lunedì 30 aprile 2018

La terapia della filariosi cardiopolomnare nel cane - quarta parte

Terapia del tromboembolismo polmonare

Il tromboembolismo polmonare (TEP) può presentarsi tra 2 e 30 giorni dopo
la terapia adulticida ma è più frequente dopo 10-20 giorni.


La terapia del TEP prevede :

1) Ossigeno
    L'ossigeno ha un ruolo importante nei casi di tromboembolismo acuto.
    Può essere somministrato nella gabbia di O2, con catetere nasale o
    con maschera facciale.

2) Riposo e confinamento nel box

3) Eparina
    L'eparina non determina la lisi del trombo ma può impedire l'ulteriore
    estensione del tromboembolismo.
    Il dosaggio è 100-300 UI/kg 2-3 volte al giorno in modo da mantenere
    il PTT (tempo di tromboplastina parziale) tra 2-2.5 il valore normale.
    Il trattamento va proseguito fino alla scomparsa dei segni clinici.

4) Corticosteroidi
    I corticosteroidi (prednisone o prednisolone) si somministrano mediamente
    al dosaggio di 1-2 mg/kg al giorno nei soggetti che presentano sintomatologia
    da TEP.
    Dopo alcuni giorni la posologia può essere ridotta a 0.5 mg/kg a giorni alterni
    per due settimane e ulteriormente diminuita a 0.5 mg/kg ogni tre giorni per
    altre due settimane.

5) Antipiastrinici
    L'impiego dell'aspirina a 5-7 mg/kg una volta al giorno non ha dimostrato
    sostanziali effetti benefici sull'evoluzione del tromboembolismo.
    E' stato anche utilizzato il clopidogrel.

6) Altri farmaci e terapie proposti
    - l'impiego dei Fans (farmaci antiinfiammatori) non è consigliato.
    - gli anticoagulanti orali come il warfarin, ampiamente utilizzati nel
      tromboembolismo polmonare dell'uomo, richiedono un monitoraggio
      continuo che è difficilmente attuabile nei nostri animali.
    - i farmaci fibrinolitici (streptochinasi, urochinasi, attivatore tissutale del
      plasminogeno) necessitano di un assiduo controllo e sono piuttosto
      costosi.
    - antitussigeni
    - broncodilatatori (es. aminofillina)
    - vasodilatatori (sildenafil, amlodipina, idralazina) con monitoraggio della
      pressione
    - antibiotici in presenza di febbre persistente
    - alcuni clinici hanno proposto una attenta terapia reidratante per migliorare
      la perfusione dei tessuti e la disidratazione evitando, però, il rischio di
      insufficienza cardiaca congestizia.