove la sede
del blocco è situata nel nodo atrioventricolare.
Rilievi elettrocardiografici
- le onde P si presentano regolari (asse sinusale normale)
- gli intervalli PQ sono normali o prolungati
- i complessi QRS hanno una durata normale o prolungata in base alla
localizzazione del blocco.
Se i QRS sono stretti la sede del blocco è molto probabilmente a livello
del nodo atrioventricolare.
Se i QRS sono larghi la sede del blocco è più probabilmente nel fascio di
His o sotto di esso.
- C'è un rapporto di 2:1 tra le onde P e i complessi QRS
Blocco atrioventricolare di secondo grado avanzato
In questo tipo di blocco vi sono almeno due onde P consecutive bloccate.
Il rapporto tra le onde P e i complessi QRS è sempre superiore a 2:1
(es. 3:1, 4:1).
La sede del blocco può essere nel fascio di His (intrahissiana) o sotto il
fascio di His (sottohissiana).
Rilievi elettrocardiografici
- le onde P si presentano di forma normale ed il numero delle onde
consecutive bloccate è uguale o superiore a due.
- gli intervalli PQ sono conformi alla media o prolungati
- i complessi QRS sono di durata normale quando il blocco è a livello del
fascio di His, prolungati quando il blocco è sotto il fascio di His.
Blocco atrioventricolare di terzo grado
Nel blocco atrioventricolare di terzo grado nessun impulso atriale raggiunge
i ventricoli i quali sono depolarizzati da un segnapassi (pacemaker) ventricolare
che ha una frequenza di scarica minore di quella atriale.
In questo tipo di blocco dell'impulso elettrico del cuore, la conduzione è
discontinua in quanto solo un battito sinusale (proveniente dal nodo del
seno) su due perviene ai ventricoli.
La sede del blocco può essere a livello del nodo atrioventricolare (intranodale),
del fascio di His (intrahissiana) o sotto il fascio di His (sottohissiana).
Questo tipo di interruzione è spesso presente nel flutter atriale dove la sede
del blocco è situata nel nodo atrioventricolare.
Rilievi elettrocardiografici
- le onde P si presentano regolari (asse sinusale normale)
- gli intervalli PQ sono normali o prolungati
- i complessi QRS hanno una durata normale o prolungata in base alla
localizzazione del blocco.
Se i QRS sono stretti la sede del blocco è molto probabilmente a livello
del nodo atrioventricolare.
Se i QRS sono larghi la sede del blocco è più probabilmente nel fascio di
His o sotto di esso.
- C'è un rapporto di 2:1 tra le onde P e i complessi QRS
Blocco atrioventricolare di secondo grado avanzato
In questo tipo di blocco vi sono almeno due onde P consecutive bloccate.
Il rapporto tra le onde P e i complessi QRS è sempre superiore a 2:1
(es. 3:1, 4:1).
La sede del blocco può essere nel fascio di His (intrahissiana) o sotto il
fascio di His (sottohissiana).
Rilievi elettrocardiografici
- le onde P si presentano di forma normale ed il numero delle onde
consecutive bloccate è uguale o superiore a due.
- gli intervalli PQ sono conformi alla media o prolungati
- i complessi QRS sono di durata normale quando il blocco è a livello del
fascio di His, prolungati quando il blocco è sotto il fascio di His.
Blocco atrioventricolare di terzo grado
Nel blocco atrioventricolare di terzo grado nessun impulso atriale raggiunge
i ventricoli i quali sono depolarizzati da un segnapassi (pacemaker) ventricolare
che ha una frequenza di scarica minore di quella atriale.
Sistema di conduzione cardiaco (le frecce rosse indicano il percorso dell'impulso elettrico) |
lunedì 1 maggio 2017
Toxoplasmosi e cuore nel cane e nel gatto - prima parte
La toxoplasmosi è una malattia provocata da un protozoo, il toxoplasma gondii
che ha come ospiti molte specie di animali a sangue caldo.
Gli ospiti definitivi sono il gatto e altri felidi mentre gli ospiti intermedi sono
l'uomo, il cane, i gradi erbivori, i roditori, gli uccelli.
Il toxoplasma ha una diffusione molto ampia (specie ubiquitaria) e parecchi
uomini e gatti risultano sieropositivi.
