Miocarditi tossiche
Tra le miocarditi tossiche vengono descritte la miocardite da veleno di vipera
e la miocardite da antracicline.
Miocardite da veleno di vipera
In italia sono presenti cinque specie di vipere : la vipera comune, il marasso,
la vipera del corno, la vipera dell'Orsini e, scoperta recentemente, la vipera
dei Walser.
La vipera comune è diffusa in tutta Italia tranne la Sardegna.
Il marasso è presente nell'Italia settentrionale.
La vipera del corno è diffusa nell'Italia nord-orientale.
La vipera dell'Orsini vive in diverse aree dell''Appennino centrale.
La vipera dei Walser è presente in Piemonte.
La tossicità acuta del veleno interessa soprattutto la coagulazione del sangue
e la pressione sanguigna (mediata da fosfodiesterasi e bradichinina) mentre
gli effetti citotossici (sulle cellule) provocati da diversi enzimi (proteasi,
aminossidasi, ialuronidasi, enzima ATP bloccante) intervengono in un
secondo momento e sono più duraturi.
Gli effetti neurotossici (sul sistema nervoso) sono invece molto meno evidenti
rispetto a quelli di altri serpenti (es. cobra).
Il veleno agisce anche a livello del miocardio (muscolo cardiaco) determinando
un danno alle cellule (cardiomiociti) probabilmente attraverso più meccanismi
quali un'attività tossica, un'infiammazione generalizzata e lo sviluppo di
alterazioni circolatorie.
Il danno miocardico viene riportato in circa un terzo dei cani morsicati.
I soggetti possono presentare aritmie (soprattutto ventricolari) nei giorni
successivi al morso.
Non si conosce l'effetto della miocardite sulla mortalità.
Miocardite da antracicline
Le antracicline sono una classe di antibiotici che vengono utilizzati nell'uomo,
nel cane e nel gatto come farmaci antitumorali in quanto inibiscono la sintesi
degli acidi nucleici delle cellule.
Tra le antracicline troviamo la doxorubicina, la daunorubicina, la idarubicina,
la epirubicina.
La doxorubicina è il farmaco di questa classe più utilizzato nell'uomo, nel
cane e nel gatto.
Presenta una tossicità acuta con insorgenza di aritmie e una cronica che
determina lo sviluppo di una cardiomiopatia di tipo dilatativo.
La tossicità sembra legata al dosaggio del farmaco (dose-dipendente).
Si ritiene inoltre che la frequenza cardiaca al momento della sua
somministrazione influenzi la tossicità che è minore per frequenze
più basse.
Il meccanismo della cardiotossicità non è ben conosciuto ma si suppone
che la formazione di radicali liberi possa portare alla perossidazione dei lipidi
contenuti nelle membrane cellulari che risultano così danneggiate.
I segni clinici della malattia sono determinati dallo sviluppo di aritmie e di
cardiomiopatia dilatativa con insufficienza cardiaca congestizia e presenza
di intolleranza all'esercizio, debolezza, dispnea, tosse, epatomegalia ed ascite.
Le alterazioni istologiche del miocardio sono date da miocitolisi,
degenerazione vacuolare dei cardiomiociti più frequente a livello del
ventricolo sinistro, fibrosi miocardica, arteriosclerosi coronarica intramurale
e atrofia cellulare.