Terapia delle miocarditi
Nell'uomo esistono diversi approcci alla terapia della miocardite come
l'utilizzo dell'interferone per le miocarditi virali, terapia immunosoppressiva
per le miocarditi autoimmuni e post-virali, impiego dell'immunoassorbimento
o delle immunoglobuline, trapianto cardiaco.
In medicina veterinaria esistono pochi studi al riguardo e pertanto si cerca
in genere di trattare la causa della malattia (terapia eziologica) o di effettuare
una terapia per ridurre la sintomatologia clinica.
Sono quindi utilizzati diversi tipi di farmaci :
1) antibiotici come per esempio le tetracicline per la bartonella e la borrelia
o la clindamicina per il toxoplasma
2) farmaci antiinfiammatori
a) corticosterioidi : possono essere utili nelle miocarditi autoimmunitarie
e per ridurre l'infiammazione ma non nelle forme infettive
b) FANS : per ridurre l'infiammazione miocardica ma possono determinare
effetti collaterali indesiderati quali diminuzione della clearance virale,
vasospasmo coronarico, ritardo nella riparazione miocardica
3) farmaci per il trattamento dell'insufficienza cardiaca
- ace-inibitori per ridurre l'attivazione neuroendocrina da parte
dell'angiotensina II
- diuretici per diminuire il sovraccarico sanguigno sul cuore
- pimobendan con effetto inotropo positivo e vasodilatatore per
migliorare la funzione sistolica (di pompa) del cuore e ridurre
l'attività delle citochine infiammatorie
- antagonisti dell'aldosterone (es. spironolattone) per diminuire
l'attivazione neuroendocrina
- digitalici il cui impiego è controverso in quanto, almeno nelle miocarditi
linfoplasmacellulari, possono determinare un incremento delle citochine
infiammatorie, una propensione allo sviluppo di aritmie ed una crescita
del danno cardiaco
4) farmaci antiaritmici
Le aritmie emodinamicamente significative devono essere trattate
con farmaci antiaritmici.
Nelle miocarditi il tipo ed il meccanismo delle aritmie può cambiare
rapidamente e ciò contribuisce a rendere più difficile la loro terapia.
Nel cane e nel gatto, in presenza di blocco atrioventricolare, è anche
richiesto l'utilizzo di un pacemaker temporaneo o definitivo per ottenere
una stabilizzazione del paziente e ridurre anche il rischio di morte improvvisa.