martedì 20 marzo 2018

La terapia della filariosi cardiopolmonare nel gatto

Al contrario del cane non esiste nel gatto un protocollo di terapia efficace
della filariosi cardiopolmonare.
Ci sono quindi diversi approcci terapeutici che però presentano dei limiti.


Terapia conservativa

Questo tipo di terapia può essere impiegata nei gatti senza segni clinici o
evidenti rilievi di patologia polmonare.
Ogni 6-12 mesi viene effettuato un test antigenico e/o anticorpale ed una
radiografia toracica per monitorare l'evoluzione della malattia.
Contemporaneamente viene eseguita la profilassi farmacologica.
La riduzione dei segni polmonari e la negativizzazione dei test potrebbero
essere il segno del termine della malattia.


Terapia con corticosteroidi

La terapia con corticosteroidi può essere impiegata nei gatti sintomatici
e/o con segni radiografici di malattia polmonare.

Negli animali con alterazioni radiografiche sono stati proposti bassi dosaggi
di prednisone o prednisolone.
Nei gatti sintomatici questi farmaci vengono consigliati alla posologia iniziale
di 2 mg/kg al giorno diminuiti gradualmente a 0.5 mg/kg a giorni alterni.
Nei soggetti con segni gravi sono raccomandati dosaggi più alti (1-2 mg/kg
tre volte al giorno).

I corticosteroidi possono ridurre la sintomatologia clinica ed i rilievi
radiografici patologici.
Il trattamento può essere ripetuto se recidivano segni clinici.
In contemporanea è indicata una restrizione dell'attività fisica del gatto.


Terapia adulticida con melarsomina

A tutt'oggi non esiste un protocollo terapeutico sicuro ed efficace per la
terapia con la melarsomina. Questo farmaco è inoltre tossico al dosaggio
di 3-5 mg/kg.
Attualmente non ne viene consigliato l'utilizzo nel gatto.


Terapia a lungo termine con ivermectina

L'ivermectina alla dose mensile di 24 mcg/kg per due anni dimostra un'attività
adulticida.
Bisogna tenere presente che nel gatto il problema principale non è il numero
delle filarie (che è di solito basso) ma le reazioni anafilattiche che si scatenano
alla morte del parassita adulto.


I FANS (antiinfiammatori non steroidei) ed in particolare l'aspirina non sono
efficaci e potrebbero anche peggiorare la patologia polmonare parenchimale.

In presenza di sintomatologia acuta si utilizzano i corticosteroidi, l'ossigeno
(gabbia di O2 o sondino nasale), broncodilatatori, soluzioni reidratanti.