La toxoplasmosi è una zoonosi cioè una malattia che si trasmette dagli animali
all'uomo.
Le vie di trasmissione del parassita all'uomo, al cane e al gatto sono
principalmente tre :
1) ingestione di carni di animali infetti
2) ingestione delle oocisti eliminate con le feci del gatto
3) infezione congenita
Altre modalità meno frequenti di trasmissione sono le trasfusioni di sangue
e, nell'uomo, il trapianto di un organo infetto.
Ingestione di carni di animali infetti
L'ingestione di carni infette è la principale modalità di contagio per i gatti
i quali possono infettarsi sia mangiando la carne cruda o poco cotta degli
ospiti intermedi sia, nei gatti che escono, cacciando prede.
Il cane e l'uomo si infettano principalmente cibandosi di carne cruda o poco
cotta di animali infetti.
Anche il consumo del latte crudo (non pastorizzato) può essere un'ulteriore
fonte di contagio.
Ingestione di oocisti eliminate con le feci dei gatti
La contaminazione del terreno, dell'acqua o del cibo con le oocisti (forma
del toxoplasma eliminata dal gatto) sono un'importante fonte di infezione per
il cane, l'uomo e gli altri animali (es. acqua, frutta e verdura contaminati) ma
meno rilevante nel gatto rispetto alla precedente.
Le oocisti possono anche essere trasportate a distanza da altri animali come
ad esempio gli insetti.
Le oocisti diventano infettanti dopo uno o più giorni dalla loro espulsione
con le feci e si mantengono nell'ambiente anche per più di un anno.
Infezione congenita
Se una donna incinta od un animale gravido contraggono l'infezione durante
la gravidanza, il toxoplasma può attraversare la placenta ed infettare il feto.
Nei cane e nei gatti questa modalità non è frequente ma può causare aborto,
natimortalità (nati morti) e mortalità neonatale (nelle prime settimane di vita).
che ha come ospiti molte specie di animali a sangue caldo.
Gli ospiti definitivi sono il gatto e altri felidi mentre gli ospiti intermedi sono
l'uomo, il cane, i gradi erbivori, i roditori, gli uccelli.
Il toxoplasma ha una diffusione molto ampia (specie ubiquitaria) e parecchi
uomini e gatti risultano sieropositivi.
La toxoplasmosi è una zoonosi cioè una malattia che si trasmette dagli animali
all'uomo.
Le vie di trasmissione del parassita all'uomo, al cane e al gatto sono
principalmente tre :
1) ingestione di carni di animali infetti
2) ingestione delle oocisti eliminate con le feci del gatto
3) infezione congenita
Altre modalità meno frequenti di trasmissione sono le trasfusioni di sangue
e, nell'uomo, il trapianto di un organo infetto.
Ingestione di carni di animali infetti
L'ingestione di carni infette è la principale modalità di contagio per i gatti
i quali possono infettarsi sia mangiando la carne cruda o poco cotta degli
ospiti intermedi sia, nei gatti che escono, cacciando prede.
Il cane e l'uomo si infettano principalmente cibandosi di carne cruda o poco
cotta di animali infetti.
Anche il consumo del latte crudo (non pastorizzato) può essere un'ulteriore
fonte di contagio.
Ingestione di oocisti eliminate con le feci dei gatti
La contaminazione del terreno, dell'acqua o del cibo con le oocisti (forma
del toxoplasma eliminata dal gatto) sono un'importante fonte di infezione per
il cane, l'uomo e gli altri animali (es. acqua, frutta e verdura contaminati) ma
meno rilevante nel gatto rispetto alla precedente.
Le oocisti possono anche essere trasportate a distanza da altri animali come
ad esempio gli insetti.
Le oocisti diventano infettanti dopo uno o più giorni dalla loro espulsione
con le feci e si mantengono nell'ambiente anche per più di un anno.
Infezione congenita
Se una donna incinta od un animale gravido contraggono l'infezione durante
la gravidanza, il toxoplasma può attraversare la placenta ed infettare il feto.
Nei cane e nei gatti questa modalità non è frequente ma può causare aborto,
natimortalità (nati morti) e mortalità neonatale (nelle prime settimane di vita).
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